Winter Games Express punta al Guinness con l’opera dolce più lunga del mondo

C’è un treno che non parte da una stazione ma da un laboratorio, e che non viaggia davvero sui binari: è fatto di cioccolato, impastato di talento e visione, e corre idealmente verso Milano Cortina 2026. Si chiama Winter Games Express, e ambisce a diventare il treno di cioccolato più lungo del mondo, con i suoi 52 metri e 23 quintali di peso, pronto a sfilare a Palazzo Lombardia dal 25 al 27 gennaio 2026.
Non è un semplice record, benché il Guinness sia un obiettivo chiaro. È soprattutto un racconto corale: quello dei maestri pasticceri italiani e maltesi che lo stanno costruendo, degli studenti che li affiancano, delle scuole e dei consorzi che hanno scelto di farne un laboratorio di crescita. Una “Olimpiade per la cultura”, come l’ha definita Regione Lombardia, che vede nella pasticceria non solo un’eccellenza artigiana, ma un linguaggio capace di unire comunità diverse intorno a un progetto condiviso.

La visione è partita dal CAST di Brescia, dove il progetto è stato presentato, e prosegue nei laboratori di Minetti 1980, dove da ottobre si lavora ai vagoni, modellando cioccolato fornito da Belcolade Italia. L’assemblaggio finale avverrà a Milano, grazie al supporto logistico di Brivio&Viganò, in un mosaico di competenze che restituisce alla filiera il suo valore più autentico: quello della collaborazione.
In questo intreccio di mani e conoscenze c’è anche un’attenzione profonda al significato del cibo, a ciò che rappresenta nel quotidiano e nella comunità. Non stupisce, allora, che parte del progetto sia dedicata alla solidarietà: verranno vendute tavolette speciali e il ricavato sosterrà l’Associazione Cure Palliative ODV-ETS di Bergamo e il St. Michael Hospice di Santa Venera, a Malta. Un gesto che trasforma il cioccolato in strumento di cura, un ponte di dolcezza tra chi crea e chi riceve assistenza, ricordando che la dignità nell’ultimo tratto della vita è un diritto da proteggere con la stessa delicatezza con cui si tempera il cacao.

Il treno è anche un modo per insegnare ai più giovani cosa significa lavorare insieme, senza spreco: il cioccolato usato verrà infatti recuperato e trasformato in fertilizzante organico. Un finale circolare, che restituisce alla terra ciò che è stato plasmato dalle mani dell’uomo.
Le tre giornate milanesi – apertura al pubblico e alle scuole, giornata del record, tavole rotonde tra professionisti – saranno la celebrazione visibile di un percorso che ha già creato valore: umano, creativo, etico. Una storia che ricorda come, dietro ogni grande impresa gastronomica, ci siano gesti quotidiani di cura, come insegna la cultura del cibo raccontata da Anna Prandoni. E forse è proprio questo il senso buono del progetto: rendere il dolce un linguaggio che parla di comunità.

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