Carceri pieni e roventi, ma per Nordio se ne parla dopo l’estate…

Due giorni fa il governo ha deciso di affrontare l’emergenza carceraria. Come? Con l’istituzione di una task force tra Ministero della Giustizia, magistratura di sorveglianza e singoli istituti penitenziari per favorire la definizione delle posizioni di 10.105 detenuti cosiddetti definitivi (6079 italiani, 4026 stranieri, con pena residua sotto i 24 mesi, per reati diversi da quelli ostativi di cui all’articolo 4 bis della Legge di ordinamento penitenziario e che negli ultimi 12 mesi non hanno riportato sanzioni disciplinari gravi) potenzialmente fruitori di misure alternative alla detenzione in carcere.
Peccato però che le conclusioni del gruppo interistituzionale si vedranno a settembre 2025, quando le carceri avranno superato – non sappiamo ancora come – l’inferno che stanno vivendo in questi mesi di intensa calura. Nordio ovviamente ha escluso qualsiasi provvedimento di amnistia, indulto o liberazione anticipata speciale, come previsto dalla proposta di legge Giachetti. Proprio il deputato di Italia Viva ha commentato così l’iniziativa di via Arenula: “Per me quello che conta è intervenire sull’emergenza sovraffollamento. Per cui mi va benissimo anche quella strada. Temo, però – ha detto Giachetti – che stiamo ricalcando l’operazione esattamente di un anno fa quando per bloccare la nostra legge fecero un decreto che ovviamente non ha inciso per nulla sul sovraffollamento. Noi dobbiamo agire adesso perché è in estate che la situazione diviene ancor più drammatica. Una task force che a settembre farà il punto sul tema sarebbe solo fumo negli occhi. Domando per altro: nelle condizioni in cui si trovano gli uffici dei giudici di sorveglianza quanto tempo ci metterebbero ad esaminare oltre 10.000 posizioni? Chiunque conosce quello di cui parliamo sa perfettamente della debolezza di questo ennesimo annuncio”.
È noto a tutti che ci sono solo 250 magistrati di sorveglianza nell’organico che devono seguire 63.000 detenuti e oltre 100.000 liberi sospesi. A bocciare l’iniziativa anche la presidente di Nessuno Tocchi Caino, Rita Bernardini: “Come fu l’anno scorso con il decreto carceri (da allora ad oggi i detenuti sono aumentati di 1.300) il rischio è che questa ‘trovata’ estiva sia un enorme presa in giro tanto più grave nel momento in cui la seconda carica dello Stato sta, al contrario delle chiacchiere, mettendo in piedi un’iniziativa parlamentare concreta e veramente risolutiva senza stravolgere l’ordinamento esistente”. Eh già, è proprio questo il nodo politico adesso: che cosa farà ora Ignazio La Russa? Nelle ultime settimane aveva aperto alla proposta di legge Giachetti e non era escluso che un testo correttivo venisse presentato in questi giorni al Senato grazie all’appoggio di una maggioranza trasversale.
Adesso il numero due del Senato getterà la spugna dinanzi a questo palese specchietto per le allodole messo su dal Ministro Nordio o manterrà il punto in coerenza con tutti quello che ha detto fino ad oggi? Critica comunque sull’iniziativa del Guardasigilli anche la responsabile giustizia del Pd, Debora Serracchiani: “Noi siamo favorevoli alle iniziative che finalmente affrontino il sovraffollamento e la situazione disastrosa e indegna delle carceri italiane. Non pensiamo che la soluzione sia un tavolo con i magistrati di sorveglianza, ma l’approvazione immediata di strumenti legislativi come la liberazione anticipata speciale del collega Giachetti. Insomma abbiamo l’impressione che questa maggioranza non voglia assumersi alcuna responsabilità politica e non fare nulla per risolvere l’emergenza carceri, ma che al contrario ancora una volta intenda scaricare sulla magistratura, oggi di sorveglianza, ogni responsabilità”.
Secondo Stefano Anastasia, garante dei detenuti del Lazio, “il Ministero ha preso finalmente consapevolezza dell’esistenza del problema, ed è un passo avanti rispetto all’anno scorso, ma tempi e modi delle soluzioni prospettate sono del tutto inadeguati. Non si può aspettare settembre per prospettare iniziative che sono già tutte sul tavolo. Né si può pensare esclusivamente a misure alternative al carcere che sono già possibili a legislazione vigente, ma non vengono concesse a larga parte della popolazione detenuta”. La via maestra per Anastasia “resta quella di un provvedimento di clemenza che, senza scaricare responsabilità sui magistrati, dovrebbe vedere concordi maggioranza e opposizione, o almeno parte dell’una e dell’altra, come nel 2006. In alternativa, se vogliono ampliare la liberazione anticipata, lo facciano con coraggio, a partire dal termine dell’ultima liberazione anticipata speciale post-Torregiani, con almeno due mesi di sconto di pena in più all’anno e senza preclusioni, anzi condonando anche le sanzioni disciplinari. Così una liberazione anticipata speciale potrebbe avere effetti apprezzabili sul sovraffollamento. Ma perché si possano vedere in tempi accettabili, il governo dovrebbe una volta tanto adottare un decreto-legge con i requisiti costituzionali di necessità e urgenza e mettere immediatamente in moto la macchina amministrativa e giudiziaria”.
Sorprende invece la posizione di Forza Italia che l’anno scorso si era detta favorevole alla pdl Giachetti: “È giusto che a fronte di questo sovraffollamento – ha dichiarato a Coffee break il senatore azzurro Pierantonio Zanettin – che è stato tante volte condannato anche dagli organismi internazionali, si diano delle risposte come quelle che sta ipotizzando il ministro Nordio e che mi trovano totalmente d’accordo”. Intanto ieri due detenuti del carcere di Ascoli Piceno del reparto ‘Articolazione tutela salute mentale’ (Atsm) hanno dato fuoco a un materasso e poi si sono barricati in cella. Sono stati messi in salvo ma otto agenti di polizia penitenziaria sono rimasti intossicati e sono dovuti ricorrere alle cure del pronto soccorso. Al momento, inoltre, il sovraffollamento carcerario è intorno al 130 per cento e secondo il dossier di Ristretti Orizzonti quest’anno i suicidi negli istituti di pena sono stati 41, ai quali si aggiungono 33 decessi da accertare.
A lamentarsi dell’overcrowding ci ha pensato ieri anche l’ex amministratore delegato di Autostrade per l’Italia, Giovanni Castellucci, rinchiuso a Rebibbia dopo una condanna a sei anni di reclusione per la morte di 40 persone su un pullman caduto da un viadotto autostradale nell’Avellinese. In particolare si è lamentato del fatto che in una cella da quattro ci siano sei persone. Ma non è solo questo il problema, se pensiamo che nella maggior parte delle carceri mancano ventilatori. Per questo l’ordine degli avvocati di Roma ha deciso di stanziare qualche giorno fa dei fondi per oltre 100 ventilatori destinati alle persone detenute a Rebibbia (reparti maschile e femminile) e Regina Coeli.
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