Dai pescatori a Brigitte Bardot: la storia (tra le righe) dello stile marinière
Per quest’anno, non cambiare: stessa spiaggia, stessa marinière. La maglia a righe bianche e blu infatti non smette di affascinarci, estate dopo estate. La ritroviamo in tutto il suo splendore come capo must dell’estate 2025, ma la sua storia parte da molto lontano, per l’esattezza dal Medioevo e attraversa, onda su onda, i secoli e i costumi. Dalla marina militare al cinema, da Coco Chanel a Jean Paul Gaultier: la storia della marinière è scritta tra le sue righe.
Quando nasce la maglia a righe marinière
Non capita spesso, nella storia della moda, di conoscere con esattezza la “data di nascita” di un capo d’abbigliamento. Nel caso della marinière abbiamo un documento ufficiale: il 27 marzo 1858, un decreto della Marine Nationale certifica che il tricot rayé bleu indigo et blanc – la maglia con 21 righe blu e bianche – fa parte della divisa della marina.
La traduzione letterale di marinière infatti ci riporta alle sue origini, tra i marinai: il motivo a righe serviva a renderli visibili anche nel malaugurato caso di caduta in acqua. Ma la maglia dei lupi di mare ha anche un altro nome: bretonne, in onore dei maglioni a righe che riparavano dal freddo e dall’umidità i pescatori della Bretagna.
Dalle navi alla moda: la marinière di Coco Chanel
Chiamatela come volete, ma in ogni caso è chiaro che la maglia a righe ha un dna francese. Ed è francese anche la donna che ce l’ha ‘regalata’ come capo di moda: Coco Chanel. Dalla sua boutique di Deauville, in Normandia, la stilista osservava la spiaggia, le navi, i bagnanti. E, ovviamente, i pescatori. Nella sua visione di una moda pratica, per tutti e per tutte, ha preso un capo maschile e lo ha trasformato in una maglia da donna, la divisa della borghesia che si era ritirata sulla costa durante la Grande Guerra.
Da quel momento in poi, la maglia marinière diventa un simbolo dello stile balneare e, per estensione, dell’estate. Con quell’aria un po’ sbarazzina e un po’ sofisticata la marinière cancella definitivamente il secolare retaggio “nefasto” delle righe. Come ha spiegato Michel Pastoureau nel libro La stoffa del diavolo, nel Medioevo le righe orizzontali servivano a marchiare gli outsider della società, i reietti: giullari, prostitute, galeotti.

Circa 1965. Ritratto di Jean Seberg. (Photo by Hulton Archive/Getty Images)
La maglia a righe nella storia del cinema
Nella storia delle righe c’è un prima e c’è un dopo Coco Chanel. Dopo, la maglia a righe non è espressione di umiltà e di fatica tra le onde. Al contrario, la marinière diventa la maglia delle dive. È il cinema a consacrarla: Jean Seberg la indossa nel capolavoro di Jean Luc Godard, Fino all’Ultimo Respiro. Brigitte Bardot la rende sensuale nel film Il disprezzo. Perfino Marilyn Monroe si fa fotografare con una maglia a righe rosse e bianche in uno dei suoi primi servizi fotografici.

Brigitte Bardot sul set con una maglia a righe. (Photo by Sunset Boulevard/Corbis via Getty Images)
Negli anni, la maglia a righe (nata per gli uomini) è diventata parte integrante del guardaroba femminile. Semplice, eppure così chic, così metropolitana, perfetta per l’estate in città o per la barca. Tra le sue fan ci sono Ines de la Frassange, Kate Middleton, Gigi Hadid (ma l’elenco è potenzialmente infinito). La marinière ci fa compagnia per tutta l’estate, ogni estate, sempre senza perdere l’allure francese che la contraddistingue. La presenza fissa sulle passerelle è merito anche di un altro stilista: Jean Paul Gaultier, l’enfant terrible della moda.
Lo stile marinaro – e in particolare la t-shirt bianca e blu – fanno da sempre parte del linguaggio visivo dello stilista, e hanno caratterizzato le sfilate del brand anche dopo l’addio al brand, avvenuto nel 2020.

Gigi Hadid sfila per Jean Paul Gaultier con il suo capo simbolo: la maglia mariniere
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