Dal Pigneto al tetto del mondo, nel laboratorio dove nascono i Globi d’oro del cinema italiano

“Il complimento che più ho apprezzato è stato quello di Sorrentino: quando è stato premiato ha dichiarato che non andava mai alle premiazioni ma quella volta ha voluto esserci perché gli piaceva il premio”. A parlare è Marco Filippi, lui e il fratello Maurizio gestiscono una incisoria (Incisoria srl Filippi) al Pigneto, sulla via Prenestina a due passi da Porta Maggiore. Lì dentro praticamente ci sono nati. Il padre, Silvio, ha aperto per la prima volta la serranda nel 1960. Un piccolo laboratorio che crea però sogni grandissimi. Come quelli che realizzano gli artisti premiati dal 1959 con i Globi d’oro, un riconoscimento che la Stampa Estera assegna al cinema italiano con la partecipazione di grandi attori e star internazionali. Premi che vengono realizzati proprio da loro. “Abbiamo cominciato ad occuparci del Globo d’oro nel 2012″, ha raccontato Marco.
La Incisum, ha molti appalti importanti, nel cinema (Zeffirelli aveva in casa un loro premio ritirato al Roma Film Festival nel 2011) ma non solo. “Il lavoro più complicato è stata la targa al nuovo ponte ricostruito dopo la caduta del ponte Morandi. Sei metri per due, in acciaio inossidabile”, con inciso sopra tutti i nomi dei protagonisti della costruzione. All’Università La Sapienza di Roma hanno creato le pietre d’inciampo apposte sui viali e che ricordano le vittime di mafia. Un lavoro, quello di Marco e del fratello, sempre nel cono d’ombra di grandissimi personaggi che spesso però non mancano di riconoscerglielo: “La più soddisfatta di questa edizione è stata Valeria Golino che mi ha detto che il premio è proprio bello. Io però gli ho risposto che lei lo è di più”. Intanto, fuori da questa piccola incisoria romana, il traffico di via Prenestina e la tengenziale continua a nascondere questo piccolo laboratorio pieno di idee giganti.
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