Libero scambio, la revisione dell’accordo con l’Ue è un passo in più dell’Ucraina verso l’adesione

Bruxelles – Prende forma nei dettagli il nuovo accordo di libero scambio Ue-Ucraina. Raggiunto l’accordo di principio tra le squadre negoziali, i tecnici hanno messo a punto le cifre e le quote che regoleranno i rapporti commerciali tra Kiev, Bruxelles e le 27 capitali. Ora manca solo il via libera politico definitivo da parte degli Stati membri, per sostituire alle misure provvisorie (in vigore da tre anni) un quadro comprensivo rivisto, meno ambizioso ma più pragmatico del precedente, risalente al 2016.
Erano stati Christophe Hansen e Maroš Šefčovič, rispettivamente commissari all’Agricoltura e al Commercio, ad annunciare lo scorso lunedì (30 giugno) la conclusione degli “intensi” negoziati (durati circa tre settimane) per la revisione dell’accordo di libero scambio tra Ue e Ucraina, che regolerà i flussi commerciali tra le due economie. Oggi (4 luglio), fonti comunitarie hanno gettato luce su alcuni aspetti più tecnici del nuovo quadro normativo, in attesa che venga confermato definitivamente dalle due parti.
La versione originaria del patto – nome tecnico Deep and comprehensive free trade agreement (Dcfta) – fu stipulata nel 2014 come uno dei pilastri dell’accordo di associazione Ue-Ucraina ed entrò in vigore nel 2016. Dopo l’inizio dell’invasione russa nel febbraio 2022, era stata sostituita da un quadro provvisorio noto con l’acronimo Atm, che sta per Autonomous trade measures. Le Atm hanno sostanzialmente sospeso i dazi e le barriere tariffarie pre-esistenti sulle esportazioni agricole ucraine verso l’Unione, aprendo a Kiev le porte del mercato unico per cereali, mais, uova, pollame, zucchero, prodotti caseari e quant’altro.
Ma si trattava di strumenti eccezionali introdotti unilateralmente da Bruxelles in una circostanza d’emergenza (l’aggressione della Federazione, appunto) e da allora rinnovati su base annuale. Così, con l’avvicinarsi della scadenza dell’ultima proroga a inizio giugno, l’esecutivo comunitario si è messo al lavoro per aggiornare il Dcfta del 2016. Ora, il nuovo testo fornisce una prospettiva di lungo termine, definita dagli addetti come prevedibile e reciproca.
Come ammesso dallo stesso Hansen, la revisione appena conclusa è “meno ambiziosa” rispetto all’accordo di nove anni fa, ma punta al “giusto equilibrio tra il sostegno al commercio dell’Ucraina con l’Unione e la risposta alle sensibilità di una serie di settori agricoli” nei Ventisette. Da tempo gli agricoltori stanno tirando la giacca ai governi nazionali (soprattutto, ma non solo, in Francia e in Polonia) per ricalibrare le agevolazioni accordate a Kiev, per timore di una concorrenza sleale sui loro stessi mercati. Il nuovo accordo, sostiene Šefčovič, è “equilibrato, equo e realistico“.
La revisione, spiegano alcuni funzionari, introduce soprattutto due novità. Da un lato, l’Ucraina si impegna ad allineare gradualmente i propri standard di produzioni agricola a quelli dell’Ue in una serie di ambiti (inclusi il benessere animale e l’uso di pesticidi) entro il 2028, sottoponendosi a revisioni annuali. Un meccanismo che, peraltro, rinforza il percorso di Kiev verso l’adesione al club a dodici stelle, garantendo che il Paese candidato segua le stesse regole degli Stati membri.
D’altra parte, accanto a questa condizionalità l’accordo prevede dei meccanismi di salvaguardia a tutela dei mercati europei, da attivare nel caso in cui dovessero manifestarsi delle gravi perturbazioni a livello comunitario o nazionale. Sarà la Commissione a proporre formalmente l’attivazione di tali salvaguardie su richiesta delle cancellerie.
Infine, la revisione del Dcfta segue un approccio a geometria variabile per quanto riguarda l’accesso al mercato europeo da parte delle merci ucraine. Le quote di importazione aumenteranno in maniera sostanziale per una serie di prodotti esportati da Kiev, mentre si terrà un occhio di riguardo per quelli definiti “sensibili” (come uova, zucchero, grano, pollame e miele). In questo caso, l’aumento delle quote sarà più modesto e il valore finale rimarrà al di sotto dei volumi storici di scambio.
Per altre tipologie di prodotti (ad esempio quelli lattiero-caseari, come il latte intero in polvere e il latte fermentato, o i funghi e il succo d’uva), invece, la liberalizzazione sarà completa. La sensibilità di una particolare categoria di export viene valutata analizzando il regime Atm sulla base delle perturbazioni registrate in passato da un mercato specifico, nonché della capacità dell’Ue di assorbire importazioni aggiuntive. Viceversa, l’Ucraina si impegna ad aumentare significativamente le quote per le importazioni dai Ventisette in alcuni settori.
Ora, per arrivare all’adozione definitiva mancano gli ultimi passaggi, che in teoria dovrebbero essere una formalità. La Commissione ha presentato il nuovo testo ai colegislatori (Parlamento e Consiglio) e per procedere servirà una decisione degli Stati membri a maggioranza qualificata. Una volta ottenuto il disco verde, l’approvazione finale del Dcfta 2.0 avverrà da parte del comitato di associazione Ue-Ucraina.
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