Gli italiani si fidano più delle istituzioni Ue che del proprio governo

Bruxelles – Quando Roma vacilla, Bruxelles rassicura. Secondo l’ultimo sondaggio Eurobarometro, condotto tra marzo e aprile 2025, la fiducia degli italiani nelle istituzioni europee supera nettamente quella accordata alle istituzioni nazionali. I dati fotografano una popolazione europea complessivamente più ottimista verso l’Ue, ma con un’Italia che si distingue per un divario significativo tra le due sfere istituzionali.
Nel dettaglio, l’indagine ha coinvolto 26.360 cittadini nei 27 Paesi membri e 1.033 in Italia. Ne emerge prima di tutto la conferma del cliché degli italiani ‘brontoloni’: il popolo più euro-scontento dell’Unione e sotto la media europea per la soddisfazione nell’operato del proprio governo. Ma se il 49 per cento dei cittadini dello Stivale dichiara di avere fiducia nell’Unione Europea, solo il 34 per cento si fida del governo nazionale. Il 15 per cento in meno. Anche il Parlamento europeo gode di maggiore considerazione (47 per cento) rispetto al Parlamento italiano (37 per cento). Il 46 per cento degli italiani si dice invece fiducioso nella Commissione europea, mentre solo il 28 per cento esprime la stessa fiducia nei confronti del sistema giudiziario nazionale. Questo scarto riflette una tendenza consolidata nel tempo, ma che oggi si presenta in forma particolarmente marcata.
La percezione dell’Ue come un’istituzione più stabile ed efficace rispetto a quelle nazionali sembra rafforzarsi, soprattutto in un contesto di persistente incertezza economica. Infatti, secondo il sondaggio, il 70 per cento degli italiani valuta negativamente la situazione economica nazionale, con soltanto il 30 per cento che la giudica “molto buona” o “abbastanza buona”. In parallelo, le aspettative sull’evoluzione della situazione economica nei prossimi dodici mesi non sono affatto entusiastiche: il 30,4 per cento degli italiani prevede un peggioramento, mentre il 29 per cento crede in un miglioramento. Il 40 per cento si aspetta che rimanga invariata. Quando si tratta di fiducia nella capacità del governo nazionale di migliorare la situazione, il dato è ancora più indicativo: oltre agli astenuti, solo il 26 per cento degli intervistati italiani pensa che l’esecutivo riuscirà a riportare la situazione economica sotto controllo nell’arco di un anno, mentre il 53 per cento non ha fiducia in questo esito.
Nonostante questo clima di sfiducia interna, la percezione dell’appartenenza all’Unione rimane salda: il 74 per cento degli italiani si sente cittadino dell’Ue, in linea con la media europea (75 per cento). Anche il sostegno all’euro è stabile, con il 71 per cento degli italiani favorevoli alla moneta unica, benché si tratti di un dato inferiore rispetto all’83 per cento registrato nella zona euro nel complesso (il dato più alto degli ultimi due decenni). A livello valoriale, gli italiani associano l’Ue principalmente ai concetti di pace (42 per cento), democrazia (31 per cento) e rispetto dei diritti fondamentali (27 per cento). Si tratta di percentuali coerenti con le medie europee e che indicano una percezione dell’Ue come garante di stabilità e diritti, in contrasto con le difficoltà percepite a livello nazionale.
Il quadro che emerge è quello di una popolazione che, pur critica verso la situazione economica e le capacità del governo nazionale, continua a guardare all’Unione Europea come a un’ancora di stabilità e fiducia. Una tendenza che suona come un campanello d’allarme a Palazzo Chigi e nella coalizione di governo, dove non manca chi dell’Europa fa – o ha fatto per lungo tempo – un capro espiatorio o una mastodonte burocratico da cui difendersi con le unghie e con i denti.
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