I Labubu si preparano a conquistare la scena beauty
Piccoli mostriciattoli che non servono a nulla? No, sarebbe riduttivo descriverli così. I Labubu sono riusciti a catalizzare l’attenzione come pochi altri oggetti (o magari possiamo definirli accessori?). Creature pelose e dentate a metà strada tra il tenero e l’inquietante, spuntano su borse, zaini, nei video su TikTok e perfino tra le mani delle celebrity. Abbiamo già discusso di quanto siano riusciti a inserirsi nel fashion system, ma la questione ora è un’altra: riusciranno a fare lo stesso anche nel beauty?
Il mondo della bellezza oggi è anche gioco e sperimentazione, e forse presto potremmo vedere i Labubu anche qui – tra nuove formule, charm e nuove collaborazioni.
Capiamone di più.
Labubu, cosa sono? I mostriciattoli alla conquista del mondo
Nati dalla fantasia dell’artista hongkonghese Kasing Lung nell’ormai lontano 2015, i Labubu erano inizialmente personaggi di fiabe e illustrazioni, e facevano parte di una famiglia e collezione più ampia intitolata The Monsters. L’anno dopo, nel 2016, il colosso cinese Pop Mart ha iniziato a collaborare con Lung trasformando i Labubu in un oggetto del desiderio: sono esplosi prima nel mercato asiatico e sono arrivati poi in tutto il mondo.
Il Labubu prezzo? Inizialmente circa 30 dollari, arrivato poi a 30 mila, per un Labubu venduto all’asta.

Foto Getty Images
Arrivano dentro scatole cieche – un po’ come i gloss a sorpresa negli Anni 2000 – e sono diventati virali anche grazie a TikTok, dove ogni settimana compaiono in tantissimi video. Tra il 2024 e il 2025, Google ha registrato oltre 430 mila ricerche settimanali. Il loro fascino risiede nella loro ambiguità: ci piacciono o non ci piacciono?
Labubu: il beauty sarà il prossimo terreno di gioco?
Ad oggi, non ci sono collaborazioni annunciate con nessun brand di beauty, ma i presupposti ci sono tutti. Su TikTok, i Labubu vengono customizzati con set di unghie o completi da yoga personalizzati e, di recente, ai Tony Awards è comparsa una macchina acchiappa-Labubu sponsorizzata da TirTir, un marchio K-beauty in forte espansione. È stato uno dei primi segnali concreti di una contaminazione più evidente tra i Labubu e l’industria della bellezza.
Con la sua fame di viralità, non sorprende che il beauty sia pronto ad accoglierli. Forse con collab speciali e limited edition, ma in ogni caso sarà un successo. Basti pensare a cosa potrebbe scatenare un balsamo labbra a forma di Labubu, patch per brufoli con le loro faccine, o prodotti a scatola cieca: tutto funzionerebbe. E anche alla grande. Anche perché non sarebbe la prima volta.
Gli oggetti virali nel beauty
Il successo dei Labubu nel beauty sembra quasi inevitabile, soprattutto perché non sarebbe la prima volta che un oggetto a metà tra gadget e prodotto riesca a catalizzare l’attenzione e diventare virale. È successo con la lip case di Rhode, con i balsami labbra di Fenty Beauty e con il profumo Coco Mademoiselle di Chanel da borsetta, con catena di perle.

Foto Getty Images
Il motivo? Il profondo cambiamento nella percezione che abbiamo del prodotto. Oggi, comprare qualcosa non è più solo una questione di funzionalità, ma anche di performance, di estetica, di packaging, di gioco. È un desiderio che va oltre la razionalità dell’acquisto stesso: è voglia di appartenenza a un micro-universo, voglia di esserci, di partecipare. Il packaging e lo story telling di un prodotto sono ormai essenziali quanto il prodotto stesso e, in questa cornice, i Labubu si inseriscono perfettamente.
Le scommesse sul futuro
Si vociferano già collaborazioni imminenti, con brand del calibro di Fenty Beauty. Ma a priori da questo, i Labubu sono già dei fenomeni culturali, che stanno segnando una generazione. Se il mondo del beauty sarà pronto ad accoglierli, sarà per soddisfare il bisogno di novità e performance di cui oggi le persone si nutrono.
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