Il Fmi è sempre più il portavoce dei programmi di Trump per l’Europa

Novembre 24, 2025 - 12:30
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Il Fmi è sempre più il portavoce dei programmi di Trump per l’Europa

Il rapporto del Fondo monetario internazionale (Fmi) sullo stato di salute economica dell’Europa, presentato recentemente a Bruxelles, invita i Paesi dell’Unione a adottare tagli nella spesa pubblica, in particolare pensioni, assistenza e sanità. Lo ha affermato il direttore del Fondo monetario internazionale Europa, Alfred Kammer. Un messaggio che fa a pugni con quanto da lui dichiarato in una precedente intervista alla Reuters dove aveva sostenuto la necessità di aumentare le spese per la difesa. Quanti bilanci convivono nelle teste del Fmi? È l’inquietante domanda che ci si pone.

Lo studio sostiene che il livello del debito pubblico è diventato insostenibile, in particolare in Italia, Francia e Germania. Con le attuali politiche fiscali, nel 2040 la media europea del rapporto debito/Pil raddoppierebbe, raggiungendo il centotrenta per cento. Tra le cause dell’aumento sono stati evidenziati l’invecchiamento della popolazione, i relativi costi sanitari e il crescente fabbisogno finanziario per la sicurezza energetica e la difesa.

Il debito più elevato porterebbe a una minore crescita economica, a tassi d’interesse più elevati sui titoli di Stato e a condizioni di finanziamento peggiori per le imprese e le famiglie. Inoltre, temendo un aumento della tassazione, probabilmente le aziende diventerebbero più restie a investire.

Il Fmi ritiene sostenibile un rapporto medio debito/Pil in Europa del novanta per cento. Naturalmente questo valore varia da paese a paese. Oggi in Italia è oltre il centotrentasette per cento. In ogni caso si sostiene la necessità di riforme strutturali che stimolino la crescita e i tagli alla spesa. 

Alcuni paesi fortemente indebitati dovranno migliorare il loro saldo primario – la differenza tra entrate e uscite al netto degli interessi – di oltre cinque punti percentuali. «È un compito piuttosto arduo», ha ammesso Kammer. Se la ricetta del Fmi fosse applicata pienamente in Italia, sarebbe la morte della nostra economia.  

Il Fmi evidentemente si fa portavoce dei programmi di Trump nei confronti dell’Europa “spendacciona” che vivrebbe alle spalle degli Stati Uniti. Il messaggio è semplice: ripensare radicalmente il modello di stato sociale per far posto alle spese per la difesa. La pressione per tagliare la spesa è così forte che un quarto dei paesi europei dovrà andare oltre le strategie tradizionali. «Se tutti i paesi europei riducessero la quota di finanziamento pubblico destinata a sanità, istruzione, pensioni, infrastrutture e sicurezza energetica, portandola alla media Ocse, ciò potrebbe generare risparmi medi fino al tre per cento del pil», ha detto Kammer.

Il documento sostiene anche che per promuovere la crescita nell’Unione europea si dovrebbero ridurre le barriere all’interno del mercato unico europeo che, secondo il Fmi, equivarrebbero a una tariffa del quarantaquattro per cento sulle merci. Anche se non si può negare il permanere di certe barriere nazionali, la cifra è veramente sproporzionata. Sembra più una lettura trumpiana, che si è sentita innumerevoli volte, piuttosto che l’oggettiva valutazione della realtà economica e commerciale europea. 

Da notare che nell’intervista con la Reuters, mentre sosteneva di ridurre la spesa pubblica per il welfare, Kammer raccomandava, invece, di finanziare l’aumento degli investimenti nei settori della difesa e dell’energia attraverso l’utilizzo del debito comune europeo. Un debito comune europeo di ottocento miliardi di euro era stato realizzato opportunamente per sostenere l’economia colpita dal Covid. Dopo di che l’idea è stata osteggiata da parecchi governi e per il momento accantonata. Il Fmi propone di raddoppiare gli investimenti per la difesa e per l’energia, un programma di «beni pubblici» – come li chiama Kammer – che farebbe aumentare il Pil europeo.  

Kammer ha anche asserito che «l’Ue non ha un mercato dei capitali sufficientemente forte. Esso è frammentato lungo linee nazionali, prive di un asset sicuro, veramente grande e liquido». Purtroppo, un’affermazione vera. 

Lo stock di obbligazioni in circolazione nell’area dell’euro emesse dai governi è pari a tredici miliardi di euro, di molto inferiore ai trentamila miliardi di dollari del mercato dei titoli emessi dal Tesoro statunitense. Kammer vede quindi spazi per un nuovo indebitamento, ma solo per la difesa. Allora qual è la ricetta del Fmi per l’Europa: tagliare le spese per contenere il debito pubblico o aumentare il debito per finanziare il riarmo? 

La credibilità storica del Fmi e delle sue proposte per i vari paesi del mondo è molto bassa e non merita di essere seguita. Una cosa è chiara: lo sviluppo e la ricchezza dell’Europa sono il risultato dell’applicazione delle politiche dell’economia sociale di mercato, che non possono essere sovvertite da irrealistici progetti e fantasie di guerra. Bisogna lavorare per rimettere insieme i cocci della pace.

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Redazione Redazione Eventi e News