Chi trivella, chi condona e chi invece si affida alla preziosa geotermia: la nuova puntata del podcast di Greenreport

«C’è chi trivella e chi condona. Dagli Stati Uniti all’Italia c’è allergia alle regole e al buon senso». Maurizio Izzo apre così la nuova puntata del podcast “La settimana di Greenreport”. Il riferimento è al fatto che Trump l’aveva detto ed è stato di parola, «drill baby drill», e dal giorno dell’elezione non ha perso occasione per ricordare che vuole aumentare le trivellazioni in ogni angolo del paese e se glielo permetteranno anche fuori dal suo paese. Ma è proprio in America – sottolinea Izzo nella sua rassegna delle principali notizie pubblicate dal nostro giornale la scorsa settimana – che si scontra con un problema: il 14% degli americani vive già in un’area interessata all’estrazione di combustibili fossili e uno studio mette in evidenza che qui si corrono maggiori rischi per la salute fin dalla nascita, asma e addirittura leucemia. «Ma non c’è dubbio che Trump – chiosa ironicamente il direttore responsabile di Greenreport – saprà confutare anche gli studi medici».
Tra l’altro, prosegue Izzo nella sua rassegna, «se in America si trivella, in Italia non muore mai il condono edilizio»: «Erasmo D’Angelis ci ricorda la lunga storia d’amore tra i governi italiani e il condono edilizio. Solo dal 1985 al 2015 tre colpi di spugna tombali con i governi Craxi e Berlusconi. Ora, in piena campagna elettorale per le regionali, ci si riprova in Campania. La cultura dell’illegalità, ricorda Erasmo, non ha trovato contrasti. Molti sindaci hanno abbattuto coraggiosamente edifici abusivi ma tanti sono stati lasciati soli e sfiduciati dalle loro maggioranze».
Ma andiamo avanti. «È un periodo in cui le classifiche non ci danno grande soddisfazione, eccezion fatta ovviamente per il tennis», dice Izzo per introdurre la notizia successiva. Anche questa, non proprio da far entusiasmare: «Noi guardiamo con attenzione quelle che comparano le prestazioni dell’Italia con gli altri paesi sui temi economici e ambientali. Va male in tutti e due i campi. Nel report che misura l’efficacia delle azioni contro i cambiamenti climatici, l’Italia perde posizioni e ora è 46esima, solo 3 anni fa era 17esia. Significa che ci stiamo allontanando dagli obiettivi della conferenza di Parigi. In soldoni facciamo poco e meno degli altri per combattere l’inevitabile che avanza».
La segnalazione successiva è per l’innalzamento delle temperature, che non è di oggi, bensì è una storia lunga. Giovanni De Cristofaro la ricostruisce sulle nostre pagine a partire da quando la Terra respirava libera a quando l’azione dell’uomo ha cominciato a minarne il futuro. Oggi, dice De Cristofaro, difendiamo il limite di 1,5 gradi come aumento massimo della temperatura mondiale e c’è un motivo: perché al di sopra di quella soglia entrano in gioco reazioni a catena che potrebbero rendere il clima instabile per secoli. Scioglimento irreversibile dei ghiacciai, permafrost che rilascia metano, perdita delle barriere coralline, eventi estremi sempre più intensi, migrazioni di massa, insicurezza alimentare. È un limite fisico, dice De Cristofaro, non politico.
Ultima segnalazione del podcast di questa settimana, si parla di geotermia: «Sotto ai nostri piedi si nasconde un’energia rinnovabile meno nota di quella solare, eolica o idroelettrica, perché spesso non direttamente visibile, eppure è particolarmente preziosa in quanto garantisce continuità produttiva non dipendendo dalle condizioni meteorologiche. Greenreport – racconta Izzo – ha promosso una campagna informativa che troverete nelle prossime settimane sul nostro sito, sui social e anche con uno speciale podcast sulle principali piattaforme. È un’iniziativa in collaborazione con COSVIG, il consorzio per lo sviluppo geotermico e il patrocinio di Regione Toscana».
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