Addio a Ornella Vanoni: oggi ricordiamo la donna dietro la diva, quella vera e autentica, lontano dai riflettori

Un addio commosso a Ornella Vanoni: oggi ricordiamo la donna dietro la diva, quella vera e autentica, lontano dai riflettori. 

Tra le tante eredità lasciate da Ornella Vanoni al suo pubblico – l’arte, l’ironia tagliente, la sensibilità unica – ce n’è una più tenera e privata che racconta molto della donna dietro l’artista: l’amore profondo e simbiotico per i suoi cani. In particolare, i suoi barboncini nani sono stati compagni di vita essenziali, figure centrali in un’esistenza intensa e sempre sotto i riflettori.

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La storia più recente è quella che lega la cantante a Ondina, l’ultima arrivata. La barboncina, che lo scorso 12 febbraio ha compiuto otto anni, è una presenza costante e luminosa nella vita della Vanoni. Per celebrare il compleanno, la cantante aveva condiviso sui social un’immagine dolcissima che racchiude tutto il loro affetto: Ondina seduta accanto a una succulenta bistecca decorata con una candelina a forma di otto. Il post, scritto con la “voce” di Ondina stessa, era una dichiarazione d’amore: “Ciao, sono Ondina. Oggi compio 8 anni. Sono felice, amata, gioco sempre… questa è la bistecchina che mi ha regalato la mia mamma”.

Il rapporto tra Ornella e i suoi amici a quattro zampe non è mai stato banale, ma sempre descritto come una connessione profonda, quasi simbiotica, tra due anime. Ospite fissa con Ondina nel salotto televisivo di Verissimo, la cantante ha raccontato con la sua consueta ironia e schiettezza aneddoti che ne hanno svelato la spiccata personalità. “Dorme nel letto con me, rivolta verso la porta. Deve controllare chi entra. Fa la guardia”, ha spiegato, sottolineando il ruolo protettivo del piccolo cane.

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Ma le uscite più esilaranti riguardavano la singolare passione di Ondina per i tappi delle bottiglie. “Ha la passione per i tappi delle bottiglie. Al ristorante fa certe figuracce perché fissa gli altri tavoli,” ha raccontato, spesso portando il pubblico a momenti di grande ilarità. In un’occasione, la Vanoni ha anche dovuto spiegare in diretta la ragione degli abbai insistenti di Ondina in studio: stava semplicemente cercando un tappo.

Prima dell’arrivo di Ondina, però, c’era stata Why, un’altra barboncina amatissima con cui Ornella Vanoni aveva condiviso un quinquennio di vita intensa, dal 2012 al 2017. Why era un’ombra inseparabile: l’aveva accompagnata in tournée, era presente nei backstage, durante le ospitate televisive e, talvolta, persino sul palco. La fine di questo capitolo fu segnata da una tragedia. Nel 2017, la cantante annunciò la morte della sua cagnolina con uno dei post più commoventi e dolorosi della sua storia social.

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“Why non c’è più, un cane grande le ha tolto la vita. È morta su me d’infarto e una parte di me è morta insieme a lei. Ho il cuore a pezzi”. Il lutto fu devastante, ma proprio nel momento di massima sofferenza arrivò un inatteso raggio di sole, un dono che si rivelò provvidenziale per la sua rinascita emotiva.

Distrutta dal dolore per la scomparsa di Why, Ornella Vanoni ricevette la visita di un’amica che portava tra le braccia un minuscolo cucciolo di barboncino di soli tre mesi, completamente nero. “Mi ha fatto un regalo straordinario,” scrisse la cantante. Why le mancava in modo insopportabile, ma la giocosità e l’innocenza del cucciolo iniziarono lentamente ad alleviare il suo dolore. La scelta del nome fu un altro gesto carico di affetto e significato. Sul pedigree, il nome era “Lorelay“, in riferimento al mito tedesco dell’ondina del Reno, una sirena che seduceva i naviganti. “È un’ondina,” spiegò Ornella, decidendo così di chiamarla semplicemente Ondina.

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Ondina non è solo un animale domestico, ma una delle parti più gioiose e stabili della vita di Ornella Vanoni. Il loro legame è una dolce testimonianza di come, in una vita dominata dall’arte, dal successo e dalle passioni complesse, l’affetto incondizionato di un piccolo barboncino possa rappresentare un’ancora di salvezza e un frammento di pura, inestimabile dolcezza. (di Elisabetta Guglielmi)

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