Il governo italiano controlla l’ufficio anti-discriminazioni, ma l’Ue non intende intervenire

Lug 16, 2025 - 17:30
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Il governo italiano controlla l’ufficio anti-discriminazioni, ma l’Ue non intende intervenire

Bruxelles – Un organismo concepito per contrastare i trattamenti ingiusti basati su discriminazioni etniche, culturali o di altro tipo. In teoria dovrebbe operare in modo autonomo ma che in Italia finisce però gestito dal governo di centro-destra, e meno attento all’inclusione. L’Unar, l’Ufficio nazionale anti-discriminazioni razziali, diventa un caso. Il tema lo sollevano gli europarlamentari del Partito democratico, che portano all’attenzione della Commissione europea quelle che loro definiscono le ingerenze del governo Meloni che però l’esecutivo comunitario non intende per il momento disturbare.

La questione di fondo è che l’Unar, attivo dal 2003, ha un direttore di nomina politica. “E’ nominato dal Presidente del consiglio”, e pertanto “i principi di indipendenza e imparzialità sono pregiudicati e l’ente è soggetto all’influenza politica del governo“, denunciano i firmatari dell’interrogazione rivolta al collegio dei commissari, informati del fatto che in Italia, con l’attuale governo, l’Unar avrebbe “rallentato il finanziamento di progetti anti-discriminazione e interrotto le relazioni formali con le organizzazioni della società civile e i difensori dei diritti umani, in particolare con le associazioni LGBTQIA+”.

La Commissione prende atto e temporeggia. Hadja Lahbib, responsabile per gli Aiuti umanitari e la gestione delle crisi, risponde anticipando che per il momento non si disturberà il governo Meloni per questo. Il caso specifico viene legato alla direttiva sulle norme riguardanti gli organismi per la parità, che però non è ancora entrata in vigore, e che gli Stati membri hanno tempo di recepire fino al 19 giugno 2026. “Una volta raggiunta la data di recepimento del 19 giugno 2026, la Commissione verificherà la conformità alla direttiva delle misure di recepimento notificate dagli Stati membri”, spiega Lahbib. “Qualora il recepimento non sia conforme”, allora l’esecutivo comunitario si attiverà e “interverrà rapidamente, anche avviando, se opportuno, procedure di infrazione”.

La commissaria per la Gestione delle crisi, Hadja Lahbib [foto: Claudio Centonze/imagoeconomica]
Dunque, fino al prossimo anno l’Unar dovrà operare senza che la Commissione europea intervenga in alcun modo, poi dopo giugno 2026 si inizieranno le verifiche del caso, e poi eventualmente si potrebbe procedere. Poi l’Italia entrerà in campagna elettorale, visto che a settembre 2027 si voterà per rinnovare il Parlamento, e potrebbe risultare inelegante irrompere con provvedimenti che potrebbero influire su dibattito e voto.

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Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia