In 14 anni dal ministero dell’Ambiente 4,7 mld di euro contro il dissesto idrogeologico, quando ne servirebbero 40

Intervenendo in Commissione parlamentare d’inchiesta sul dissesto idrogeologico e sismico del territorio italiano, il ministro dell’Ambiente – Gilberto Pichetto – ha affermato che «il rapido finanziamento e una sistematica e coordinata attuazione degli interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico rappresenta una priorità nazionale per la sicurezza di territori e cittadini, oltre che per lo sviluppo del Paese».
A che punto siamo? «Gli strumenti adottati nel periodo 2010-2024, attraverso i vari accordi di programma, piani operativi e piani stralcio, hanno consentito – snocciola Pichetto – la programmazione di 3.763 interventi, per un importo complessivamente messo a disposizione dal Mase, tra fondi di bilancio e Fsc, di circa 4,7 miliardi di euro».
Il ministro ha inoltre riferito alla Commissione che «per l’annualità 2025 sono state messe a disposizione di Regioni e Province ulteriori risorse finanziarie per oltre trecento milioni di euro, le cui procedure di allocazione sono attualmente in corso». Secondo gli ultimi dati disponibili, risalenti al 31 dicembre 2023 (!), gli interventi finanziati contro il dissesto risultano «per il 65,7% ultimati, per il 17,3 in fase di attuazione, per il 14,6 in progettazione, per il restante 2,4 in avvio».
Tanti, pochi? Premesso che allargando il quadro d’osservazione a un quarto di secolo sono stati spesi quasi 20 miliardi di euro, per un totale di 25.539 interventi, basti osservare che per fare davvero i conti con l’acqua – in base alle stime elaborate dalla Fondazione Earth and water agenda (Ewa) – servirebbero 10 mld di euro aggiuntivi l’anno, a fronte dei 7 che il sistema-Paese finora riesce a stanziare.
Volendo limitare il conto ai soli investimenti incentrati sulla lotta al dissesto idrogeologico, si scende comunque a 38,5 miliardi di euro complessivi in un decennio (in linea con gli investimenti stimati già nel 2019 per realizzare gli 11mila cantieri messi in fila dalla struttura di missione "Italiasicura", che ha lavorato coi Governi Renzi e Gentiloni).
Nell’ignavia delle istituzioni, nel mentre, a pagare sono i cittadini alluvionati che da tempo non vedono che una minima frazione dei ristori promessi: a due anni dall’alluvione che colpì l’Emilia-Romagna, su 86.000 cittadini e imprese che hanno subito danni per 8,9 miliardi di euro, solo il 3,5% ha ricevuto un contributo.
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