Italia, la maggioranza si sfalda su von der Leyen: ‘no’ di Fi alla censura, ‘sì’ della Lega. Fdi non vota
Bruxelles – Tutto come da copione. O quasi. Perché il voto sulla mozione di sfiducia alla Commissione europea e alla sua presidente, Ursula von der Leyen, ridisegna all’ultimo momento equilibri e logiche. Lo sanno bene gli italiani in Parlamento europeo, che si distinguono per posizioni ancor più variegate rispetto a quanto annunciato. Emerge innanzitutto la completa disomogeneità della coalizione di governo: Forza Italia vota contro la censura e conferma la fiducia all’esecutivo comunitario, la delegazione della Lega vota compatta ‘sì’ alla sfiducia mentre i membri di Fratelli d’Italia non partecipano al voto.
Spicca il cambio di intenzione della truppa di Giorgia Meloni. Gli europarlamentari del partito della presidente del Consiglio avevano anticipato che si sarebbero espressi contro la mozione di censura, cosa non avvenuta avendo disertato il voto.
Alla fine il dato che emerge, per von der Leyen, è che Forza Italia esce dallo scrutinio come unico referente politico affidabile. “Siamo il partito europeista per eccellenza e oggi lo abbiamo dimostrato”, commenta Fulvio Martuscello, capogruppo di Forza Italia all’Europarlamento.”Quello di oggi – sottolinea – non era un voto sulla Commissione von der Leyen, ma sull’appartenenza all’Europa. E come sempre, Forza Italia c’è”.
La ‘maggioranza Ursula’ originaria (popolari-socialisti-liberali-verdi) già rimessa in discussione dopo un anno di legislatura e che si sfilaccia ancora di più nel giorno della fiducia deve iniziare anche a fare i conti con la delegazione del Partito democratico. Dei 21 europarlamentari del Pd, sette evitano il voto. Un terzo dei componenti scarica di fatto von der Leyen. Mancano all’appello: Brando Benifei, Giorgio Gori, Elisabetta Gualmini, Matteo Ricci, Cecilia Strada, Marco Tarquinio e Alessandro Zan.
Contro la Commissione vota invece il Movimento 5 Stelle, che si esprime non tanto sul merito della questione oggetto della mozione di censura – lo scandalo Pfizergate – quanto sull’intero operato. “L’elenco dei disastri di questa Commissione europea è lunghissimo“, recita la nota diffusa dai pentastellati. “Nell’ultimo anno ha sposato il riarmo anziché una prospettiva di pace in Ucraina, non è intervenuta con decisione per impedire il genocidio a Gaza, ha abbandonato l’industria al proprio destino, ha rinnegato gli impegni ambientali, tagliato i fondi di coesione destinati alle regioni del Sud e adesso si appresta a penalizzare le nostre imprese accettando dei dolorosissimi dazi da Trump senza reagire”, elenca una nota della delegazione.
Non partecipano al voto gli italiani di Europa verde all’interno del gruppo dei Verdi (Cristina Guarda, Ignazio Marino, Leoluca Orlando, Benedetta Scuderi), al pari dei due rappresentanti di Sinistra Italiana (Mimmo Lucano e Ilaria Salis).
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