La BCE lascia invariati i tassi, e avverte sul commercio: “Se il sentimento dei mercati si deteriora rischi per la crescita”
Bruxelles – Le incertezze permangono, l’ottimismo è cauto così come cauto è il muoversi di una Banca centrale europea che non vede miglioramenti della congiuntura economica tale da giustificare nuovi tagli dei tassi di interesse. Il consiglio direttivo della BCE li lascia invariati, senza neppure ipotizzare opzioni differenti. “Oggi non si è discusso né di tagli né di aumenti“, scandisce la presidente della BCE, Christine Lagarde, al termine della riunione.
Il tasso di interesse sui depositi presso la banca centrale resta dunque al 2 per cento, il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principali rimane al 2,15 per cento, e il tasso sulle operazioni di rifinanziamento marginale è confermato al 2,40 per cento. La pausa iniziata a luglio dunque continua e si protrae finché i dati non suggeriranno di procedere in altro modo. Perché, ricorda una volta di più Lagarde, la BCE continuerà a basarsi sulle informazioni a disposizione, e queste faranno fede.
Peggiora l’inflazione nel 2026, meglio la crescita
A proposito di dati, le nuove proiezioni degli esperti dell’Eurosistema indicano un’inflazione complessiva media del 2,1 per cento nel 2025 (invariata rispetto alle stime di settembre), dell’1,9 per cento nel 2026 (+0,2 punti percentuali), dell’1,8 per cento nel 2027 (-0,1 punti percentuali) e del 2 per cento nel 2028. “L’inflazione è stata rivista al rialzo per il 2026, principalmente perché gli esperti ora prevedono un calo più lento dell’inflazione dei servizi“, spiega Lagarde .
Dall’altra parte, però, “si prevede una crescita economica più forte rispetto alle proiezioni di settembre, trainata soprattutto dalla domanda interna”, aggiunge. Sempre numeri alla mano, la crescita per l’eurozona è stata rivista al rialzo all’1,4 per cento nel 2025 (anziché 1,2 per cento stimato a settembre), all’1,2 per cento nel 2026 (anziché 1 per cento) e all’1,4 per cento nel 2027 (invece di 1,3 per cento), e si prevede che il PIL dell’eurozona segnerà +1,4 per cento anche nel 2028. Merito dei consumi interni, che restano il motore principale.
Attenzione a conti e riforme, e pure al commercio
Questa situazione però resta in balia delle volontà politica. Ecco perché Lagarde richiama “l’urgente necessità di rafforzare l’area dell’euro e la sua economia nell’attuale contesto geopolitico”, contraddistinto da sfide e interrogativi. Tra le sfide la presidente della BCE include “sostenibilità delle finanze pubbliche, investimenti strategici e riforme strutturali che favoriscano la crescita”. A questo si aggiunge la necessità avvertita di “sfruttare appieno il potenziale del mercato unico”, giudicato come “fondamentale”, e procedere con “un’ulteriore integrazione del mercato dei capitali completando l’unione del risparmio e degli investimenti e l’unione bancaria“, che implica la ratifica dell’accordo di riforma del Meccanismo europeo di stabilità (MES).
Non solo: “Sebbene le tensioni commerciali si siano allentate, il contesto internazionale ancora volatile potrebbe interrompere le catene di approvvigionamento, frenare le esportazioni e gravare su consumi e investimenti”, continua Lagarde. Senza citare apertamente il trattato di libero scambio UE-Mercosur, l’invito è a evitare strappi e marce indietro. La presidente della BCE avverte: “Un deterioramento del sentimento sui mercati finanziari globali potrebbe portare a condizioni di finanziamento più restrittive, a una maggiore avversione al rischio e a una crescita più debole”. Condizioni di finanziamento più restrittive vuol dire aumento dei tassi di interesse. I governo sono avvertiti.
Qual è la tua reazione?
Mi piace
0
Antipatico
0
Lo amo
0
Comico
0
Furioso
0
Triste
0
Wow
0




