La funzione nascosta di Windows 11 che stravolge la velocità degli SSD

Gli SSD NVMe possono raggiungere prestazioni più alte del previsto su Windows 11, grazie a una funzione nascosta che alcuni utenti hanno individuato negli ultimi aggiornamenti del sistema. La modifica non è ancora pensata per l'uso quotidiano, ma i primi test rivelano incrementi notevoli nelle letture e scritture random 4K, cruciali per la reattività del sistema.

La scoperta ha attirato molta attenzione perché i driver necessari risultano già inclusi nel sistema, anche se non attivi. L'abilitazione è possibile tramite alcune chiavi del registro di sistema, una procedura non priva di rischi e pensata soprattutto per chi sa cosa sta facendo.

La struttura attuale di Windows tratta gran parte delle unità di archiviazione come dispositivi SCSI, una soluzione che deriva da scelte tecniche consolidate quando gli hard disk meccanici dominavano il mercato. Gli SSD NVMe, che gestiscono un livello di parallelismo molto più alto, subiscono così un passaggio di traduzione dei comandi che introduce latenza e uso aggiuntivo di CPU.

Questa impostazione non riguarda solo Windows 11, ma l'intero ecosistema consumer di Microsoft. Il supporto NVMe nativo è invece già disponibile come funzione attivabile in Windows Server 2025, dove l'azienda promette un taglio del 45% nei cicli CPU destinati allo storage e incrementi fino all'80% negli IOPS (Input/Output Operations Per Second).

Gli utenti che hanno attivato manualmente la funzione su Windows 11 descrivono i primi segnali di questo cambio di comportamento: gli SSD NVMe vengono riconosciuti sotto la voce Storage Media invece di comparire come normali unità nella sezione Drives.

Le prove condivise indicano miglioramenti fino al 49% nelle scritture random 4K e al 45% nelle letture. Alcuni test mostrano anche tempi di accesso più brevi e una gestione più efficiente dello storage da parte della CPU.

Gli utenti hanno individuato la procedura nel registro di sistema, da eseguire solo su versioni Windows 11 25H2 dotate di unità NVMe. I passaggi includono tre chiavi da creare nel percorso indicato:

• Digitare regedit nella ricerca e aprire l'Editor del Registro di sistema
• Raggiungere HKEY_LOCAL_MACHINE\SYSTEM\CurrentControlSet\Policies\Microsoft\FeatureManagement\Overrides
• Creare il valore DWORD 735209102 e assegnare 1
• Creare il valore DWORD 1853569164 e assegnare 1
• Creare il valore DWORD 156965516 e assegnare 1
• Riavviare

L'attivazione non è però priva di problemi. Alcuni gestionali per SSD, come Samsung Magician o Western Digital Dashboard, faticano a riconoscere le unità o ne mostrano duplicati. Sono emerse anche anomalie nella visualizzazione delle partizioni, segnali tipici di una funzione non ancora supportata su sistemi consumer.

Nei test condotti con il WD Black SN8100, uno degli SSD più rapidi per operazioni random 4K, il caricamento di Final Fantasy XIV risulta già oggi più veloce di circa un secondo rispetto ad altri modelli, ma è solo un esempio limitato e non un indice su larga scala. Con il supporto nativo NVMe, questi vantaggi potrebbero assumere un peso maggiore laddove la CPU rappresenta un collo di bottiglia.

Tutto ciò mette in evidenza una differenza storica tra sistemi operativi: Linux gestisce nativamente NVMe da molti anni e non richiede interventi nel registro o funzioni sperimentali. Nel frattempo Microsoft deve valutare la compatibilità su una vasta gamma di componenti prima di rendere questa funzione una parte stabile di Windows 11.

Una complessità che non sorprende, considerando l'enorme varietà di schede madri, controller e firmware in circolazione. L'eliminazione di vecchi retaggi SCSI appare però sempre più inevitabile e necessaria, e il passaggio al supporto nativo sembra solo questione di tempo.

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