Lahbib: “No alla protezione temporanea per i palestinesi, non ci sono le condizioni”. Ma il vero problema è Israele

Dicembre 10, 2025 - 19:31
 0
Lahbib: “No alla protezione temporanea per i palestinesi, non ci sono le condizioni”. Ma il vero problema è Israele

Bruxelles – I palestinesi non sono gli ucraini. Per chi si trova a Gaza o in Cisgiordania non ci sarà l’attivazione del meccanismo speciale previsto dalla Direttiva sulla Protezione Temporanea Direttiva sulla Protezione Temporanea, che garantisce accoglienza e protezione internazionale automatica e attraverso procedure accelerate. Il motivo di questo trattamento – o non trattamento – è l‘assenza delle condizioni. Questa, almeno, la motivazione addotta dalla commissaria per la Gestione delle crisi, Hadja Lahbib, nella risposta all’interrogazione parlamentare sollevata dai banchi de laSinistra per sapere se si intende dare accoglienza ai cittadini palestinesi.

La direttiva sulla protezione temporanea con le sue corsie preferenziali in materia di asilo “è applicabile solo se attivata da una decisione del Consiglio adottata a maggioranza qualificata su proposta della Commissione, in caso di afflusso massiccio di sfollati nell’UE”, premette Lahbib, che quindi precisa: “La Commissione non ritiene che le condizioni per attivarne l’applicazione siano attualmente soddisfatte in relazione ai movimenti migratori da Gaza“.

La risposta offerta è di quelle che mettono in risalto l’ipocrisia e i limiti di questa Commissione europea nel trattare la questione arabo-israeliana. Il problema è che non ci sono flussi verso l’UE perché i palestinesi non possono uscire. Quando il 4 marzo 2022 il Consiglio dell’UE ha votato per attivare la speciale direttiva nei confronti degli ucraini, è perché nel momento dello scoppio della guerra tra Russia e Ucraina molte persone hanno preso a lasciare il Paese, cosa che nel caso dei palestinesi non è avvenuta perché resa impossibile dalle autorità israeliane.

Da notare come la stessa Lahbib, nella risposta offerta all’interrogazione parlamentare, riconosca perfettamente questa situazione. “In seguito agli attacchi terroristici dell’ottobre 2023 e alla conseguente guerra a Gaza, Israele ha limitato la circolazione di persone e merci”. In conseguenza di ciò, continua la commissaria, “i cittadini di Gaza sono soggetti a limitazioni per uscire dalla Striscia, e qualsiasi movimento al di fuori di essa deve essere verificato e approvato da Israele”. Gli afflussi massicci non ci sono perché resi impossibili.

Questa situazione mostra dunque, ancora una volta, la difficoltà dell’UE a condannare in modo diretto la leadership di Benjamin Netanyahu per come sta gestendo la risposta ad Hamas e il modo in cui tratta la popolazione civile palestinese. Certo, il fatto che non arrivino profughi evita all’UE il problema di dover gestire nuovi flussi di richiedenti asilo, ma la risposta offerta dalla Commissione è di quelle che lasciano interdetti. Lahbib però prova a rassicurare: “Nell’ambito del meccanismo di protezione civile, l’UE sostiene gli Stati membri e partecipanti nell’organizzazione di evacuazioni mediche per i pazienti palestinesi e i loro accompagnatori”.

Qual è la tua reazione?

Mi piace Mi piace 0
Antipatico Antipatico 0
Lo amo Lo amo 0
Comico Comico 0
Furioso Furioso 0
Triste Triste 0
Wow Wow 0
Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia