Le novità introdotte dal decreto su Terzo settore, sport, crisi d’impresa e IVA

Novembre 24, 2025 - 21:00
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Le novità introdotte dal decreto su Terzo settore, sport, crisi d’impresa e IVA

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Il Consiglio dei Ministri ha approvato in via definitiva un nuovo decreto legislativo che interviene su un ampio ventaglio di ambiti: Terzo settore, disciplina delle crisi aziendali, sport dilettantistico e imposta sul valore aggiunto.


Il provvedimento, presentato dal Ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, rappresenta uno dei tasselli attuativi della riforma fiscale prevista dalla legge delega del 2023. Dopo il confronto con la Commissione europea e l’acquisizione dell’intesa in Conferenza Unificata, il testo ha ricevuto anche i pareri delle commissioni parlamentari competenti, che hanno contribuito ad alcune modifiche rilevanti.

Il decreto si compone di undici articoli e punta, nel suo complesso, a razionalizzare la normativa tributaria, rendere più semplice l’operatività degli enti non profit e aggiornare le regole fiscali connesse al mondo dello sport e alla gestione dell’insolvenza. Tra gli aspetti più significativi figura la proroga al 2036 delle norme che avrebbero imposto a molte realtà associative di adeguarsi agli obblighi strumentali IVA, un aspetto che aveva suscitato forti preoccupazioni nel Terzo settore.

Le novità per volontariato e associazioni

Una parte consistente del decreto riguarda gli enti che operano senza scopo di lucro. L’obiettivo è alleggerire gli adempimenti e armonizzare la normativa con il diritto europeo, rendendo più agevole lo svolgimento delle attività di interesse generale. Una prima misura riguarda la possibilità di trasferire beni strumentali dall’area commerciale a quella non commerciale quando cambia la natura fiscale delle attività svolte: un’operazione che finora aveva comportato dubbi interpretativi e procedure complesse.

Viene inoltre innalzata a 85.000 euro la soglia di ricavi che consente alle organizzazioni di volontariato e alle associazioni di promozione sociale di accedere a un regime forfetario limitato all’IVA. L’innalzamento del tetto è pensato per sostenere gli enti con volumi di attività modesti, riducendo il peso degli adempimenti amministrativi e adeguando la normativa ai livelli europei.

Un ulteriore passaggio riguarda l’esonero dall’obbligo di certificazione dei corrispettivi per chi rientra nel regime forfetario. A partire dal periodo d’imposta successivo al 2025, queste realtà non saranno tenute a certificare fiscalmente vendite e prestazioni destinate agli associati. Una semplificazione significativa per migliaia di piccoli enti che svolgono attività di utilità sociale e che spesso operano con risorse limitate.

Sport dilettantistico: nuove regole fiscali

Il decreto interviene anche sulle norme dedicate alle società e associazioni sportive dilettantistiche. L’obiettivo è rendere più coerente il quadro tributario, soprattutto in vista della riforma complessiva dello sport, che negli ultimi anni ha richiesto numerosi aggiustamenti normativi.

La modifica principale riguarda l’ampliamento dei soggetti che possono usufruire del regime forfetario previsto per le imposte sui redditi e per l’IVA. Tale regime, caratterizzato da semplificazioni rilevanti, rappresenta uno strumento particolarmente apprezzato dalle realtà dilettantistiche, molte delle quali operano con finalità educative, inclusive e sociali. L’intervento mira a favorire la partecipazione dei giovani, la crescita delle attività di base e l’accesso allo sport per categorie svantaggiate.

Crisi d’impresa: aggiornate le regole sulle sopravvenienze

Sul fronte della disciplina dell’insolvenza, il decreto introduce modifiche alla normativa relativa alle sopravvenienze attive, cioè agli incrementi patrimoniali che possono emergere dalla riduzione dei debiti durante procedure concorsuali o soluzioni negoziate della crisi. L’aggiornamento adegua il sistema alle più recenti procedure previste dal Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza, ampliando i casi in cui tali sopravvenienze non sono considerate imponibili ai fini IRES. Una misura che vuole favorire la ripresa delle imprese in difficoltà, evitando che il fisco ostacoli i percorsi di risanamento.

IVA: armonizzazione e semplificazioni

Una parte importante del provvedimento riguarda l’imposta sul valore aggiunto. Tra le modifiche più rilevanti figura l’abrogazione di una norma del 1972 considerata ormai superflua, poiché la materia è già disciplinata altrove. Il decreto chiarisce poi il meccanismo di detrazione dell’IVA per gli enti non commerciali: quando beni o servizi sono utilizzati sia per attività economiche sia per finalità estranee, la detrazione sarà consentita solo per la quota effettivamente riferibile all’attività economica. Una misura che punta a rendere più trasparente l’uso dei fondi pubblici e l’allineamento con la normativa dell’Unione europea.

Vengono inoltre aggiornate le disposizioni sull’invio dei dati relativi agli acquisti transfrontalieri da parte dei prestatori di servizi di pagamento, adeguando il sistema agli standard europei in materia di controlli fiscali e lotta alle frodi.

Un’altra modifica di rilievo è l’estensione della non imponibilità IVA ai servizi connessi al trasporto internazionale dei beni, comprese le attività doganali e quelle svolte da intermediari. La misura semplifica gli scambi e uniforma la normativa italiana a quella europea, agevolando gli operatori che lavorano con l’estero.

Infine, viene eliminato un obbligo introdotto nel 2022 ma mai attuato, che avrebbe imposto alle piattaforme digitali di comunicare all’Agenzia delle Entrate le vendite di beni mobili effettuate verso acquirenti non soggetti a IVA.

Il dossier dedicato al decreto

Qui il documento completo.

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