Affitti brevi, bonus e fisco: i punti che fanno discutere nella Legge di Bilancio 2026

Novembre 24, 2025 - 21:00
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Affitti brevi, bonus e fisco: i punti che fanno discutere nella Legge di Bilancio 2026

lentepubblica.it

A caccia di nuove risorse per sistemare alcuni dei punti più incerti inseriti nella prossima Legge di bilancio 2026: fanno molto discutere i capitoli riservati ad affitti brevi, fisco e ad alcuni bonus specifici.


Uno sforzo di creatività, ma anche la necessità di allineare la manovra alle nuove regole europee sui bilanci, che obbligano alla copertura ferrea sulle nuove leggi di spesa. Tutti quindi all’opera per rintracciare fondi ed anche tra gli emendamenti di maggioranza alla manovra spuntano anche quelli che mirano a recuperare risorse cercando nuove vie. Ipotesi non di facile gestione questa, vista la previsione all’articolo 18 della manovra che individua un gettito previsto di 1 miliardi di euro nel ‘26. Vediamo le disposizioni più discusse, quelle con richiesta di essere rimodulate e le ipotesi di recupero fondi da fonti ‘nuove’.

La norma sui dividendi

Una delle criticità più condivise è rappresentata dall’aumento tassazione sui dividendi. Il tentativo è quello di cercare di abolire, o rimodulare in contrazione, la norma già inserita nella Legge di Bilancio che prevede un aumento della tassazione. La norma attualmente inserita si applica al reddito degli imprenditori e delle società e stabilisce che la tassazione agevolata dei dividendi da partecipazione scatti solo se la quota posseduta nella società sia superiore al 10% del capitale. Facendo un paragone con l‘attuale situazione, i dividendi delle società partecipate con meno del 10% sono oggi tassati all’1,2%. Domani rischiano di essere soggetti alla tassazione ordinaria del 24% (+1900%). Inoltre per gli imprenditori questi redditi entrerebbero nella base imponibile soggetta all’aliquota marginale.

Gli affitti brevi

Sembra aver riscosso consenso trasversale anche la necessità di alleggerire l’inasprimento fiscale sugli affitti brevi. Diverse sigle della maggioranza di governo, con sponde da più parti sui banchi dell’opposizione, hanno presentato emendamenti alla Legge di Bilancio per sopprimere la norma che aumenta la cedolare secca sugli affitti brevi online dal 21 al 26%. Il gettito previsto per questa misura dovrebbe attestarsi sui 100 milioni di euro, quindi possibile trovare modi di compensare con qualche altra misura. Da alcuni fronti è arrivata anche la richiesta di ridurre dal 21% al 16% la cedolare secca sugli affitti oltre l’anno, con qualche proposta che la vorrebbe ridotta al 15%. Difficile però che si possano coprire li 800 milioni che questa contrazione costerebbe riducendo notevolmente l’ingresso di risorse.

Compensazioni fiscali

Levata di scudi sia esterna che interna alla maggioranza anche per non procedere con la stretta sulle compensazioni fiscali prevista dalla manovra. Secondo il testo inserito allo stato attuale nella legge di Bilancio, già a partire dal prossimo luglio i crediti maturati diverrebbe impossibile compensare i debiti previdenziali e assicurativi verso Inps e Inail con i crediti fiscali diversi da quelli che emergono dalle dichiarazioni dei redditi. Questo vorrebbe dire rendere inutilizzabili ad esempio, tutti i crediti 110% già acquistati dalle imprese e dai professionisti del comparto edilizio, si vanificherebbe l’impatto positivo dei crediti di imposta maturati nell’autotrasporto per compensare le accise sui carburanti e tutti i bonus maturati dalle imprese sugli investimenti. Sembra allo stato attuale ‘aperta la porta’ per ragionare sulla mitigazione della stretta, che porterebbe in cassa circa 100 milioni di euro.

Il sisma bonus

Uno dei temi più urgenti da affrontare è quello del sisma bonus2016. Ci sono 5 mila cantieri tra Marche, Umbria, Lazio e Abruzzo che rischiano un buco di 1,4 miliardi di euro visto che il 110% con sconto in fattura e cessione del credito non è stato confermato per il ’26. Il rischio reale è quello che venga bloccata la ricostruzione, peraltro già lentissime, visto che allo stato attuale il bonus è in più casi utilizzato per compensare le spese non coperte dal contributo di ricostruzione.

A rischio 5 mila cantieri

La manovra in essere prevede che nel ‘26 la detrazione del 110% divenga scontabile in 10 anni e non più 4, solo dai proprietari, molti dei quali non hanno capienza fiscale sufficiente a riscattare il credito. Si aggiunge a questi elementi di difficoltà il fatto che molti di quei cantieri sono aggregati di più abitazioni, comparti e condomini che risulterebbero bloccati anche da un solo incapiente. Mentre si cerca una soluzione il MEF esclude la possibilità di ripristinare la cessione del credito. La scelta più probabile sembrerebbe mantenere lo sconto in fattura con una detrazione decennale per le imprese.

Ammortamento per le imprese si spera in un triennale

Si configura un problema per reperire le risorse anche alla misura, richiesta da Confindustria, che individua un nuovo regime fiscale per favorire gli investimenti delle imprese. La richiesta prevede un allargamento degli ammortamenti da scontare dalla dichiarazione dei redditi delle imprese che investano in beni strumentali. Nel disegno, ogni euro speso per i progetti di investimento fino a 2,5 milioni di euro frutterebbe 1,8 euro di deduzioni, che salirebbero a 2,2 euro se fossero collegati al miglioramento energetico. Questa possibilità, inserita in manovra per il 2026 avrebbe maggiore peso e effetto, se fosse prevista almeno su un arco triennale, di contro avrebbe però un peso di circa 8 miliardi l’anno per tre anni.

Fondi alla sicurezza

Infine uno dei temi su cui si concentrano tantissimi degli emendamenti presentati alla manovra è quello delle pensioni e del rafforzamento delle forze dell’ordine. Nella Legge di Bilancio è previsto, nel triennio, già dal 2027, l’innalzamento dell’età di pensionamento di un mese per tutti, salvo per chi fa lavori usuranti.  Per le forze dell’ordine è previsto però un aumento di ulteriori tre mesi.  Questa misura è stata molto contestata dall’intero comparto sicurezza e dalla componente sindacale, che chiede più risorse per la previdenza complementare e per i contratti di lavoro. Allo studio la possibilità di nuove assunzioni o di reperimenti fondi freschi per coprire i costi.

Le proposte per reperire fondi

Tra le proposte creative finalizzate a fare ‘cassa’ la tassa sulla rivalutazione volontaria dell’oro, dell’oro da investimento. L’ipotesi allo studio prevede un’aliquota al 12,5% ed un gettito di 2 miliardi. L’aumento dell’Irap per le banche potrebbe essere l’altra fonte di entrate possibili. L’aumento di due punti della sovrattassa Irap su banche e assicurazioni andrebbe proprio finanziare l’adeguatamente del comparto sicurezza.

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Redazione Redazione Eventi e News