L’export flat rallenta il calo del kidswear italiano nel full year (-2,1%)

Giugno 25, 2025 - 16:00
 0
L’export flat rallenta il calo del kidswear italiano nel full year (-2,1%)
https://www.pambianconews.com/wp-content/uploads/2025/06/Pexels.jpg

Il 2024 del childrenswear italiano si è chiuso a quota 3,1 miliardi di euro con una flessione meno netta del previsto. Il comparto che comprende l’abbigliamento in maglia e tessuto per bambini da 0 a 14 anni (intimo ed accessori inclusi) ha visto un calo del 2,1%, al di sopra delle previsioni comunicate in vista del Pitti Bimbo dello scorso gennaio, quando ci si attendeva una chiusura d’anno a -4,4 per cento. Ad aiutare la moda junior ci ha pensato l’andamento dei mercati internazionali rivelatosi meno negativi di quanto previsto mentre i consumi interni, che restano comunque preponderanti per il settore, rimangono in territorio negativo (-1,4 per cento).

L’export archivia il full year con una crescita dello 0,3%, dinamica questa che conferma le vendite oltre confine a poco più di 1,5 miliardi di euro. L’incidenza media delle vendite estere sul giro d’affari complessivo sale al 48,9 per cento. Le importazioni settoriali, invece, sono interessate da una variazione negativa del 4%, per un totale di circa 2,6 miliardi. La bilancia commerciale settoriale presenta un disavanzo per 1,01 miliardi, guadagnando così circa 110 milioni rispetto al 2023.

Nel 2024 l’export del solo abbigliamento per neonati (per il quale si possono isolare le voci doganali di pertinenza e, quindi, i flussi commerciali con l’estero per nazione) archivia un calo dell’1,%, portandosi a circa 155,2 milioni di euro.

Se si guarda alle macro-aree geografiche, sul fronte export le aree Ue e quelle extra-Ue presentano una dinamica dicotomica: le prime, con un’incidenza del 42,%, cedono il 16%, mentre le seconde aumentano del 13,8 per cento.

Gli Stati Uniti, grazie ad una crescita del 36,7%, guadagnano il primo posto tra i paesi di destinazione per la moda bebè e raggiungono così i 13,9 milioni di euro, corrispondente all’8,9% del totale settoriale. La Spagna, in calo del 9,9%, scende al secondo posto, seguita dagli Emirati Arabi Uniti con un notevole +95,6 per cento. Tra i Paesi con andamenti negativi ci sono Francia (-11,2%), Regno Unito (-6,3%), Cina (-14,2%) e Germania (-22,0 per cento). Bene Hong Kong e Qatar che salgono rispettivamente in ottava e undicesima posizione. La Russia, mercato che è stato per anni il primo sbocco del childrenswear italiano, è interessata anch’essa da una dinamica positiva (+9,3%), sebbene rappresenti una quota contenuta al 2,8 per cento.

Nel caso dei flussi in ingresso, sempre con riferimento al solo abbigliamento bebè, si evidenzia un calo, nella misura del 3,8%, per un totale di 335,2 milioni di euro.

In Italia il sell-out di moda junior, secondo le rilevazioni svolte da Sita Ricerca per conto di Confindustria Moda, perde l’1,4% a valore e l’1,1% a volume. Sotto il profilo merceologico, il segmento bambina, strutturalmente preponderante, è quello che presenta il calo minore in termini di spesa (-1%), seguito dal bambino in flessione dell’1,4% e infine dal neonato che, con una variazione del -2,3%, registra la dinamica peggiore.

Dal punto di vista temporale, il 2024 è inizia con un primo bimestre in calo del 3,1%, il periodo marzo-agosto (primavera/estate 2024) ancora in flessione del 3,2 per cento. Il bimestre settembre-ottobre è l’unico a presentare una crescita (+4,9%), gli ultimi due mesi dell’anno archiviano un -0,6 per cento. Questa dinamica sfavorevole si riscontra anche all’inizio del 2025, che si apre con i primi due mesi in perdita del 3,7 per cento. Settembre 2024-febbraio 2025 (autunno/inverno 2024) archivia un decremento medio pari al -0,1% in valore, ma a volume presenta una crescita dello 0,4 per cento.

L’analisi del sell-out per canale mette in luce l’evoluzione delle scelte di acquisto dei consumatori. Sulla base delle rilevazioni statistiche di Sita Ricerca per Confindustria Moda (in tal caso riferite al periodo compreso dalla primavera/estate 2024 all’autunno/inverno 2024-25) le catene si confermano il primo canale per il mercato junior, con un’incidenza del 47,7% sul totale, nonostante chiudano il periodo in esame in flessione del 3,9 per cento. La grande distribuzione organizzata nel suo complesso presenta una crescita del 4,9% e copre il 31,6% del mercato.  Il dettaglio indipendente nella stagione in esame archivia una variazione negativa del 5,6%, scendendo quindi al 12,1% di quota; anche gli outlet/negozio stokkista, che detengono uno share confinato allo 0,6%, presentano una flessione del 6,3 per cento.

L’ambulante, al contrario, mette a segno una variazione positiva a doppia cifra (+10,9%), a cui corrisponde l’1,8% dei consumi, a contribuire a questa dinamica è soprattutto il segmento neonato, interessato da un aumento del 21 per cento.

Il sell-out del canale digitale, pari al 5,6% del mercato permane in territorio negativo. L’e-commerce registra una contrazione dell’8,1 per cento. In particolare il segmento neonato decresce del 13,7%, seguito dal segmento bambina (-8,2%) e dal bambino (-7,1 per cento).

Per quanto concerne il 2025, secondo i dati Istat ad oggi disponibili con riferimento al solo segmento bebè, il trade con l’estero si rileva molto positivo nei primi due mesi. L’export archivia un incremento del 15,4 per cento. I principali mercati evidenziano andamenti contrastanti: gli Emirati Arabi, in crescita dello 0,6%, si confermano in prima posizione, seguiti da Israele, che grazie ad un incremento molto importante, balza al secondo posto. Al contrario, gli Stati Uniti presentano una flessione del 5,9% e scendono in terza posizione. Sono interessati da una dinamica negativa pochi altri principali paesi di destinazione, come la Francia (-11,8%), la Germania (-11,7%), i Paesi Bassi (-7,5%) e la Grecia (-13,3 per cento). Al contrario, ritmi molto vivaci caratterizzano le vendite in Cina (con una quota export del 4,8%, registra un aumento a tre cifre), Bulgaria (+33,9%, 2,9% delle vendite), Qatar (+92,6% e un’incidenza pari al 2,5%) e la Romania (+103,9%, 1,8% delle esportazioni).

Qual è la tua reazione?

Mi piace Mi piace 0
Antipatico Antipatico 0
Lo amo Lo amo 0
Comico Comico 0
Furioso Furioso 0
Triste Triste 0
Wow Wow 0
Redazione Redazione Eventi e News