L'inchiesta sul marchio di lusso Loro Piana: c'è l'ombra del caporalato

Lug 16, 2025 - 04:00
 0
L'inchiesta sul marchio di lusso Loro Piana: c'è l'ombra del caporalato

lentepubblica.it

Il prestigioso marchio italiano Loro Piana, simbolo del lusso tessile ed emblema del Made in Italy, è finito al centro di un’indagine giudiziaria che getta ombre di capolarato sulla filiera produttiva dell’alta moda.


Secondo quanto emerso da un’inchiesta coordinata dalla Procura di Milano, l’azienda – controllata dal colosso francese LVMH – avrebbe beneficiato indirettamente di un sistema basato sullo sfruttamento del lavoro, attraverso una rete opaca di appalti e subappalti.

Il Tribunale di Milano, su richiesta del pubblico ministero Paolo Storari e del procuratore capo Marcello Viola, ha pertanto disposto l’amministrazione giudiziaria per Loro Piana Spa. Il provvedimento arriva dopo un’attenta indagine dei Carabinieri del Nucleo per la Tutela del Lavoro, nell’ambito di un filone investigativo che coinvolge anche altri nomi noti del settore, tra cui Armani, Dior, Alviero Martini e Valentino Bags.

L’inchiesta sul marchio di lusso Loro Piana: c’è l’ombra del caporalato

Il cuore dell’indagine riguarda la produzione di capi in cashmere, come giacche vendute a prezzi che variano dai mille ai tremila euro nei negozi, ma realizzate in condizioni al limite del disumano. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, la manodopera impiegata sarebbe stata in gran parte irregolare, reclutata in nero e costretta a lavorare in ambienti degradati, senza tutele, in condizioni di forte precarietà, con turni estenuanti anche nei giorni festivi e notturni.

La filiera della produzione, come descritto dagli investigatori, si sviluppava su più livelli. Loro Piana avrebbe affidato parte della lavorazione alla Evergreen Fashion Group, società con sede nel centro di Milano, ma priva di impianti produttivi. Evergreen, a sua volta, subappaltava alla Sor-Man di Nova Milanese, che delegava la confezione dei capi a due laboratori cinesi situati alle porte di Milano: Clover Moda e Dai Meiying. Proprio in questi opifici si sarebbero verificate le violazioni più gravi: operai asiatici, per lo più senza documenti, vivevano in dormitori abusivi annessi ai laboratori e lavoravano senza contratto, in condizioni insalubri e con macchinari privi di dispositivi di sicurezza.

Secondo la Procura di Milano attraverso quanto ricostruito dal Pubblico Ministero Paolo Storari, Loro Piana avrebbe dovuto essere consapevole dell’assenza di capacità produttiva della società a cui aveva affidato l’appalto e, di conseguenza, dell’inevitabile ricorso a fornitori terzi non qualificati. La Procura non attribuisce al marchio una piena consapevolezza delle violazioni commesse lungo la catena produttiva, ma sottolinea come l’azienda non disponga di un sistema di controllo interno in grado di prevenire rapporti con soggetti coinvolti in pratiche illecite.

La risposta dell’azienda di moda

Dopo la decisione del tribunale di sottoporre l’azienda a vigilanza giudiziaria, Loro Piana ha espresso piena disponibilità a collaborare con le autorità. In un comunicato ufficiale, la società afferma di aver interrotto i rapporti con il fornitore coinvolto non appena venuta a conoscenza della situazione, il 20 maggio 2025, “in meno di 24 ore”.

Loro Piana condanna fermamente ogni forma di sfruttamento e riafferma il proprio impegno per il rispetto dei diritti umani e delle leggi lungo tutta la filiera produttiva“, si legge nella nota. L’azienda sostiene inoltre che gli importi indicati dall’inchiesta – che parlano di capi pagati meno di 100 euro ai laboratorinon rappresentano le somme realmente versate ai fornitori, né rispecchiano il valore complessivo dei materiali utilizzati e della manifattura.

Riaccesi i riflettori su un problema di cui si discute da tempo

Il caso ha acceso i riflettori su un problema più ampio che riguarda l’intero comparto del lusso: la tendenza a delocalizzare e frammentare la produzione per contenere i costi, spesso a discapito dei diritti dei lavoratori. Più la catena di produzione si allontana dalla casa madre, più cresce il rischio che vengano aggirati i controlli e violati gli standard etici.

L’inchiesta su Loro Piana, dunque, non è un episodio isolato, ma si inserisce in un contesto più ampio che sta mettendo in discussione il modello produttivo di un settore che, pur costruito sull’eccellenza, potrebbe celare meccanismi di sfruttamento ben distanti dal valore che sbandiera. Una realtà che ricorda da vicino la celebre scena del film Gomorra di Matteo Garrone, in cui un abile sarto, interprestato da Salvatore Cantalupo interpreta l’iconico personaggio di Pasquale, che lavora per l’alta moda ma in nero e sfruttato dalla camorra. Un personaggio che cuce per marchi prestigiosi senza mai beneficiarne: un’immagine potente che oggi torna prepotentemente attuale, ma stavolta nel cuore dell’industria ufficiale.

The post L'inchiesta sul marchio di lusso Loro Piana: c'è l'ombra del caporalato appeared first on lentepubblica.it.

Qual è la tua reazione?

Mi piace Mi piace 0
Antipatico Antipatico 0
Lo amo Lo amo 0
Comico Comico 0
Furioso Furioso 0
Triste Triste 0
Wow Wow 0
Redazione Redazione Eventi e News