Meloni ignora Salvini e conferma nuovi aiuti all’Ucraina entro la fine dell’anno

Dicembre 4, 2025 - 11:00
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Meloni ignora Salvini e conferma nuovi aiuti all’Ucraina entro la fine dell’anno

Il governo non cambia rotta sul sostegno militare all’Ucraina, almeno non lo farà per le resistenze della Lega e l’irritazione palpabile di Matteo Salvini. Dal Bahrein, dove partecipa al vertice con i Paesi del Golfo, Giorgia Meloni ha confermato la linea dell’esecutivo: il decreto che autorizza l’invio di nuove forniture a Kyjiv «si farà, in uno dei prossimi Consigli dei ministri». E sarà varato comunque «entro la fine dell’anno», perché la possibilità di spedire aiuti «scade il 31 dicembre».

La premier liquida così, almeno in apparenza, il mini-incidente avvenuto nelle ultime ore. Il provvedimento era comparso nell’ordine del giorno del Consiglio dei Ministri, poi era sparito. Per alcuni stop imposti da Salvini, che avrebbe chiesto lo stralcio personalmente al telefono, per Meloni solo una questione «logistica». Ma la sostanza non cambia: «Noi lavoriamo per la pace, ma finché c’è una guerra aiuteremo l’Ucraina a difendersi. Questo non significa lavorare contro la pace», ha detto Meloni a margine del vertice. È un messaggio diretto, che risponde a Salvini senza chiamarlo in causa.

Il decreto, nello specifico, è una proroga annuale che autorizza le forniture militari e civili fino al 2026. Approderà quindi sul tavolo del governo tra la prossima settimana e la riunione già fissata in agenda per il 23 dicembre. Il Parlamento avrà poi sessanta giorni per convertirlo. Una corsa contro il tempo resa più complessa dalle frizioni interne alla maggioranza, che l’opposizione non manca di sottolineare: per Peppe Provenzano del Partito democratico le parole della premier «certificano divisioni gravi sulla politica estera», mentre Giuseppe Conte liquida tutto come «un ipocrita teatrino».

Dal Golfo, Meloni risponde anche alle dichiarazioni dell’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, presidente del Comitato militare della Nato, che in un’intervista al Financial Times ha evocato possibili «attacchi preventivi» nella guerra ibrida con la Russia. La premier invita alla cautela: «Siamo in una fase in cui bisogna misurare bene le parole, evitare ciò che può generare confusione o far surriscaldare gli animi».

Una presa di distanza prudente, che però apre un nuovo solco nel governo. Perché mentre Meloni predica prudenza, l’altro vicepremier Antonio Tajani incontra l’ammiraglio a Bruxelles e lo difende senza esitazioni: «Stima e solidarietà. Non ho trovato nulla di strano nelle sue parole, forse c’è stata una traduzione imperfetta». Un doppio registro che fotografa, ancora una volta, gli equilibri complessi della maggioranza.

La presidente del Consiglio ha annunciato anche l’invio di nuovi generatori di corrente richiesti dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky: un aiuto «alla popolazione civile», sempre più esposta agli attacchi russi contro infrastrutture e rete elettrica durante l’inverno. «Ci stiamo dedicando anche a questo», spiega Meloni, insistendo sul fatto che solo Mosca, a oggi, «non mostra una reale disponibilità a negoziare», mentre Kyjiv, Stati Uniti ed Europa restano aperti a un percorso diplomatico.

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Redazione Redazione Eventi e News