Mia moglie su Facebook, quando il corpo delle donne è merce di scambio tra uomini: “È uno stupro virtuale”

Aveva ottenuto grande visibilità, innescato un dibattito duro e serrato, aperto un conflitto sulle sue stesse pagine. Erano iscritte 32mila persone al gruppo aperto su Facebook “Mia moglie”, seguito da tre cuoricini. Popolato principalmente ma non solo da uomini, argomento principale: il corpo delle donne. Quello delle mogli, appunto, compagne o conoscenti o sconosciute fotografate e postate: ma nei commenti per aggirare i controlli della piattaforma. E via il commento libero e sboccato, volgare e viscido.
E certo: non si poteva sapere, confermare, verificare se i corpi, le parti intime fotografate e lasciate in pasto alle osservazioni più sfrenate fossero realmente di mogli o compagne. Già soltanto rivendicarlo era però grave. Basterebbe soltanto la questione del consenso – di una moglie, parente, conoscente, sconosciuta – per giustificare le tantissime segnalazioni arrivate alla pagina. Alcuni utenti hanno cominciato a esprimere il loro sdegno direttamente su quelle pagine fino alla chiusura arrivata oggi intorno a ora di pranzo, mentre la questione stava diventando mainstream.
A far esplodere il caso è stata in particolare Carolina Capria, autrice e attivista femminista che ha denunciato la pagina tramite il suo profilo Instagram, “L’hascrittounafemmina”. Il gruppo era aperto da sette anni, lasciava intendere collegamenti con altre chat di altre applicazioni. “Segnalato. La cosa più orribile di tutte sono le foto delle persone ignare di essere postate commentate fotografate violentate. Persone che dormono o che stanno in spiaggia a rilassarsi. È di una violenza allucinante. Mi viene da piangere dalla rabbia”, aveva scritto Capria.
Chi ha commentato e spiegato ha collegato la pagina al caso di Gisèle Pelicot, la donna francese violentata per anni da decine di uomini con complicità del marito e dietro pagamento. “Le donne rappresentano da sempre il terreno sul quale gli uomini si sfidano e misurano la loro virilità – scriveva ancora Capria – Mostrare a un altro la ‘propria’ donna come un bene che si può concedere ma comunque si possiede significa stabilire una gerarchia, creare un rapporto con quell’uomo che altrimenti sarebbe impossibile forgiare. É un gioco nel quale le donne sono solo una merce, un bene che aggiunge valore all’uomo che la possiede. Un corpo intermedio tra due corpi che altrimenti non sanno come stabilire un rapporto. Perché l’unico rapporto è quello che ha al centro la virilità”.
Il Partito Democratico aveva chiesto la chiusura del gruppo. “Basta tolleranza del sessismo e della violenza contro le donne sui social, altrimenti è complicità – il commento del gruppo del Pd nella Commissione Femminicidio e violenza del Parlamento – Troviamo sconcertante e inaccettabile l’esistenza di queste chat misogine, specchio di una cultura di possesso e sopraffazione che ignora il consenso delle donne. Chiediamo alla piattaforma Meta di chiuderla immediatamente, vigilando sulla sua possibile e purtroppo probabile riapertura sotto altro nome, così come di monitorare qualsiasi altra forma di maschilismo tossico e nocivo, veicolato attraverso i social di sua competenza”.
Nel primissimo pomeriggio di oggi il gruppo è stato chiuso. “Abbiamo rimosso il Gruppo Facebook Mia Moglie per violazione delle nostre policy contro lo sfruttamento sessuale di adulti – ha spiegato Meta con un comunicato alle agenzie -. Non consentiamo contenuti che minacciano o promuovono violenza sessuale, abusi sessuali o sfruttamento sessuale sulle nostre piattaforme. Se veniamo a conoscenza di contenuti che incitano o sostengono lo stupro, possiamo disabilitare i gruppi e gli account che li pubblicano e condividere queste informazioni con le forze dell’ordine”.
Caso tutt’altro che chiuso però: e non soltanto perché un altro gruppo con lo stesso nome è già stato aperto, con il fondatore, un informatico di Torino, che compare con nome e cognome. Questa volta il gruppo però è chiuso. “Abbiamo appena creato un nuovo gruppo privato e sicuro, chiedete informazioni qui sotto, e vi mandiamo il link, solo dopo essere stati autenticizzati come coppia reale… saluti ed in c*lo a i moralisti …”. Già sono in tanti a segnalare tanti altri gruppi di questo genere tra social e app di messagistica.
Qual è la tua reazione?






