Non è solo questione di stanchezza: cosa accade davvero al corpo quando dormiamo troppo poco

In un mondo che non si ferma mai, dormire sembra quasi un lusso. Orari sballati, stress e l’uso eccessivo di dispositivi digitali hanno ridotto le ore di sonno per milioni di persone. Ma ciò che molti ignorano è che dormire poco non compromette solo la concentrazione e l’umore, bensì incide direttamente sulla salute metabolica.
Un nuovo studio pubblicato su JAMA Network Open ha evidenziato un collegamento chiaro tra ridotto tempo di sonnoe alterazioni nei livelli di colesterolo e glicemia. In altre parole, chi dorme regolarmente meno di sei ore per notte rischia di più di sviluppare sindrome metabolica, una condizione che aumenta la probabilità di diabete di tipo 2 e di malattie cardiovascolari.
Cosa succede al corpo quando dormiamo poco

Il sonno non è solo riposo. Durante la notte il corpo regola ormoni, processi infiammatori e metabolismo.
Quando il sonno è insufficiente, si altera l’equilibrio di due ormoni fondamentali: leptina e grelina, che controllano fame e sazietà. La conseguenza è una maggiore voglia di zuccheri e grassi, con un impatto immediato sulla glicemia e sui livelli di colesterolo.
Lo studio ha analizzato oltre 3000 adulti tra i 40 e i 70 anni, monitorando abitudini di sonno e parametri metabolici. Chi dormiva meno di sei ore a notte mostrava colesterolo HDL più basso, trigliceridi più alti e valori glicemici più elevati rispetto a chi dormiva tra le sette e le otto ore.
Inoltre, nei soggetti con sonno irregolare, i ricercatori hanno osservato una maggiore resistenza all’insulina, cioè una minore capacità del corpo di utilizzare lo zucchero nel sangue come fonte di energia. È lo stesso meccanismo che, nel tempo, porta allo sviluppo del diabete.
Sonno e cuore: un legame profondo
La mancanza di sonno non danneggia solo il metabolismo, ma anche il cuore.
Le persone che dormono poco presentano spesso una pressione arteriosa più alta e un livello di infiammazione sistemica maggiore, fattori che contribuiscono all’invecchiamento precoce dei vasi sanguigni.
Secondo la National Sleep Foundation, dormire meno di sette ore a notte può aumentare del 20–30% il rischio di infarto o ictus. E non è solo una questione di quantità: anche la qualità del sonno è fondamentale.
Le interruzioni notturne, l’apnea del sonno o l’uso di dispositivi elettronici prima di dormire peggiorano la qualità del riposo e alterano il ritmo circadiano, influendo negativamente su colesterolo e glicemia.
Anche l’orario dei pasti conta
Gli esperti sottolineano che il problema non è solo “quanto” si dorme, ma “quando”.
Chi mangia tardi la sera o fa spuntini notturni costringe il corpo a lavorare quando dovrebbe rigenerarsi.
Questo incide sulla secrezione di melatonina, l’ormone del sonno, ma anche sull’insulina, che regola la glicemia.
Alcune ricerche dell’Università di Harvard hanno dimostrato che cenare due o tre ore prima di dormire migliora il controllo glicemico e il metabolismo dei grassi. Al contrario, chi cena tardi o salta il sonno tende a bruciare meno calorie e a immagazzinare più grasso viscerale, quello più pericoloso per il cuore.
Troppa caffeina e schermi accesi: i nemici del riposo
Una delle cause principali della carenza di sonno è l’abuso di caffeina e di dispositivi elettronici nelle ore serali.
La luce blu degli schermi di smartphone e computer sopprime la produzione di melatonina, ritardando l’addormentamento.
Allo stesso modo, l’assunzione eccessiva di caffè o bevande energizzanti dopo le 16 può prolungare la fase di veglia e alterare i cicli del sonno.
Gli esperti consigliano di creare una routine serale rilassante, evitando cibi pesanti, alcol e schermi almeno un’ora prima di coricarsi. Anche una breve passeggiata o la lettura di un libro possono aiutare a “staccare” il cervello e favorire un sonno più profondo.
Sonno, stress e metabolismo: un circolo vizioso
Stress e mancanza di sonno sono strettamente legati. Quando si dorme poco, aumenta la produzione di cortisolo, l’ormone dello stress. Livelli cronici di cortisolo elevati spingono il fegato a produrre più glucosio, innalzando la glicemia. Allo stesso tempo, il corpo tende a immagazzinare grasso addominale, peggiorando ulteriormente i parametri metabolici.
È un circolo vizioso che nel tempo può portare alla sindrome metabolica: una combinazione di pressione alta, trigliceridi elevati, glicemia instabile e colesterolo HDL basso. Tutti fattori che aumentano il rischio di malattie cardiovascolari.
Quanto si dovrebbe dormire davvero
Gli esperti della Sleep Research Society raccomandano di dormire tra 7 e 8 ore per notte.
Non si tratta solo di quantità, ma anche di regolarità: andare a letto e svegliarsi sempre alla stessa ora aiuta a stabilizzare i ritmi biologici e a migliorare la sensibilità insulinica.
Anche i “sonnellini strategici” possono essere utili: brevi pause di 20–30 minuti durante il giorno migliorano l’attenzione senza interferire con il sonno notturno. Tuttavia, dormire troppo nel weekend per “recuperare” le ore perse non basta a compensare gli effetti negativi di una settimana di riposo insufficiente.
Alimentazione e stile di vita per dormire meglio
Il sonno e la dieta sono due facce della stessa medaglia. Un’alimentazione ricca di frutta, verdura, cereali integrali e acidi grassi omega-3 contribuisce a migliorare la qualità del sonno. Al contrario, diete ricche di zuccheri raffinati e grassi saturi tendono ad aumentare l’infiammazione e a disturbare il riposo.
Alcuni alimenti contengono naturalmente sostanze che favoriscono il rilassamento, come triptofano (presente in yogurt, tacchino e banane) e magnesio (nelle mandorle, spinaci e legumi). Bere una tisana alla camomilla o alla melissa prima di dormire può essere un piccolo ma efficace rituale per favorire il sonno naturale.
Dormire bene è una forma di prevenzione
Dormire a sufficienza è un gesto semplice ma potentissimo per la salute.
Un buon sonno rafforza il sistema immunitario, regola il peso corporeo e riduce il rischio di malattie croniche.
Come ricordano i ricercatori della Harvard Medical School, dormire bene è una delle forme più efficaci — e meno costose — di prevenzione sanitaria.
In altre parole, curare il sonno è curare il futuro: bastano poche ore di riposo in più per migliorare glicemia, colesterolo e, in definitiva, la qualità della vita.
L'articolo Non è solo questione di stanchezza: cosa accade davvero al corpo quando dormiamo troppo poco proviene da Blitz quotidiano.
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