La BCE frena sul prestito all’Ucraina con gli asset russi. Bruxelles: “Cerchiamo soluzioni alternative per garantire liquidità”

Dicembre 3, 2025 - 05:00
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La BCE frena sul prestito all’Ucraina con gli asset russi. Bruxelles: “Cerchiamo soluzioni alternative per garantire liquidità”

Bruxelles – Non solo il Belgio, anche la Banca Centrale Europea si mette di traverso sul piano messo a punto dalla Commissione europea per garantire l’assistenza economica all’Ucraina per il prossimo biennio utilizzando gli asset russi congelati in UE. Dopo la rivelazione del Financial Times – secondo cui la BCE si rifiuterebbe di fornire garanzie per il prestito da 140 miliardi per Kiev -, “l’imminente” proposta legislativa torna ai box. “Stiamo cercando soluzioni alternative per garantire la liquidità necessaria”, ha confermato oggi l’esecutivo UE.

Nel piano della Commissione, sarebbero i Paesi membri a dover fornire le garanzie per il rischio di un eventuale rimborso a Euroclear, la società belga di servizi finanziari che detiene la maggior parte dei beni della Banca Centrale Russa congelati sul territorio europeo. Tuttavia, il quotidiano britannico ha riportato questa mattina le affermazioni di diversi funzionari UE, secondo cui le cancellerie europee non sarebbero in grado di assicurare una copertura finanziaria rapida in caso di emergenza, e che dunque – per evitare di mettere in agitazione i mercati – la Commissione avrebbe chiesto alla BCE di “fungere da prestatore di ultima istanza” per Euroclear. La Banca Centrale Europea “ha concluso che la proposta della Commissione europea viola il suo mandato”, riporta ancora il Financial Times.

Lo scorso 17 novembre, la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha messo sul tavolo in una lettera alle capitali tre opzioni per poter coprire il fabbisogno monstre dell’Ucraina per il prossimo biennio.  Sovvenzioni bilaterali dei Paesi membri, una qualche forma di indebitamento comune sui mercati finanziari, o l’utilizzo dei fondi di Mosca. “Non vedo alcun scenario in cui i contribuenti europei pagheranno da soli il conto”, ha dichiarato pochi giorni fa al Parlamento europeo di Strasburgo, ribadendo la propria preferenza per la terza opzione.

Il tempo stringe, la prossima primavera le casse di Kiev saranno vuote, e a quel punto la Russia avrebbe un enorme vantaggio al tavolo delle trattative. Ieri, l’Alta rappresentante UE per gli Affari Esteri, Kaja Kallas, ha assicurato che al Consiglio europeo del 18 dicembre i leader troveranno una soluzione. Mettere con le spalle al muro il Belgio e il suo premier Bart de Wever però è un’impresa meno ardua che superare la valutazione negativa della Banca Centrale europea.

La portavoce capo della Commissione europea, Paula Pinho, oggi ha confermato che Bruxelles è “alla ricerca di una soluzione fattibile che affronti le preoccupazioni sollevate nelle discussioni sul prestito di riparazione, stiamo contattando tutti coloro che potrebbero essere interessati a qualsiasi soluzione che proponiamo”. Gli Stati membri, le istituzioni finanziarie coinvolte, la Banca Centrale europea. “Alla luce anche della posizione della Bce, stiamo portando avanti discussioni su come assicurare che questa liquidità possa essere garantita: stiamo fondamentalmente cercando soluzioni alternative e questo fa parte di tutto il lavoro che si sta svolgendo in questo momento sul Prestito di riparazione”, ha spiegato.

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Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia