Non si ferma la strage: ogni anno in Italia migliaia di vittime per incidenti stradali

Dicembre 3, 2025 - 21:00
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Non si ferma la strage: ogni anno in Italia migliaia di vittime per incidenti stradali

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Domenica 19 novembre si è celebrata la Giornata Mondiale in Ricordo delle Vittime della Strada, istituita dalle Nazioni Unite nel 1993: focus sulla situazione attuale e sugli scenari futuri in materia a cura di Fabio Ascenzi.


Come ogni anno, gli eventi organizzati in molte città italiane ed europee fanno da sfondo anche alle riflessioni che scaturiscono dai diversi studi che monitorano questo fenomeno straziante.

In Italia 1.310 vittime nella prima metà del 2025

Dalle stime preliminari rilasciate da Aci-Istat, nel primo semestre 2025 si sono verificati 82.344 incidenti stradali con lesioni a persone; un dato in leggero calo rispetto al medesimo periodo del 2024 quando erano stati 83.385.

Stessa tendenza per i decessi, 1.310 contro i 1.406 (-6.8%) e per i feriti, passati da 112.428 a 111.090 (-1.2%).

Praticamente, ogni giorno si sono verificati 455 incidenti, con 614 feriti e oltre 7 vittime; in aumento quelli sulle autostrade (+4.4%), mentre risultano in diminuzione sulla viabilità urbana (-8.4%) ed extraurbana (-7.1%).

Il dato definitivo del 2024 parla di 173.364 episodi con lesioni a persone (nel 2023 erano stati 166.525), che hanno causato 3.030 decessi (3.039 nel 2023) e 233.853 feriti (224.634 nel 2023). In media, 475 incidenti, 8.3 morti e 641 feriti ogni giorno.

Sono tra le cifre più alte dei 27 Paesi UE, che hanno collocato l’Italia al 19° posto per la riduzione della mortalità nell’arco dell’ultimo decennio.

Come maggiori comportamenti errati alla guida si confermano la distrazione, il mancato rispetto della precedenza e la velocità troppo elevata; la loro somma costituisce il 37.8% delle cause (85.339 casi).

Molto alto anche il numero dei pedoni uccisi

Tra questi, ancora più impressionanti le cifre dei pedoni uccisi. A denunciarlo il Rapporto annuale dell’Asaps (Associazione Sostenitori e Amici della Polizia Stradale), che si occupa di monitorare quotidianamente il conteggio.

Dal 1° gennaio a novembre 2025 sono deceduti 383 pedoni (233 maschi e 150 femmine). In leggero calo se confrontati al novembre dell’anno scorso, quando erano stati 421.

Il 2024 si era chiuso con la morte di 470 pedoni. Questi dati, peraltro, potrebbero essere pure sottostimati, poiché l’Istat conta solo i decessi nei primi 30 giorni dal sinistro, mentre spesso ci sono feriti gravi che perdono la vita negli ospedali anche a distanza di mesi.

Entrando a fondo delle cifre disponibili per il 2025, si scopre che 166 investimenti mortali sono avvenuti sulle strisce pedonali.

Rispetto all’età, risulta che 194 avevano più di 65 anni, oltre la metà del totale. Ma sono anche 56 nella fascia 50-49 anni, 29 in quella 30-19 e 15 sotto i 18 anni.

Rispetto ai territori, in vetta alla classifica c’è la Lombardia con 59 vittime, seguita dal Lazio con 56 decessi (di cui 30 solo a Roma). Seguono: Emilia-Romagna 35, Sicilia 33, Piemonte 25, Campania 22, Veneto e Toscana 21; Liguria 20, Puglia 19, Calabria 13, Friuli-Venezia Giulia e Abruzzo 12, Sardegna 11, Marche e Umbria 9, Basilicata e Provincia

Autonoma Trento 2, Provincia Autonoma Bolzano e Valle d’Aosta 1, Molise 0 In 32 episodi il conducente è fuggito dopo aver investito il pedone.

Oltre 20.000 vittime sulle strade europee

Nel 2024 i morti in nell’Unione Europea sono stati 20.017 (circa 55 al giorno); in leggera diminuzione (-2%) sull’anno precedente, ma ancora molto distante da quel 6.7% annuo necessario per raggiungere l’obiettivo UE di ridurre le vittime di incidenti stradali del 50% entro il 2030.

A monitorare la situazione è il programma Road Safety Performance Index (PIN) dell’ETSC.

Dai risultati riferiti al 2024 emerge che solo in 21 Paesi UE su 32 si è registrato un calo delle morti rispetto all’anno precedente.

Tra gli Stati più sicuri spicca la Norvegia, con appena 16 decessi per milione di abitanti. Bene anche Lituania e Polonia (-35% ciascuna) e Slovenia (-33%); male invece Svizzera (+34%) ed Estonia (+33%).

Qualche passo in avanti, ma resta ancora molto da fare

L’UE riesaminerà il suo quadro politico per la sicurezza stradale nel 2025, in occasione del prossimo bilancio (2028- 2034) e della revisione del regolamento sulla sicurezza generale prevista per il 2027.

In Italia è passato quasi un anno dall’entrata in vigore del nuovo Codice della Strada.

Secondo il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti le misure introdotte hanno determinato una significativa diminuzione degli incidenti e delle vittime.

Non della stessa idea le Associazioni dei familiari delle vittime, per le quali si sarebbero potute salvare molte più vite se la riforma del Codice e i decreti MIT non avessero osteggiato tanti strumenti di prevenzione salvavita, come autovelox e Città30.

Comunque sia, è indubbio che resta ancora molto da fare. L’aspetto normativo è importante; ma la spinta maggiore dovrebbe venire dalla crescita di una consapevolezza collettiva sulle dimensioni inammissibili di questo fenomeno.

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