Non siamo un club di estrema destra: Borussia Dortmund batte l'AfD

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Il Borussia Dortmund ha avviato un’azione legale contro il partito di estrema destra Alternative für Deutschland (AfD): ecco i motivi della controversia sportiva/politica.
Una netta posizione pubblica, ma stavolta non si tratta di una sfida calcistica. Il partito AfD è infatti colpevole di aver utilizzato i colori simbolo della squadra – il giallo e il nero – in alcuni materiali di propaganda politica in vista delle elezioni comunali del 14 settembre nel Nord Reno-Westfalia.
A far scattare la reazione del club è stato un adesivo elettorale diffuso dall’Afd, che recitava lo slogan: “Nel calcio nero-giallo – domenica blu”. Un gioco di parole che collegava i colori del Borussia (il nero e il giallo) con il blu, colore simbolo dell’Afd, invitando implicitamente i tifosi del club a votare per il partito.
L’avvertimento del Borussia Dortmund nei confronti dell’AfD
Dopo un’attenta valutazione, il Borussia Dortmund ha deciso di intervenire legalmente per tutelare la propria immagine, ritenendo l’associazione tra la squadra e una posizione politica come un abuso inaccettabile. Secondo la dirigenza, l’iniziativa dell’Afd tentava di far passare il messaggio che chi sostiene il Borussia Dortmund debba necessariamente condividere le idee e le scelte elettorali della formazione politica. Un’associazione giudicata pericolosa e contraria ai valori fondanti del club.
L’iniziativa della società sportiva ha avuto effetto: il gruppo locale dell’Afd a Dortmund ha firmato il 4 agosto una dichiarazione formale di cessazione e impegno, con la quale si obbliga a non ripetere l’uso delle tinte del Borussia in contesti elettorali. In caso di violazione, scatterebbe una penale per ogni singolo episodio.
L’azione intrapresa dalla società calcistica si è dunque conclusa con una vittoria legale: il partito ha accettato di ritirare il materiale contestato, evitando così una battaglia giudiziaria e, soprattutto, una strumentalizzazione dell’identità sportiva a fini propagandistici.
Appropriazione indebita dei simboli culturali da parte della politica
La vicenda è rilevante ben oltre i confini del mondo calcistico perché mette in evidenza un tema cruciale: l’appropriazione indebita dei simboli culturali da parte della politica, in particolare da forze estremiste, e la necessità di tracciarne i limiti.
Il Borussia Dortmund, come molte altre squadre di calcio, rappresenta per milioni di tifosi non solo una passione sportiva, ma un’identità collettiva, popolare e inclusiva. Quando un partito come l’Afd – noto per le sue posizioni nazionaliste e controverse – tenta di associare il proprio messaggio elettorale ai colori e alla simbologia di un club così radicato nel tessuto sociale tedesco, il rischio è quello di sfruttare il consenso sportivo per legittimare idee politiche divisive.
Una decisione quindi importante perché tocca:
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La difesa della neutralità dello sport, che deve restare uno spazio condiviso e aperto, non strumentalizzabile da ideologie partitiche;
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La tutela dell’identità collettiva, messa a rischio quando un simbolo condiviso come quello di una squadra viene politicizzato;
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Il ruolo attivo delle istituzioni sportive nella società: il Borussia Dortmund non si è limitato a una presa di distanza simbolica, ma ha scelto la via legale, affermando con forza i propri valori.
In un contesto europeo in cui i partiti estremisti cercano spesso visibilità e legittimazione culturale agganciandosi a simboli popolari, questo caso rappresenta un precedente significativo: una società sportiva di rilievo che dice “no” alla strumentalizzazione e difende con coerenza i propri principi.
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