«Pane in Piazza», solidarietà nel cuore di Milano



Domenica 31 agosto, alle 17, in piazza Duomo a Milano, l’Arcivescovo, monsignor Mario Delpini interverrà e porterà la sua benedizione a «Pane in piazza», l’evento di solidarietà promosso dai Frati Minori Cappuccini Missionari di Milano e dalla famiglia Marinoni, storico riferimento per i panificatori a livello mondiale. Dopo le prime due edizioni e la pausa causa lockdown, la manifestazione torna in piazza Duomo dal 24 agosto all’1 settembre con il Patrocinio del Comune.
«Pane in piazza» è ormai un brand della solidarietà più concreta e sicura, grazie anche al fatto che Cesare Marinoni, patron della manifestazione, durante la lunga pausa dovuta alla crisi sanitaria, ne ha fatto il marchio di eventi panari benefici itineranti in tutta Italia. È anche una proposta per le aziende impegnate nel sociale che sono invitate a sostenere l’iniziativa con diverse opportunità.
Come in passato, verrà installato un grande hangar in prossimità delle aiuole di piazza Duomo, dove centinaia dei migliori fornai d’Italia, senza alcun scopo di lucro, prepareranno H24, in diretta, le specialità regionali dolci e salate da distribuire al pubblico con offerta. Si conta di attrarre circa 400 mila visitatori.
Il ricavato delle passate iniziative ha permesso di avviare un panificio in Etiopia, a Dire Dawa, con annessa scuola di panificazione, creando lavoro per i giovani, facendo cultura del pane e dando sostegno alle comunità del territorio che ospitano orfani, poveri e disabili. Il progetto 2025 prevede la realizzazione di un panificio e di una scuola di panificazione anche in Camerun, a Bambui, con gli stessi scopi: assicurare un futuro alle nuove generazioni insegnando l’arte panaria e contribuire al sostentamento dei poveri locali, tra i quali in particolare i giovani detenuti del vicino carcere di Bamenda, dove i reclusi vivono in condizioni di estremo degrado.
Il Progetto panificio a Bambui
Il primo obiettivo di un progetto missionario è di non costruire una cattedrale nel deserto, ma di creare un’opera efficace ed efficiente, che la popolazione locale sia in grado di portare avanti in autonomia e che possa migliorare le condizioni economiche del contesto sociale nel suo complesso. L’idea di un panificio con annessa scuola di panificazione a Bambui, risponde pienamente a questi requisiti.
Bambui, nella regione nordoccidentale del Camerun, Paese flagellato da una guerra civile a bassa intensità, è sede di università e scuole secondarie: vi vivono circa 17 mila studenti che sarebbero facilmente clienti del panificio, se non altro perché i giovani locali adorano pane, pizza e focaccia, non sempre facilmente reperibili. Poi ci sono il Seminario, il convento e diverse istituzioni religiose. Panificio e panetteria potranno dare lavoro a fornai che saranno istruiti dai fornai italiani in Italia per poi proseguire il loro percorso di formazione nel panificio di Bambui. I primi che verranno a studiare e a fare pratica a Milano saranno due Frati Cappuccini camerunesi.
La sede del panificio è già predisposta: si tratta di una parte di una palazzina – da poco costruita con il sostegno del centro missionario e di proprietà dei frati – in ottime condizioni. Altri locali (40 stanze) fungono da foyer, ovvero ospitano gli studenti che arrivano da lontano.
Lo stabile è in una posizione ottimale perché si affaccia su una strada asfaltata ad alta percorrenza, che porta al centro città e collega l’università con le varie scuole presenti sul territorio. Il panificio sarà organizzato nella refectory di 180 metri quadri. Il negozio potrà godere anche di un dehor sul retro. Altri ampi spazi saranno destinati ai magazzini e alla dispensa. La struttura è provvista pure di un pozzo che assicura il rifornimento di acqua. Con Padre Cyrill, Frate Cappuccino camerunese che ha studiato agraria, il progetto si potrebbe ampliare con la coltivazione del frumento, completando la filiera.
L’azienda di panificazione sarebbe importante anche per sfamare i detenuti minori del carcere di Bamenda, a soli 5 chilometri, dove i reclusi vivono in condizioni di estrema malnutrizione e un’aggiunta di pane sarebbe utile a migliorare la salute specie dei più giovani. I carcerati sono 1.300 dei quali 30 adolescenti, seguiti da Fra Gioacchino Cantanzaro, e 50 donne. Dormono in camerate sporche, senza igiene anche nelle cucine e con scarso cibo servito in ciotole. La maggior parte dei minori detenuti sono colpevoli di piccoli reati commessi per soddisfare le necessità quotidiane di sopravvivenza. Inoltre, in molti casi, non sono neppure ancora condannati, ma solo in attesa di processo.
Altro destinatario di pane gratuito potrebbe essere il vicino “Centro Emmaus”, sempre realizzato dai Frati Cappuccini per ospitare disabili e malati mentali che, in quei luoghi, sono spesso abbandonati a loro stessi e hanno bisogno di tutto.
I Cappuccini di Milano
L’Ordine religioso dei Frati Minori Cappuccini (OFMCap), opera da oltre 450 anni seguendo la Regola di San Francesco: «…vivere in obbedienza, in castità e senza nulla di proprio e seguire la dottrina e l’esempio del Signore nostro Gesù Cristo».
I Frati Cappuccini, chiamati anche “Frati del popolo”, sono al servizio in particolare dei più poveri e bisognosi, riconoscendo che in loro si incarna la figura di Cristo, e trasformano la donazione di sé completa e gratuita in un mezzo privilegiato per la diffusione della pace e dell’amore tra gli uomini. Accoglienza e laboriosa generosità sono lo stile di vita dei conventi.
Il Centro dei Frati Cappuccini missionari di Milano, diretto da Fra Giovanni Cropelli, già missionario in Thailandia, è una fucina di iniziative allo scopo di far crescere la vocazione missionaria e di assicurare sostegno alle opere e ai progetti dei confratelli della Provincia di Lombardia presenti in tanti Paesi del mondo, dove si sopravvive a stento tra povertà e guerre: Costa D’Avorio, Camerun, Eritrea, Etiopia, Brasile, India, Thailandia ed Emirati Arabi.
Il Centro missionario ha sede nel convento dei Cappuccini di piazzale Cimitero Maggiore 5, adiacente alla chiesa del SS. Crocifisso, a breve distanza dall’ingresso principale del Cimitero Maggiore dove i Frati dal 1926 si occupano delle attività religiose.
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