Pensioni, Covip: accumulati 243,4 miliardi nei fondi complementari (+8,5 per cento sul 2023)

A fine 2024 gli iscritti alla previdenza complementare sfiora i dieci milioni, in aumento del quattro per cento rispetto all’anno precedente. Le risorse accumulate dalle forme pensionistiche complementari si attestano a 243,4 miliardi di euro (+8,5 per cento rispetto al 2023) soprattutto per la dinamica positiva dei mercati finanziari. Lo stesso anno le uscite dei Fondi pensione per la gestione previdenziale ammontano complessivamente a 13,2 miliardi di euro. E’ quanto emerge dalla relazione annuale della Covip sull’attività svolta nel 2024, presentata oggi alla Camera dei Deputati. Gli aderenti ai fondi risultano pari al 38,3 per cento delle forze di lavoro. I fondi negoziali e i fondi aperti registrano tassi di crescita superiori alla media. I primi contano 4,1 milioni di iscritti (+5,5 per cento ); i secondi superano i 2 milioni (+7 per cento ). I Pip (piani individuali pensionistici) nuovi registrano 3,7 milioni di aderenti (+2,5 per cento ), mentre i fondi pensione preesistenti 661 mila. Le “ricche” Casse previdenziali privatizzate siano obbligate a versare un contributo per il funzionamento della Covip, dato che oggi “non e’ previsto alcun contributo al finanziamento dell’attivita’ di vigilanza” dell’Autorita’, ha suggerito Mario Pepe, presidente della Covip, nel corso del suo intervento.
La proposta arriva dal neo presidente della Covip, che ha inoltre sottolineato come attualmente il finanziamento della Covip, “pesa in misura estremamente limitata sul bilancio pubblico”. Una parte significativa delle risorse necessarie al funzionamento dell’Autorita’ deriva dall’applicazione di un’aliquota di entità minima (0,5 per mille) sui flussi contributivi destinati ai fondi pensione. Le competenze dell’Autorita’ sono negli anni aumentate e oggi Covip “puo’ contare su un numero di risorse umane ed economiche contenuto e nettamente inferiore rispetto alle esigenze di vigilanza e a quello di altre Autorita’” ha aggiunto Pepe. Quindi, serve modificare l’aliquota contributiva estendendola anche alle Casse. L’aliquota, ha continuato il neo presidente, “dovrebbe essere piu’ correttamente modulata sul dato di stock delle risorse gestite. Considerando che, tra Casse di previdenza e Fondi pensione, le risorse gestite sono pari a circa 370 miliardi, l’impatto economico sugli enti sarebbe del tutto irrisorio”.
Tornando alla relazione, si conferma la presenza di un gender gap: gli uomini rappresentano il 61,6 per cento degli iscritti alla previdenza complementare, le donne il 38,4 per cento. In base all’età, gli iscritti risultano concentrati nelle classi intermedie e più prossime al pensionamento. Il peso della componente più giovane (fino a 34 anni) è però salita dal 17,6 per cento del 2019 al 19,9 per cento del 2024. Rispetto alle forze di lavoro, la partecipazione alla previdenza complementare cresce all’aumentare dell’età: tra i 15 e i 34 anni è più bassa della media generale (29,9 per cento ), tuttavia in crescita di 8,4 punti percentuali rispetto a cinque anni prima. Quanto all’area geografica, il tasso di partecipazione supera la media nazionale nelle regioni settentrionali dove si concentra il 57,2 per cento degli iscritti. Valori più bassi e di molto inferiori alla media si registrano in gran parte delle regioni meridionali.
Per quanto riguarda i contributi incassati nell’anno sono pari a 20,5 miliardi di euro (+7 per cento rispetto al 2023), in crescita in tutte le forme pensionistiche complementari: nei fondi negoziali sono stati raccolti 7,1 miliardi di euro (+9 per cento ); nei fondi aperti 3,3 miliardi di euro (+6,8 per cento ), nei PIP ”nuovi” 5,3 miliardi di euro (+4,7 per cento ); nei fondi preesistenti sono confluiti 4,6 miliardi di euro (+7,4 per cento ). Sulle posizioni dei lavoratori dipendenti sono stati versati 17 miliardi di euro di contributi, in crescita di 1,3 miliardi rispetto al 2023. Di questi, 8,6 miliardi di euro riguardano quote di Tfr; 5,3 miliardi di euro sono contributi a carico dei lavoratori e 3,1 miliardi di euro contributi dei datori di lavoro. Per i lavoratori autonomi sono confluiti versamenti per 1,7 miliardi di euro, stabili rispetto al 2023. Gli iscritti versanti nel 2024, escludendo dal computo i Pip ‘vecchi’, sono 7 milioni, il 72,3 per cento del totale. la contribuzione media di tali iscritti è di 2.890 euro; è più alta per i lavoratori dipendenti (2.990 euro), che possono beneficiare anche dei flussi di Tfr, rispetto ai lavoratori autonomi (2.720 euro). Il gender gap si conferma anche guardando all’importo della contribuzione versata. I contributi medi degli uomini superano di circa un quinto quelli delle donne (3.080 contro 2.590 euro); il divario tende ad allargarsi al crescere dell’età. Nelle regioni del Nord e in alcune del Centro le contribuzioni medie sono più elevate, con punte che sfiorano i 3.600 euro, il doppio rispetto a molte regioni del Mezzogiorno. Gli iscritti non versanti, pari a circa 2,7 milioni, sono più frequentemente presenti nelle forme di mercato e tra i lavoratori autonomi.
Leggi anche altre notizie su Nova News
Clicca qui e ricevi gli aggiornamenti su WhatsApp
Seguici sui canali social di Nova News su Twitter, LinkedIn, Instagram, Telegram
L'articolo Pensioni, Covip: accumulati 243,4 miliardi nei fondi complementari (+8,5 per cento sul 2023) proviene da Agenzia Nova.
Qual è la tua reazione?






