Prevenzione degli incidenti sul lavoro: il sistema è fermo e inefficace

Agosto 29, 2025 - 22:00
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Prevenzione degli incidenti sul lavoro: il sistema è fermo e inefficace

lentepubblica.it

Quello per la prevenzione degli incidenti sul lavoro è un sistema che dovrebbe proteggere, ma spesso resta inefficiente: l’incidente mortale del 25 luglio 2025 a Napoli è un tragico esempio. A Rione Alto, tre operai — Luigi Romano, Ciro Pierro e Vincenzo Del Grosso — sono precipitati da un cestello mobile caduto da oltre venti metri. Lavoravano senza imbragature e due di loro erano irregolari, senza contributi pagati: un mix letale che ha tolto loro la vita in un istante, mentre i meccanismi di prevenzione restavano solo teoria burocratica.

La prevenzione degli incidenti sul lavoro in Italia: un’emergenza che continua a crescere

Nonostante le iniziative in campo safety, i dati 2025 sul tema della prevenzione degli incidenti sul lavoro evidenziano un quadro preoccupante: nei primi cinque mesi dell’anno sono già stati registrati 386 decessi, con un aumento del +4,6% rispetto allo stesso periodo del 2024.

Nel primo semestre, secondo l’INAIL, le vittime mortali complessive sono state 357, cifra sostanzialmente stabile sul 2024, ma con un incremento superiore al 32% nei casi di incidenti “in itinere” (tra casa e lavoro), sintomo di una gravissima lacuna nella sicurezza stradale quotidiana.

Il primo bimestre già aveva lanciato l’allarme: 138 decessi, di cui 101 sul posto di lavoro e 37 durante il tragitto, registrando un +16% rispetto ai primi due mesi del 2024, nonostante una contrazione del 3,4% nelle denunce totali. Il 2024 si è chiuso con 1.202 casi mortali per incidenti sul lavoro, pari a circa 100 vittime al mese, secondo i dati INAIL, un dato che continua a rappresentare una vera e propria “sconfitta collettiva” per il sistema di sicurezza italiano

Il “Portale nazionale del sommerso” — promesse rimaste su carta

Uno dei principali strumenti pensati per prevenire tragedie dovute alla scarsa prevenzione degli incidenti sul lavoro, è il Portale nazionale del sommerso (Pns). Si tratta di una piattaforma digitale capace di integrare dati su ispezioni, lavoro nero, sanzioni e sicurezza, in tempo reale.

Parte del PNRR, avrebbe dovuto essere operativo entro il 30 maggio 2025. Invece, nonostante il collaudo nel 2024, è ancora inattivo: fermi sono rimasti il decreto per il trattamento dei dati (arrivato solo il 6 maggio 2025) e il via libera del Garante della Privacy (ricevuto a fine aprile). Il risultato? Banche dati che non dialogano fra loro e sistemi spezzettati tra regioni e istituzioni.

Ispettori: poche risorse, scarso riconoscimento

Alla base del cortocircuito per cui la prevenzione degli incidenti sul lavoro non funziona, non c’è solo una falla tecnologica, ma una crisi organizzativa. Secondo una relazione della Corte dei Conti ripresa da Il Fatto Quotidiano, il personale ispettivo è sottodimensionato, scarsamente retribuito e demotivato. A molti ispettori sono assegnati compiti ripetitivi come imbustare lettere, con stipendi attorno ai 2.000 € al mese. Il risultato? Un evidente spreco di risorse pubbliche e un apparato di vigilanza inefficace.

Il ritardo nei sistemi digitali: un rischio per i lavoratori

La digitalizzazione burocratica avrebbe potuto rappresentare una svolta per la sicurezza sul lavoro, grazie al monitoraggio coordinato di dati cruciali. Ma il persistente isolamento tra le banche dati regionali, enti locali e ministeri significa che anche strumenti all’avanguardia restano inutilizzati.

Il ritardo nell’implementazione del Pns mette in luce una governance superficiale: le potenzialità del PNRR non si realizzano senza volontà politica, investimenti sui sistemi informatici e formazione adeguata sul campo.

Il monito di Sergio Mattarella: “Sicurezza sul lavoro, un imperativo di dignità umana”

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha spesso sfruttato occasioni pubbliche per denunciare il gravissimo problema dell’inefficiente prevenzione degli incidenti sul lavoro. Non ha infatti esitato a definire le morti sul lavoro come una “piaga che non accenna ad arrestarsi” e un’offesa inaccettabile alla coscienza collettiva. In occasione della Festa del Lavoro e della celebrazione del Primo Maggio, ha ricordato a imprese, istituzioni e lavoratori che la sicurezza non è un optional – ma un diritto umano essenziale, non negoziabile. Mattarella ha ringraziato CGIL, CISL e UIL per aver scelto sicurezza e salute come tema centrale di un Primo maggio unitario.

In un altro intervento, il Presidente ha ribadito il concetto: “La sicurezza non è un costo, né tantomeno un lusso: ma un dovere cui corrisponde un diritto inalienabile di ogni persona”, durante la Giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro. Mattarella ha sottolineato che ogni tragico incidente avvenuto “nei campi, nelle fabbriche, in qualsiasi luogo di lavoro” rappresenta una ferita aperta al tessuto civile e morale della nostra comunità.

Con queste parole, Mattarella ha lanciato un forte appello: la lotta contro le morti bianche non è solo questione normativa, ma un impegno che richiede coordinamento, cultura della prevenzione e corresponsabilità collettiva — condizione indispensabile per onorare la dignità di ogni lavoratore.

Prevenzione degli incidenti sul lavoro: la sicurezza non può più aspettare

Il caso del tragico incidente a Napoli purtroppo ribadisce una realtà dolorosa che necessita di un’urgente soluzione. Le tecnologie avanzate, come il Portale del sommerso, restano inutili se non accompagnate da riorganizzazione, personale formato e investimenti tangibili.

Fino a quando gli ispettori saranno sottopagati e disincentivati, e finché i sistemi digitali restano frammentati, la protezione dei lavoratori resterà solo una buona intenzione.

Leggi anche: Alternanza scuola lavoro: troppi infortuni secondo l’Inail

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