Questa non è una Trattoria

Ottobre 13, 2025 - 13:30
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Questa non è una Trattoria

Prima c’è stato il sogno, o forse la sfrontatezza. Aprire un ristorante fine dining a Lomazzo, lontano persino dal centro di Como, dentro un ex cotonificio trasformato in campus creativo. Nessun indirizzo blasonato, nessun nome già affermato, nessun patron a guidare i giochi: solo una brigata di ragazzi sotto i trent’anni, pieni di entusiasmo, pronti a sperimentare. L’azzardo si chiamava Trattoria Contemporanea e, fin dal nome, dichiarava l’intenzione di sovvertire i codici dell’alta cucina: mantenere il rigore tecnico, certo, ma con leggerezza, ironia e un pizzico di provocazione.

Era un progetto fragile, che poteva schiantarsi al primo ostacolo. E invece, piatto dopo piatto, ha convinto critici e pubblico. Fino a conquistare la stella Michelin, arrivata come un riconoscimento che ha cambiato il gioco. Perché la stella porta attenzione, ma anche responsabilità: bisogna saper accogliere una clientela diversa, più abituata ai codici formali dell’alta ristorazione, meno incline a lasciarsi sorprendere da ironie e gesti ribelli. È stato allora che la brigata ha dovuto crescere in fretta, trovando un equilibrio nuovo: mantenere viva la scintilla dell’irriverenza, ma con un tono più consapevole, capace di dialogare con le aspettative senza rinunciare alla propria identità.

@Tratto

È un passaggio delicato, che segna la differenza tra la giovinezza e la maturità. Non un annacquamento, ma un bilanciamento. Non una resa, ma la comprensione che il coraggio ha bisogno di metodo per durare nel tempo. Così Trattoria Contemporanea ha smussato gli spigoli più ruvidi, ha curato ancora di più l’armonia dei menu, ha reso più fluido il servizio. Restando fedele alla propria idea di cucina libera e accessibile, ma con un respiro più ampio.

Da lì il passo verso Firenze è stato naturale, quasi inevitabile. Portare la propria voce dentro una città simbolo della cultura e dell’arte, aprirsi a un pubblico e a una realrà internazionale, affrontare la sfida di inserirsi in un contesto già denso di storia gastronomica: tutto questo è la nuova prova di maturità per la brigata. Non si tratta solo di replicare un modello, ma di mettersi ancora una volta in gioco, sapendo che la propria forza è la capacità di adattarsi senza perdere la propria anima. L’occasione è nata dall’esigenza del gruppo W di avere un ristorante all’interno del suo hotel fiorentino: nasce da qui la proposta di Tratto, recentissima apertura che porta il gruppo di Lomazzo in una atmosfera e in una modalità ancora diversa. Tratto nasce dalla visione dei founder di Trattoria Contemporanea, Milva e Luca Bernasconi, Stefano Giusto e Luca Di Pierro, con la volontà di portare oltre i confini comaschi un’idea di ristorazione capace di unire autenticità e socialità in un ristorante casual dining che raccoglie l’esperienza e i valori fondanti di Trattoria e mette al centro la convivialità, in una formula che si presta a essere ancora più dinamica e accessibile. Sempre presente, anche qui, il giovane collettivo culinario di Trattoria Contemporanea, responsabile – insieme ai founder – del concept gastronomico di Tratto.

@Tratto

E non è un caso che, parallelamente, sia nata l’idea dei corsi di cucina. Non un’operazione di marketing, ma un gesto di trasparenza: aprire le porte del laboratorio creativo, condividere tecniche e saperi, costruire un dialogo vero con chi ama cucinare, e farlo sempre con un tratto irriverente e mai serioso, davvero al servizio di giovani che vogliano capire meglio come cavarsela a casa, ai fornelli. È un modo per dire che la cucina non è un segreto da custodire, ma un linguaggio da parlare insieme. Nei corsi si raccontano le materie prime, si spiegano le tecniche, si svela la logica dietro i piatti. Il tutto con una grafica e un mood sempre vincente per il suo essere fuori schema, in un ponte ideale fra sala e cucina, fra professionisti e curiosi, fra chi crea e chi gusta.

Così, a pochi anni dall’apertura, Trattoria Contemporanea non è più solo un ristorante coraggioso in periferia: è diventato un simbolo di come l’alta cucina possa cambiare forma senza perdere sostanza. Una rivoluzione gentile, portata avanti da chi ha saputo restare giovane nello spirito anche mentre cresceva nelle responsabilità.

Perché il futuro della ristorazione non sta nell’ostinarsi a replicare modelli, ma nel ripensare le certezze, costruire spazi di libertà dove il piatto è sapore ma anche dialogo, il tavolo è condivisione e la cucina è, sempre, un atto di coraggio.

Parmigiana di melanzane @Tratto
Spaghetti con le polpette @Tratto
Spinacino novello, Parmigiano Reggiano, dressing al limone @Tratto

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