Risparmiare energia in condominio: cosa sono i gruppi di autoconsumo collettivo

Giugno 20, 2025 - 04:00
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Risparmiare energia in condominio: cosa sono i gruppi di autoconsumo collettivo
condominio di Monte Cervialto sito a Roma

Abbassare il costo delle proprie bollette energetiche, anche in condominio: chi non ha la possibilità di produrre l’energia autonomamente, può aderire a iniziative come i Gruppi di autoconsumo collettivo (Gac): ecco di cosa si tratta

Con il procedere della transizione energetica, ovvero il passaggio da energia prodotta da combustibili fossili a energia prodotta da fonti rinnovabili, cambiano gli stili di vita di cittadini e imprese, mentre nuove modalità di produzione e consumo di energia stanno emergendo.

Se da una parte, infatti, c’è sempre maggiore sensibilità verso il rispetto dell’ambiente, dall’altra è aumentata l’attenzione verso i costi energetici (soprattutto dopo il 2022) da parte delle aziende e dei cittadini, in seguito ai rincari diffusi delle materie prime dovuti alle turbolenze geopolitiche.

In questo contesto, in tanti si sono avvicinati all’autoproduzione per soddisfare, almeno in parte, il proprio fabbisogno energetico e chi non ha la possibilità di produrre l’energia autonomamente (perché non ha superfici idonee su cui installare impianti fotovoltaici o semplicemente perché non può sopportare i costi dell’installazione degli impianti) può aderire alle configurazioni di autoconsumo, come le Comunità energetiche rinnovabili (Cer) e i Gruppi di autoconsumo collettivo (Gac) nel caso dei condomini (impropriamente detti Cer condominiali).

Si tratta di strumenti innovativi per democratizzare il sistema energetico e per combinare l’attenzione verso l’ambiente (dal momento che l’energia è prodotta unicamente da fonti rinnovabili), con la necessità di combattere la povertà energetica e l’esclusione sociale.

Per i condomini, in particolare, viene promossa la condivisione e la consapevolezza sull’uso sostenibile delle risorse tra i membri della comunità condominiale, creando partecipazione attiva alla transizione energetica e inclusione.

Quali sono le configurazioni per l’autoconsumo diffuso

I Gruppi di autoconsumo collettivo rientrano tra i sette differenti tipi di configurazioni ammesse per l’autoconsumo diffuso previsti dal Testo integrato per l’autoconsumo diffuso (Tiad) dell’Arera (Autorità di regolazione per energia reti e ambiente).

Inoltre, è tra le tre che accedono alla tariffa incentivante, riconosciuta dal Gse per 20 anni, insieme alle Comunità energetiche rinnovabili (Cer) e all’Autoconsumatore individuale a distanza (Aid).

Per i non addetti ai lavori, questi sono i riferimenti normativi che regolano lo sviluppo delle energie rinnovabili e dell’autoconsumo nel nostro Paese.

A seguito, infatti, delle indicazioni del Green Deal europeo verso la transizione verde, anche l’Italia con il Decreto Cacer (Configurazioni di autoconsumo per la condivisione dell’energia rinnovabile) del Mase (Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica), entrato in vigore a gennaio 2024, ha completato il recepimento delle direttive comunitarie e definito i meccanismi di incentivazione delle configurazioni di autoconsumo per la condivisione dell’energia rinnovabile.

Oltre alla tariffa incentivante sull’energia condivisa, solo i Gac e le Cer possono usufruire anche del contributo Pnrr (in scadenza il 30/11/2025), un sostegno finanziario a fondo perduto che può arrivare fino al 40% delle spese ammissibili.

Gac e Cer: configurazioni di autoconsumo differenti

A differenza delle Cer, che si hanno quando cittadini, piccole medie imprese, enti pubblici, associazioni decidono di mettersi insieme per produrre e condividere energia da fonti rinnovabili proveniente da impianti fotovoltaici (ma non solo) nella disponibilità della comunità, per i Gac non è necessario costituire un soggetto giuridico ad hoc, ma il condominio è sufficiente per fare da referente nella configurazione.

Questa configurazione presuppone la presenza di almeno due clienti finali, titolari di almeno un punto di consumo e un impianto di produzione di energia rinnovabile e ubicati all’interno di un unico edificio (condominio).

Come per le Cer, impianti e punti di consumo devono essere ubicati sotto la medesima cabina primaria e la potenza massima installabile dell’impianto è sempre di 1 MW.

L’energia condivisa all’interno della configurazione (ovvero prodotta e consumata nel medesimo arco orario dai membri della configurazione) dà origine a un corrispettivo economico composto da una quota di valorizzazione per il minor uso della rete elettrica e da un premio per l’energia condivisa.

Il contributo è calcolato con le medesime modalità in vigore per le Cer. Gli utenti che fanno parte del Gac collettivo decidono liberamente come destinare il corrispettivo economico generato.

Il caso del condominio di Monte Cervialto a Roma

Nonostante gli indubbi vantaggi di cui si è detto sopra, i Gac non sono ancora così diffusi nel nostro Paese come le Cer. Questo è dovuto soprattutto a una certa diffidenza da parte dei condomini e degli amministratori, che ancora non conoscono perfettamente il funzionamento di questo tipo di strumento.

A ciò si aggiunge la difficoltà all’interno dei condomini nel raggiungere un consenso unanime, soprattutto quando si parla di lavori straordinari o innovazioni che coinvolgono le parti comuni dell’edificio.

Tuttavia, tra i primi casi di Gac, si segnala il condominio di Monte Cervialto sito a Roma, con 38 unità immobiliari disposte su 8 piani e un tetto piatto con una superficie di 100mq dove, con il supporto di E.On è stato realizzato a fine agosto 2023 un impianto fotovoltaico di potenza 9,88 kWp (produzione attesa di circa 14.000 kWh/anno).

L’impianto è stato progettato, realizzato e installato da E.On, che ne monitora le performance da remoto e fornisce teleassistenza all’amministratore. Il tempo di ritorno dell’investimento si aggira sui 6 anni e produce flussi positivi, grazie agli incentivi erogati dal Gse (Gestore dei servizi energetici) per i successivi 14 anni.

L’energia prodotta dall’impianto è utilizzata al 30% circa per alimentare le parti comuni, mentre il restante 70% è immesso in rete e valorizzato secondo il meccanismo del Ritiro dedicato del Gse.

Dal momento che questo tipo di configurazione coinvolge solo i Pod (Punti di prelievo) condominiali, i Pod delle singole abitazioni dei residenti, se interessati, possono essere messi a disposizione eventualmente di una Cer.

Crediti immagine: Depositphotos

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Andrea InnocentiAndrea Innocenti: da tempo si interessa di energia e sostenibilità, prima come Ceo di un'azienda reseller di luce e gas, oggi come consulente e docente. Bocconiano con Mba a Edimburgo, cresce all'interno di due multinazionali della consulenza di direzione. Crede nelle energie rinnovabili, quale leva per combattere il cambiamento climatico, e segue la realizzazione delle Comunità Energetiche Rinnovabili, oltre a tenere corsi sulla sostenibilità nelle scuole | Linkedin

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