Rosy Bindi a Varese: “La sanità pubblica universale è l’unico sistema sostenibile”

Dicembre 14, 2025 - 02:00
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Rosy Bindi a Varese: “La sanità pubblica universale è l’unico sistema sostenibile”
rosy bindi varese

«Presentare questo libro in Lombardia è quasi un divertimento». Rosy Bindi sceglie Varese per presentare Una sanità uguale per tutti, il volume in cui l’ex ministra della Sanità mette in discussione il modello sanitario lombardo e difende con forza il servizio sanitario pubblico universalistico.

A dialogare con lei il direttore di VareseNews Marco Giovannelli, l’ex medico di base Margherita Baldo, il medico chirurgo ed ex presidente dell’Anpi di Varese Claudio Macchi e a moderare la conversazione il teologo Marco Vergottini.

Al centro del confronto, una convinzione netta dell’autrice: «Tutti parlano della crisi della sanità sostenendo che non sia più sostenibile un servizio universalistico. Io sostengo esattamente il contrario: l’unico sistema sostenibile dal punto di vista finanziario è proprio quello universalistico».

Secondo Bindi, il problema non è il modello in sé ma la sua progressiva trasformazione, una vera e propria “mutazione genetica” del servizio sanitario nazionale, avviata negli anni Novanta. «I dati dimostrano che siamo al secondo posto nel mondo per qualità della salute dei cittadini», ha ricordato, mentre Margherita Baldo ha individuato nella legge 31 del 1997 l’inizio dello “svilimento del servizio sanitario nazionale”.

Inevitabile il passaggio sul confronto con Roberto Formigoni e sulla sanità lombarda. «Lui diceva che mi opponevo al fatto che i poveri si curassero nelle strutture private. Io rispondevo che avrei voluto vedere i ricchi curarsi negli ospedali pubblici». Un modello, quello basato sulla concorrenza tra pubblico e privato, che per Bindi «non funziona: in Lombardia la riabilitazione è privata, unica regione in Italia. Non c’è vera concorrenza, il privato decide tutto».

Sul presente, Marco Giovannelli ha citato il film L’ultimo turno; per raccontare la realtà degli operatori sanitari. «Durante il Covid infermieri e medici erano angeli ed eroi, oggi hanno ricevuto una gratificazione di soli 100 euro», ha sottolineato.

Claudio Macchi ha sottolineato le conseguenze di un sistema che non risponde più ai bisogni: «Quando la sanità va male, le persone tornano a curarsi con metodi alternativi», come accadde con la cura Di Bella negli anni Novanta.

Il riferimento è a “La multiterapia Di Bella, un insieme di diverse molecole, tra cui ormoni, farmaci chemioterapici e vitamine. Le sperimentazioni condotte negli esseri umani seguendo le norme della buona ricerca scientifica hanno dimostrato che non apporta benefici e non ha effetti terapeutici per la cura dei tumori”. Dal sito AIRC.

Per uscire dalla crisi, Bindi indica la strada della programmazione e della sanità territoriale. «Investiamo ancora sul percorso acuto della malattia, quando il 40% della popolazione è cronica. È un sistema prestazionistico, ma i veri sistemi sanitari si misurano sulla capacità di mantenere in salute della popolazione». Critico anche il giudizio sul PNRR: «La sanità ha ricevuto briciole, nonostante sia stata quella che ha pagato di più durante la pandemia». Infine, l’allarme sulle Case della Comunità: «Abbiamo costruito le mura, ma per farle funzionare serve il personale. Se vengono gestite dai privati è la strada sbagliata: la Casa della Comunità deve prendersi in carico la persona nella sua interezza».

Tra gli interventi anche il consigliere di Regione Lombardia Samuele Astuti, la segretaria generale della CGIL di Varese Stefania Filetti e il presidente delle ACLI provinciali di Varese Filippo Cardaci.

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Redazione Redazione Eventi e News