Siria. Rapporto Usa nega legami attivi di Hts con al-Qaeda

Lug 13, 2025 - 20:30
 0
Siria. Rapporto Usa nega legami attivi di Hts con al-Qaeda

di Giuseppe Gagliano –

Un recente rapporto delle Nazioni Unite, che nega l’esistenza di legami attivi tra al-Qaeda e lo Stato siriano, rappresenta un punto di svolta nella tormentata vicenda geopolitica del Medio Oriente. È un documento che non solo potrebbe aprire la strada alla revoca totale delle sanzioni americane alla Siria, ma rischia anche di modificare radicalmente gli equilibri strategici tra Washington, Mosca e Pechino, oltre a ridefinire il ruolo delle fazioni islamiste nella nuova Siria post-al-Assad. Hayat Tahrir al-Sham (HTS), erede diretto del Fronte al-Nusra e già affiliato ad al-Qaeda, è il protagonista di questa metamorfosi. Dopo aver ufficialmente tagliato i ponti con la rete di Zawahiri nel 2016, HTS è riuscito, tra il silenzio colpevole di molti e il sostegno di alcuni attori regionali, a guidare la ribellione che nel dicembre 2024 ha deposto Bashar al-Assad. Ora il suo leader, Ahmed al-Sharaa, siede sulla poltrona di presidente ad interim, e parla di “una Siria inclusiva e democratica”. Ma è davvero così? O siamo davanti all’ennesima operazione di maquillage politico per rendere presentabile all’Occidente una leadership che affonda le radici nell’estremismo jihadista? Il rapporto ONU, visionato da Reuters, smonta uno degli ultimi pilastri della narrativa che teneva in piedi le sanzioni: il presunto legame organico tra Damasco e il terrorismo internazionale. Ma gli stessi osservatori delle Nazioni Unite non nascondono i rischi: “Alcuni membri di HTS, soprattutto quelli con funzioni tattiche o integrati nel nuovo esercito siriano, rimangono ideologicamente vicini ad al-Qaeda”. Un avvertimento che suona come una sirena per Mosca e Pechino, già diffidenti verso il processo di “normalizzazione” siriana promosso da Washington. Donald Trump ha colto l’occasione per rivendicare una nuova dottrina in Medio Oriente. Con un ordine esecutivo datato 30 giugno 2025, l’ex presidente ha revocato le sanzioni sulla Siria e cancellato la designazione di HTS come organizzazione terroristica straniera. La mossa, secondo l’amministrazione Trump, mira a favorire la ricostruzione del Paese, arginare l’influenza di Teheran e Mosca e, non da ultimo, creare nuove opportunità per le aziende americane. Dietro questo slancio, però, si nasconde un rischio enorme: la legittimazione di un gruppo armato che, fino a pochi anni fa, costituiva uno dei volti più temibili del jihadismo globale. I diplomatici statunitensi e i fautori della revoca delle sanzioni parlano di “pragmatismo” di al-Sharaa e del suo ministro dell’Interno Anas Khattab. Ma le dinamiche sul campo raccontano un’altra storia: oltre 5mila combattenti stranieri restano in Siria, e molti di loro gravitano attorno a HTS. Mosca e Pechino, da parte loro, non mollano la presa. La Russia, alleata di Assad fino all’ultimo giorno del suo regime, teme che la nuova Siria possa trasformarsi in una piattaforma di proiezione per i jihadisti nel Caucaso e in Asia centrale. La Cina, ossessionata dal fenomeno dei combattenti uiguri in Medio Oriente, guarda con sospetto a qualsiasi allentamento delle sanzioni. La questione, dunque, non è solo siriana: riguarda la credibilità dell’ONU, la coerenza della lotta al terrorismo e la capacità delle grandi potenze di costruire un ordine multipolare stabile. Nel frattempo, il popolo siriano – martoriato da tredici anni di guerra civile – resta stretto tra l’ipoteca del passato e l’incertezza di un futuro che, ancora una volta, potrebbe essere deciso altrove.

Qual è la tua reazione?

Mi piace Mi piace 0
Antipatico Antipatico 0
Lo amo Lo amo 0
Comico Comico 0
Furioso Furioso 0
Triste Triste 0
Wow Wow 0
Redazione Redazione Eventi e News