Stelle giganti, venti cosmici e il segreto dei buchi neri
Nel cosmo esistono oggetti la cui potenza e violenza sfidano la nostra immaginazione, e tra questi spiccano senza dubbio le stelle supermassicce. Un recente studio, che ha coinvolto anche la ricercatrice Kendall Shepherd della SISSA di Trieste, getta nuova luce su un aspetto fondamentale della loro breve e tumultuosa esistenza: i venti stellari. Questi flussi di materia, molto più intensi di quanto si pensasse in precedenza, potrebbero essere la chiave per risolvere alcuni enigmi legati alla formazione dei buchi neri, in particolare quelli che nascono in coppia.
Quando i rilevatori di onde gravitazionali sulla Terra captano il segnale della fusione di due buchi neri massicci, gli scienziati si trovano di fronte a un quesito: come hanno fatto quelle due stelle originarie a sopravvivere come coppia fino a collassare, senza fondersi prematuramente?
I modelli standard, infatti, prevedevano che, espandendosi, le due stelle si sarebbero inevitabilmente unite prima di poter diventare buchi neri. La nuova ricerca propone una soluzione affascinante: venti stellari eccezionalmente potenti. Questi uragani cosmici non solo strappano via gli strati esterni delle stelle, ma possono anche spingere le due componenti di un sistema binario abbastanza lontano da permettere a entrambe di completare il loro ciclo vitale separatamente, per poi rincontrarsi in una danza gravitazionale finale come buchi neri.
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