Taglio ai vitalizi, la Camera respinge il ricorso di 800 ex deputati

Lug 17, 2025 - 10:00
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Taglio ai vitalizi, la Camera respinge il ricorso di 800 ex deputati

lentepubblica.it

Nessun passo indietro sulla riduzione degli assegni, la Camera respinge il ricorso di 800 ex deputati e conferma il taglio ai vitalizi. Esultano i 5 Stelle. Gli ex parlamentari valutano un’ultima mossa politica.


Uno scontro dai toni accesi si è consumato nelle ultime ore tra ex parlamentari e istituzioni, riaccendendo il dibattito su uno dei temi più divisivi degli ultimi anni. Una decisione assunta a Montecitorio ha segnato un punto fermo su una vicenda che ha coinvolto centinaia di ex deputati, con ricadute politiche e simboliche destinate a far discutere.

Taglio ai vitalizi, la Camera respinge il ricorso di 800 ex deputati

Non ci sarà alcun ripristino dei vitalizi tagliati nel 2018: la Camera dei deputati ha respinto il ricorso presentato da circa 800 ex parlamentari che chiedevano di rivedere la riduzione dei loro assegni. La decisione, comunicata ufficialmente da Montecitorio, arriva dal Collegio di Appello interno alla Camera, composto dai deputati Ylenja Lucaselli, Ingrid Bisa, Marco Lacarra, Pietro Pittalis e Vittoria Baldino.

Il pronunciamento conferma nel merito la delibera n. 14 del 2018, approvata all’epoca della presidenza di Roberto Fico, che ha esteso il calcolo contributivo anche ai vitalizi già maturati secondo il precedente sistema retributivo. Resta inoltre in vigore l’impianto delle cosiddette “misure di mitigazione”, introdotte dalla scorsa Legislatura per attenuare l’impatto dei tagli più drastici, in seguito ad alcune pronunce parziali favorevoli da parte degli organi interni di giustizia.

Un lungo contenzioso interno

Il ricorso oggi respinto rappresenta l’ultimo capitolo di una battaglia legale iniziata nel 2019, quando centinaia di ex deputati si opposero alla decisione di ricalcolare i vitalizi in base ai contributi effettivamente versati. In un primo momento i ricorrenti erano oltre 1.300, ma una sentenza del 2022 aveva già accolto, almeno in parte, le ragioni dei beneficiari più anziani, ritenendo eccessiva la decurtazione dei trattamenti, in alcuni casi anche del 90%. Dopo quella decisione, il numero dei contendenti si era sensibilmente ridotto.

Gli attuali 800 ex deputati rimasti in causa speravano in un’estensione di quel pronunciamento, ma si sono invece trovati di fronte a una nuova bocciatura. Tra i nomi noti coinvolti nel ricorso figurano politici di primo piano del passato come Claudio Scajola, Rosa Russo Iervolino, Angelino Alfano, Gianni Alemanno, Ilona Staller, Giovanna Melandri e Antonio Bassolino.

Una riforma partita dal governo Monti

Le prime modifiche al sistema dei vitalizi risalgono al 2011, durante l’esecutivo guidato da Mario Monti. Da allora, per i parlamentari eletti dopo il 1° gennaio 2012, l’assegno è calcolato con criteri simili a quelli dei dipendenti pubblici, su base contributiva. Per i già eletti, invece, si optò per un sistema misto, con una quota “vecchio stile” maturata fino al 2011 e una parte contributiva per gli anni successivi.

La svolta arrivò nel 2018, quando la Camera approvò una delibera che estendeva il calcolo contributivo anche ai vitalizi già liquidati. Una misura che ha sollevato non poche proteste e innescato un contenzioso interno che dura da anni. Proprio questo provvedimento è stato al centro del ricorso respinto oggi.

Trattamento diverso al Senato

Una delle principali contestazioni dei ricorrenti riguarda la disparità di trattamento rispetto al Senato, che nel 2022 aveva deciso di non applicare i tagli e di mantenere intatti i vitalizi per tutti gli ex senatori, indipendentemente dall’età o dall’anzianità di mandato. Una scelta che ha generato malumori tra gli ex deputati, convinti di essere penalizzati in modo ingiusto: i risparmi ottenuti dalla Camera sui vitalizi, di fatto, si concentrano solo su 800 persone su un totale di circa 3.300 ex parlamentari.

Ora, esaurite le strade giurisdizionali interne, i ricorrenti stanno valutando se presentare un’istanza politica all’Ufficio di Presidenza, oggi presieduto da Lorenzo Fontana.

Il Movimento 5 Stelle rivendica la vittoria

Non si è fatta attendere la reazione del Movimento 5 Stelle, che ha rivendicato con orgoglio la conferma del taglio. “Abbiamo salvato una battaglia storica del M5S”, ha dichiarato il leader pentastellato Giuseppe Conte in un video pubblicato sui social. “Ricordate la delibera di Roberto Fico del 2018? Ben 1.400 ex deputati volevano riavere i vitalizi, ma abbiamo respinto la loro richiesta”.

Conte ha anche puntato il dito contro il Senato, dove – a suo dire – “i privilegi sono tornati” perché il Movimento non faceva parte dell’organo decisorio. “Quando non siamo al governo, aumentano gli stipendi di ministri e sottosegretari, mentre i cittadini si impoveriscono”, ha aggiunto.

E ora?

La vicenda potrebbe non essere del tutto chiusa. Gli ex deputati sconfitti in appello possono tentare un’ultima carta, chiedendo un riesame politico all’Ufficio di Presidenza. Resta però da vedere se ci sarà spazio per un ripensamento, o se la linea della Camera resterà ferma su un principio che, per molti, ha un forte valore simbolico: ridurre i privilegi della politica.

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