Come l’intelligenza artificiale sta cambiando anche l’industria dei profumi

Il mercato delle fragranze, che secondo Mordor Intelligence ha raggiunto un valore di 76,71 miliardi di dollari e dovrebbe arrivare a 112 nel 2030, è attraversato da una nuova ondata, che aggiunge innovazione tecnologica in un’attività millenaria praticata già nell’antico Egitto, come racconta la mostra Viaggio nella storia del profumo al Museo di Palazzo Mocenigo di Venezia. La novità va sotto il nome di ‘profumeria algoritmica’ e si basa su intelligenza artificiale generativa.
Che cos’è la profumeria algoritmica
Non si parla di esperimenti di nicchia che restano nei laboratori universitari. Il fenomeno interessa i grandi produttori, come marchi di Procter & Gamble e L’Oréal. L’arrivo degli algoritmi – che porterà i nostri nasi a contatto con i cosiddetti ‘neuroprofumi’ – ha due valenze. Dal lato dell’industria rappresenta una velocizzazione e un ampliamento della ricerca di nuove fragranze, mentre per la tradizione profumiera, che ci ha fatto conoscere nasi formidabili come Jean-Baptiste Grenouille, protagonista del romanzo Il profumo di Patrick Süskind, può rappresentare un fattore critico.
Procter & Gamble ha adottato il software Moodify White, che progetta nuove fragranze usando le tecniche presenti in modelli di IA. Il gigante francese L’Oréal ha dato il via alla collaborazione con la società di neuroscienze Emotiv per creare esperienze olfattive su misura usando anche i risultati degli elettroencefalogrammi. A Lisbona opera Hugo Ferreira, un ricercatore dell’Istituto di biofisica e ingegneria biomedica. Ferreira, con il suo team, studia l’attività cerebrale delle persone in funzione della risposta a precisi stimoli provocati da vari profumi.
Verso l’era dei profumi unici
Critica la giornalista americana Katie Puckrik, esperta del settore: “La magia della scoperta di una nuova fragranza risiederà sempre nella sensibilità degli umani. Affidarsi all’IA significa privare le persone di quei rari momenti di grazia e di fascino”. Ma l’intelligenza artificiale potrebbe comunque dare un contributo alla sostenibilità della produzione: esiste una tecnologia, chiamata eScent, in grado di ridurre gli sprechi e migliorare i processi di produzione industriale.
Le ricerche sulle aspettative dei consumatori dicono che in futuro si cercheranno sempre di più profumi unici, e i consumatori saranno disposti a pagarli molto più di quelli industriali. In questa direzione, la personalizzazione permessa dall’IA può essere un’arma vincente. Il fenomeno dei profumi algoritmici è giunto anche in Giappone. Un team di scienziati di Science Tokyo ha introdotto un modello di odore basato su IA completamente automatizzato. È probabile che una delle materie di studio delle università diventerà presto il marketing olfattivo, che trova i migliori percorsi per avvicinare i consumatori ai prodotti con eventi esperienziali.
L’articolo Come l’intelligenza artificiale sta cambiando anche l’industria dei profumi è tratto da Forbes Italia.
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