Con la legge fiscale voluta da Trump gli Usa emetteranno 7 miliardi di tonnellate in più di gas serra

C’è l’ennesima conferma del fatto che la legge finanziaria voluta da Trump e approvata definitivamente la scorsa settimana non porta con sé nulla di bello. Il presidente Usa l’avrà pure ribattezzata “Big beautiful bill”, ma oltre al fatto che inserisce massicci tagli alla sanità che colpiscono i più poveri e alleggerisce le tasse per i più ricchi, questa legge di bilancio prevede anche la cancellazione di tutti gli incentivi alle rinnovabili previsti durante la presidenza Biden. Il risultato? Lo illustra un’analisi di Carbon Brief sui modelli del Progetto Repeat dell'Università di Princeton. Cosa dice in sintesi? Che le emissioni di gas serra degli Stati Uniti sono ora destinate a scendere solo del 3% rispetto ai livelli attuali entro il 2030 - in pratica nulla - invece di diminuire del 40% come previsto da una serie di precedenti obiettivi ormai defunti. Ciò lascerebbe gli Stati Uniti al di sotto di circa 2 miliardi di tonnellate rispetto al loro obiettivo di emissioni di gas serra per quell’anno, aggiungendo ogni anno emissioni equivalenti a circa il 4% dell’attuale totale globale.
Per contestualizzare il dato, Carbon Brief evidenzia che si tratta all'incirca della produzione annuale dell'Indonesia, il sesto produttore mondiale di emissioni.
La legge finanziaria firmata da Trump in occasione della festa nazionale del 4 luglio di fatto elimina praticamente tutti i crediti d'imposta per le energie rinnovabili, i veicoli elettrici e l'industria manifatturiera green che erano al centro dello storico Inflation Reduction Act (Ira) di Biden. Da quando è tornato alla Casa Bianca, Trump si è mosso per eliminare le politiche climatiche del suo predecessore, anche attraverso una serie di azioni esecutive. Ma ora il colpo inferto con la nuova legge è più pesante, perché significa che l'espansione dell'energia solare ed eolica negli Stati Uniti rallenterà, così come le vendite di veicoli elettrici e i miglioramenti dell'efficienza energetica.
Carbon Brief ha confrontato l'impatto delle politiche di Trump, compresa la “Big beautiful bill”, con un percorso in cui gli Stati Uniti raggiungono il loro obiettivo, previsto dall'Accordo di Parigi, di ridurre le emissioni di gas serra del 50-52% rispetto ai livelli del 2005 entro il 2030.
Il divario cumulativo tra questo percorso e la traiettoria dell'amministrazione Trump ammonta a 7 miliardi di tonnellate di emissioni nei prossimi cinque anni. E in base alla più recente stima dell'Agenzia statunitense per la protezione dell'ambiente riguardante il “costo sociale del carbonio” (pubblicata sotto l’amministrazione Biden), nel 2030 quei 7 miliardi di tonnellate di emissioni in più causerebbero danni climatici globali per oltre 1,6 miliardi di dollari.
Ora, in base a questa nuova serie di politiche statunitensi, si prevede che entro il 2030 le emissioni saranno inferiori solo del 20% rispetto ai livelli del 2005, anziché del 50-52%, il che significa che la nazione non raggiungerà l'obiettivo prefissato per 2 miliardi di tonnellate. Ciò equivale a un calo di appena il 3% rispetto ai livelli del 2024 entro il 2030, il che significa che le emissioni si stanno effettivamente stabilizzando, anziché diminuire.
Tra le centinaia di disposizioni contenute nel nuovo disegno di legge sostenuto dai repubblicani, ci sono diversi provvedimenti chiave che avranno un forte un impatto sulle emissioni degli Stati Uniti.
Secondo l'Ira, i progetti eolici e solari potevano ricevere crediti d'imposta fino al 2034. In base al disegno di legge voluto da Trump e approvato dai Repubblicani, la maggior parte dei progetti dovrà iniziare la costruzione entro il prossimo anno per poterne beneficiare. Senza il sostegno federale, si prevede una contrazione della pipeline di nuovi progetti di energia rinnovabile.
Gli analisti di Repeat stimano che le aggiunte cumulative di nuova capacità solare diminuiranno di 29 gigawatt (GW) entro il 2030 e di circa 140 GW entro il 2035. Per l'energia eolica, il calo sarà di 43 GW entro il 2030 e di 160 GW entro il 2035.
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