Dazi Usa, a breve la lettera di Trump all’Ue. Von der Leyen: «Stiamo lavorando a un’intesa»

Lug 10, 2025 - 03:00
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Dazi Usa, a breve la lettera di Trump all’Ue. Von der Leyen: «Stiamo lavorando a un’intesa»

I nuovi dazi statunitensi annunciati e rinviati più volte scatteranno il 1° agosto. «Non ci saranno proroghe», ha scritto Donald Trump sulla sua piattaforma social Truth. Il presidente statunitense ha anche annunciato che a breve arriveranno lettere ad hoc a tutti i partner commerciali, Unione europea compresa. Ma le cancellerie comunitarie non stanno solo in attesa di ricevere indicazioni sulle nuove tariffe doganali per i prodotti nostrani venduti oltreoceano. Il canale di comunicazione per negoziare con la Casa Bianca è stato aperto da tempo e in queste ore i contatti si stanno moltiplicando. «Da febbraio, gli Stati Uniti hanno imposto dazi sul 70% del commercio totale con l'Ue. La portata è senza precedenti», detto la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, intervenendo all'Europarlamento. «La nostra linea è stata chiara: saremo fermi. Ma preferiamo una soluzione negoziata. Stiamo lavorando a stretto contatto con l'amministrazione Usa per raggiungere un accordo e ho avuto un proficuo scambio con il presidente Trump all'inizio della settimana per contribuire a far progredire le cose».

Le continue giravolte del presidente Usa non aiutano nel portare avanti i negoziati, ma von der Leyen è convinta che un’intesa soddisfacente da ambo le parti sia a portata di mano. «Stiamo cercando un quadro chiaro, da cui continuare a costruire. Restiamo fedeli ai nostri principi. Difendiamo i nostri interessi. Continuiamo il lavoro in buona fede. E ci prepariamo a tutti gli scenari».

Dagli Usa arriva la conferma che i contatti sono in corso, ma anche la notizia che Trump non intende cedere sull’aumento delle tariffe doganali. Il tycoon ha fatto sapere che sta mantenendo aperto il canale di comunicazione ma anche di essere insoddisfatto delle politiche europee nei confronti delle aziende tecnologiche statunitensi. «Stiamo scegliendo dazi equi e bassi, ma alcuni Paesi potrebbero ricevere lettere con dazi del 60-70%», ha aggiunto senza fornire ulteriori dettagli.

Secondo il Financial Times Trump è sì intenzionato a chiudere un accordo con i vertici dell’Ue, ma non farà regali ai Paesi comunitari, anzi. Secondo il quotidiano economico-finanziario britannico, il presidente Usa sta lavorando per imporre all’Unione europea dazi più elevati rispetto a quelli concordati dagli Stati Uniti con la Gran Bretagna. Bruxelles sarebbe pronta a sottoscrivere «un'intesa quadro temporanea» che preveda «tariffe reciproche» al 10%. Niente però è ancora stato siglato. L'Ue, si legge anche sul Financial Times, «non si aspetta di ottenere lo stesso accesso al mercato americano dell'acciaio, delle automobili e di altri prodotti britannici soggetti a dazi settoriali».

Ma se il quadro è ancora tutt’altro che chiaro, alcuni punti fermio non mancano. E li evidenzia Ecco, il think tank italiano per il clima. «Nel confronto con l’amministrazione statunitense, l’Europa dovrà tenere presente questi quattro obiettivi di lungo periodo sui quali non perdere posizioni nella trattativa: 1) la sicurezza e l’indipendenza energetica; 2 ) la competitività dell’industria; 3) la capacità di attrarre investimenti; 4) il ruolo della diplomazia nella costruzione delle relazioni internazionali. Queste quattro dimensioni sono colonne portanti del pacchetto Green Deal e oggi forniscono, nel confronto sui dazi e nella frammentazione delle relazioni globali, una strategia guida importante per l’Europa. Il confronto sui dazi innescato dall’amministrazione repubblicana ha fatto quindi emergere l’utilità del Green Deal europeo per navigare questo clima di incertezza».

Quanto sta succedendo mette in particolare in luce la debolezza dellEuropa dal punto di vista energetico. Circa il 60% dell’energia consumata nell’Ue viene infatti importata, ricorda Ecco. E questa percentuale è ancora maggiore se si considerano le fonti fossili: circa il 95% del petrolio e poco più dell’80% del gas consumato nell’Ue è importato. «Ciò rende l’Europa energeticamente fragile e particolarmente esposta non solo ad un rischio di sicurezza ma a una volatilità dei prezzi delle fossili, fattore trainante dell’inflazione in Europa», sottolinea Ecco. «La guerra dei dazi e il costante ricatto imposto all’Europa per accedere alle fonti fossili, impone di costruire la nostra sicurezza energetica su una maggiore indipendenza dall’esterno. Solo questo permetterà all’Europa di garantire una sostenibilità dei prezzi dell’energia per i consumatori e le aziende, obiettivo cardine dell’Action plan on affordable energy, piano presentato dalla Commissione a fine febbraio come parte integrante del Clean industrial deal».

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Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia