ESA e JAXA pronte alla sfida di Apophis: la missione Ramses prende forma

Quando nel 2029 l’asteroide Apophis passerà a soli 32.000 km dalla Terra, più vicino di molti satelliti in orbita, gli occhi della comunità scientifica mondiale saranno puntati su di lui. Per l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) si tratterà di un’occasione irripetibile: il progetto Ramses (Rapid Apophis Mission for Space Safety) mira a inviare una sonda capace di accompagnare il corpo celeste durante il sorvolo, analizzandone da vicino i cambiamenti dovuti alla gravità terrestre. Non capita spesso di poter studiare un asteroide di 375 metri di diametro mentre subisce effetti gravitazionali così forti, un evento che gli esperti definiscono “una volta ogni mille anni”.

L’iniziativa non è solo europea. Anche l’Agenzia Spaziale Giapponese (JAXA), già partner dell’ESA nella missione Hera diretta verso il sistema asteroidale Didymos, ha manifestato interesse concreto. In questi giorni l’ente nipponico ha presentato al proprio governo una richiesta di finanziamento per contribuire ufficialmente al progetto Ramses. La collaborazione prevederebbe la fornitura di componenti fondamentali: i pannelli solari della sonda, un imager a infrarossi e persino l’opzione di un lancio condiviso a bordo del vettore giapponese H3.

La missione, ancora in fase di proposta, sarà sottoposta al voto dei ministri europei dello spazio nel consiglio ministeriale dell’ESA previsto per novembre 2025. Se approvata, i lavori dovranno procedere a ritmo serrato: il lancio è fissato per il 2028, in modo da garantire l’arrivo in tempo utile per il flyby dell’anno successivo. L’importanza scientifica è notevole, perché i dati raccolti permetteranno di affinare modelli e strategie per la difesa planetaria, un settore che guadagna sempre più attenzione di fronte alla possibilità, remota ma non nulla, di futuri impatti asteroidali con la Terra.

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