Etichette in braille sui prodotti di largo consumo: l'iniziativa della Spagna

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La Spagna si avvia a introdurre un’importante novità legislativa a tutela dei diritti delle persone cieche e ipovedenti: l’obbligo di etichette in braille su numerose categorie di prodotti di largo consumo quotidiano.
È attualmente in fase di definizione, infatti, una proposta di decreto che la renderà obbligatoria su alimenti, cosmetici, articoli per l’igiene personale e sostanze pericolose.
Etichette in braille sui prodotti di largo consumo: l’iniziativa della Spagna
L’iniziativa, promossa dal Ministero dei Diritti Sociali, dei Consumatori e dell’Agenda 2030, punta a colmare un vuoto normativo che oggi lascia alle aziende la libertà di decidere se inserire o meno informazioni accessibili sulle confezioni, a eccezione dei prodotti farmaceutici, dove il braille è già previsto per legge.
A sostegno di questa proposta è intervenuta anche l’Organizzazione Nazionale dei Ciechi Spagnoli (ONCE), che nei giorni scorsi ha ribadito a Bruxelles l’urgenza di una regolamentazione chiara e vincolante. Durante un incontro al Parlamento Europeo con diversi eurodeputati, la consigliera generale dell’ONCE, Bárbara Palau, ha sottolineato quanto sia essenziale per le persone con disabilità visiva poter accedere autonomamente alle informazioni necessarie per compiere scelte consapevoli, al pari di qualsiasi altro cittadino.
Secondo l’ONCE, l’etichettatura accessibile rappresenta un elemento cruciale per garantire sicurezza, indipendenza e qualità della vita alle persone cieche o ipovedenti. Attualmente, però, in Spagna – come in gran parte dei Paesi dell’Unione – non esiste alcun obbligo generalizzato in questo senso per i prodotti di consumo. L’introduzione del nuovo decreto, quindi, rappresenterebbe un importante passo avanti per l’inclusione e la parità di accesso ai diritti di tutti i consumatori.
La bozza di decreto, già notificata alla Commissione Europea, prevede che le etichette riportino in braille almeno le informazioni fondamentali, come il nome del prodotto, la sua tipologia e le eventuali avvertenze relative a rischi per la salute. Si tratta di una misura pensata non solo per chi ha disabilità visive, ma anche per proteggere in generale i consumatori più vulnerabili.
Un esempio per gli altri stati membri
Con questa proposta, la Spagna si candida a diventare uno dei primi Paesi dell’Unione Europea a introdurre una normativa così avanzata in materia di accessibilità, aprendo la strada a un cambiamento culturale che potrebbe ispirare anche altre realtà nazionali.
Se il decreto venisse approvato, rappresenterebbe un precedente importante per sviluppare politiche comuni sull’accessibilità dell’informazione nei prodotti di consumo, un tema ancora poco regolamentato a livello europeo. In un’Unione che si fonda sui principi di uguaglianza e inclusione, l’introduzione dell’etichettatura in braille obbligatoria potrebbe infatti stimolare una riflessione più ampia sul diritto di tutti i cittadini – indipendentemente dalle proprie capacità visive – di accedere in modo autonomo e sicuro alle informazioni sugli articoli che acquistano.
L’auspicio è che l’iniziativa spagnola faccia da apripista per l’adozione di standard minimi comuni a livello comunitario, incoraggiando anche altri Stati membri a seguire la stessa direzione e sensibilizzando l’industria sulla necessità di una progettazione universale, realmente accessibile a tutti.
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