Fertilizzanti: produzione e uso responsabile e sostenibile

Agosto 28, 2025 - 07:00
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Fertilizzanti: produzione e uso responsabile e sostenibile
fertilizzanti biologici

È noto l’utilizzo di fertilizzanti naturali ad opera di antichi Egizi, Babilonesi e antichi Romani. Per garantire il corretto nutrimento dei vegetali, attraverso il suolo, vengono utilizzati fertilizzanti, prevalentemente prodotti dall’industria chimica. A fronte di questa necessità, è tuttavia possibile prendere posizione per rendere la produzione e l’utilizzo dei fertilizzanti responsabile e sostenibile

In occasione della manifestazione internazionale dell’ortofrutta italiana, Macfrut 2025, tenutasi il maggio scorso, è stato rilanciato il Marchio di Qualità di Assofertilizzanti.

ll marchio di qualità è stato pensato come strumento chiave per garantire trasparenza, qualità e impegno delle aziende produttrici di fertilizzanti verso la sostenibilità ambientale, economica e sociale.

Il marchio era stato istituito già nel 2012, a seguito di un accordo tra l’associazione che rappresenta le aziende chimiche produttrici di fertilizzanti all’interno di Federchimica (Assofertilizzanti) e l’Ispettorato Centrale del Ministero dell’agricoltura (Icqrf).

Per ottenere il marchio di qualità, le aziende associate devono dimostrare l’eccellenza dei loro processi produttivi e una gestione responsabile e sostenibile della propria attività, secondo il disciplinare costantemente aggiornato, basato principalmente su tre parametri fondamentali:

  • conformità normativa e controlli volontari: le imprese si sottopongono annualmente a controlli volontari condotti dall’Icqrf ed eventualmente da enti terzi accreditati, che vanno ad aggiungersi a quelli ordinari
  • certificazioni di prodotto e di sistema: le aziende devono possedere specifiche certificazioni (come Iso e Uni) che attestano la tracciabilità, la sicurezza e la sostenibilità dei fertilizzanti prodotti
  • adesione obbligatoria al programma Responsible Care, che promuove lo sviluppo sostenibile dell’industria chimica e l’integrazione dei parametri Esg (Environmental, Social, Governance) nelle strategie aziendali

Il marchio di qualità deve essere rinnovato annualmente: questo garantisce un costante impegno delle aziende sulla qualità dei propri processi/prodotti.

Responsible care: di cosa si tratta?

La sensibilità verso l’industria chimica e la necessità di un suo sviluppo sostenibile, nel rispetto della salute umana e dell’ambiente se negli anni ’90 negli Stati Uniti ha portato alla Chimica Verde, nel 1984 in Canada ha visto la nascita del programma Responsible Care, adottato nel 1988 dall’American Chemistry Council statunitense e nel 1989 dall’European Chemical Industry Council.

Attraverso questo programma globale, le industrie aderenti (oltre 10.000 imprese distribuite su oltre 60 Paesi) perseguono i valori dello sviluppo sostenibile, agendo secondo principi di sicurezza, salute e rispetto dell’ambiente, nell’ambito di una più generale responsabilità sociale.

In Italia il programma Responsible Care è stato avviato nel 1992, sotto la gestione di Federchimica; attualmente raccoglie l’impegno di circa 170 imprese.

Fertilizzanti: la storia in breve

La presenza di nutrienti nel suolo è un fattore chiave affinché le pratiche agricole siano sostenibili. I fertilizzanti consentono di fornire e ripristinare i nutrienti per i vegetali e ne supportano la crescita.

Oggi sappiamo che sono fondamentali tre macronutrienti principali (azoto, fosforo e potassio) e tre macronutrienti secondari (calcio, magnesio e zolfo), oltre ad altri micronutrienti.

Dalle pratiche agricole dell’antichità fino a circa metà dell’800, il terreno veniva arricchito di nutrienti con sostanze naturali, tra cui polvere d’ossa (fonte di calcio e fosforo), cenere di legna (fonte di calcio, potassio e magnesio), farine di semi oleosi, guano e letame (fonti organiche di azoto e zolfo).

L’industria dei fertilizzanti nasce intorno al 1830, con l’utilizzo di materiali di scarto come  fonte principale di fosforo e azoto (ossa, residui di macellazione e scarti di pesce, guano, salnitro cileno). Il potassio era appena stato riconosciuto come nutriente vegetale grazie al chimico tedesco Justus von Liebig.

Negli anni ’60 del XIX secolo negli Stati Uniti si iniziò a sfruttare la roccia fosfatica come fonte di fosforo e calcio e a inizio ‘900 le fonti di azoto organiche vengono sostituite con materiali inorganici.

Fu in quest’epoca che la produzione di fertilizzanti si trasformò da un’industria basata sul recupero di scarti a una vera e propria industria chimica, il cui sviluppo giunge fino a oggi.

Se avete un piccolo orto potete fertilizzarlo con i gusci delle uova frantumati (fonte di calcio), fondi del caffè (fonte di azoto organico) e, se fate qualche grigliata, con la cenere residua.

Approfondimenti

Crediti immagine: Depositphotos

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Laura CipollaLaura Cipolla: curiosa su tutto ciò che coinvolge la trasformazione della materia, dai sistemi viventi alle applicazioni della chimica, in particolare quelle legate alle biotecnologie. Per lei, la chimica è la vita, è il nostro Pianeta | Linkedin

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