Gaza. Trump ottimista per un possibile cessate-il-fuoco

Giugno 29, 2025 - 18:30
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Gaza. Trump ottimista per un possibile cessate-il-fuoco

di NGN *

Dopo la tregua raggiunta con Teheran, gli occhi di Israele sono puntati di nuovo su Gaza, dove si intravede uno spiraglio per un possibile cessate-il-fuoco nonostante i massacri proseguano. Soprattutto dopo le parole pronunciate ieri sera da Donald Trump: “Un’intesa per il cessate-il-fuoco a Gaza è vicina, e potrebbe arrivare entro la prossima settimana”, ha dichiarato il presidente statunitense direttamente dallo Studio Ovale, mentre annunciava una tregua tra la Repubblica Democratica del Congo e il Ruanda.
Venerdì il presidente Donald Trump si è espresso ottimista riguardo a un nuovo cessate-il-fuoco nella Striscia di Gaza, mentre aumentano le critiche per il crescente numero di morti tra i civili nei centri di distribuzione alimentare sostenuti da Israele nel territorio.
Alla domanda dei giornalisti su quanto fosse vicino un cessate-il-fuoco tra Israele e Hamas, Trump ha risposto: “Pensiamo che entro la prossima settimana lo otterremo”.
Gli Stati Uniti hanno mediato una tregua nel devastante conflitto negli ultimi giorni dell’amministrazione Biden, con il supporto del nuovo team di Trump. Israele ha violato il cessate-il-fuoco a marzo lanciando nuovi attacchi devastanti contro Hamas e uccidendo numerosissimi civili, che a sua volta ha attaccato Israele il 7 ottobre 2023. Israele ha inoltre bloccato l’ingresso di cibo e altri rifornimenti a Gaza per più di due mesi, suscitando allarme carestia.
Da allora Israele ha consentito la ripresa degli aiuti alimentari attraverso la Gaza Humanitarian Foundation (GHF), sostenuta dagli Stati Uniti e da Israele, che coinvolge appaltatori della sicurezza americani con truppe israeliane nella periferia.
Venerdì i funzionari delle Nazioni Unite hanno affermato che il sistema GHF stava portando a uccisioni di massa di persone in cerca di aiuti, attirando l’accusa da parte di Israele che le Nazioni Unite si stavano “allineando ad Hamas”.
Testimoni oculari e funzionari locali hanno riferito di ripetute uccisioni di palestinesi nei centri di distribuzione nelle ultime settimane nel territorio. L’esercito israeliano ha negato di aver preso di mira le persone e la GHF ha negato che eventuali incidenti mortali siano collegati ai suoi siti, per quanto le immagini diffuse dai media arabi dimostrino il contrario.
Così, mosse diplomatiche e conseguenti indiscrezioni si sono fatte subito avanti. Washington starebbe cercando di organizzare nuovi colloqui tra Israele e Hamas a Doha e “a giorni” dovrebbe presentare un piano di pace. Lo riferiscono fonti egiziane ad al-Arabiya, secondo cui i mediatori, cioè Usa, Egitto e Qatar, avrebbero chiesto una finestra per un cessate-il-fuoco.
Da lunedì inoltre si prevede che Il Cairo e Doha riprendano i contatti diplomatici con Hamas, che tiene prigionieri a Gaza ancora cinquanta ostaggi israeliani, di cui circa venti in vita. La richiesta dei mediatori consisterebbe in un cessate-il-fuoco di due settimane che consenta di fornire aiuti umanitari alla popolazione di Gaza e nel rilascio da parte di Hamas dei prigionieri ancora a Gaza.
Nel frattempo da Israele, è arrivata la conferma della visita in programma per lunedì a Washington di uno dei più stretti confidenti del premier Benjamin Netanyahu, il ministro degli Affari strategici Ron Dermer. Secondo una fonte ben informata la visita dovrebbe preparare un futuro incontro tra Netanyahu e il presidente Donald Trump, che la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt ha definito “probabile” nel prossimo futuro, pur sottolineando che una data non è stata ancora fissata.
Su un’imminente visita di Netanyahu, si è pronunciata anche l’emittente israeliana Channel 12. “Dovrebbe realizzarsi a breve”, con il primo ministro israeliano che intende raggiungere al più presto un accordo sugli ostaggi e al contempo avviare una normalizzazione con la vicina Siria, dal momento in cui è ormai convinzione diffusa che un miglioramento dei rapporti con i Paesi dell’area potrà arrivare solo attraverso la fine alla guerra a Gaza.
Netanyahu da questo punto di vista sarebbe infatti interessato a un’intesa non solo con Damasco, ma a un pacchetto che includa anche Arabia Saudita, Libano, Indonesia e Malesia nella riattuazione degli Accordi di Abramo. Intanto anche lato Hamas sembra aprirsi una serie di aperture che fanno ben sperare. Fonti vicine all’organizzazione hanno detto al quotidiano saudita Asharq Al-Awsat/em> che il round di colloqui previsto per i prossimi giorni in Egitto e Qatar con Israele “potrebbe essere molto serio”. Secondo le stesse fonti l’accordo includerebbe una riformulazione del piano di Witkoff con la promessa che il cessate-il-fuoco sarebbe effettivamente attuato e che il “protocollo umanitario” sugli aiuti a Gaza verrebbe immediatamente rispettato.

* Articolo in mediapartnership con Nuovo Giornale Nazionale.

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Redazione Redazione Eventi e News