Goodbye Seoul Anteprima – Gamescom 2025

Agosto 28, 2025 - 21:00
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Goodbye Seoul Anteprima – Gamescom 2025

Goodbye Seoul viene dipinto come un titolo post apocalittico, ma ad essere precisi quando il viaggio della protagonista Rion ha inizio il cataclisma deve ancora avvenire. Al centro della vicenda vi è umanità senza avvenire, il cui sguardo proteso verso il cosmo attende l'annichilimento portato da una meteora.

Soltanto sei mesi mancano all'impatto, eppure, a guardarsi intorno parrebbe che la civiltà sia finita da un pezzo e che quella che un tempo fu una metropoli non sia che una rovina riarsa. A seminare distruzione non è stato nessun atto divino, nessun fenomeno catastrofico se non l'uomo, che ormai privo di speranze, si è rivoltato contro sé stesso.

La struttura di Goodbye Seoul

Nei fetidi corridoi del complesso di appartamenti ove risiede Rion svetta una lugubre scritta ove si pregano gli inquilini di non suicidarsi all'interno delle proprie stanze. Essa è la sintesi compiuta del tema fondante di Goodbye Seoul: la disperazione folle di una stirpe umana che conscia della propria mortalità ha perduto la volontà di vivere.

Basta una notizia perché i pilastri della società cadano, perché le milizie disertino, perché qualsiasi parvenza di ordine ceda al caos. Quella tracciata da JINO Games è un'apocalisse autoinflitta, la storia di un paese crollato anzitempo, che attendendo la propria fine, ora si è abbandonato al pianto ora al piacere.

Eppure potrebbe esserci ancora una via d'uscita, ancora un magro barlume di speme. Giunti sulle rive del fiume Han e ormai pronti a farla finita, veniamo fermati da un soldato ferito il quale ci rivela l'esistenza di un piano di evacuazione e il luogo dove potremmo scoprire di più al riguardo.

In Goodbye Seoul le conversazioni sono prive di doppiaggio ma riescono ugualmente ad avere un'impostazione quasi filmica, con tempi precisi e pause ben calibrate. Tale risultato viene raggiunto mediante una soluzione piuttosto astuta che intervalla la comparsa delle finestre di dialogo con alcuni gesti atti a rallentarne la lettura, oppure riduce la pausa tra una battuta e l'altra per dare la sensazione che stia avvenendo un vero botta e risposta.

Così ci avviamo tra le rovine della città fantasma: una capitale un tempo fiorente ora abitata soltanto da spettri. Lo studio coreano ha cercato di rappresentare con forza l'intensa solitudine che pervade il luogo, stendendo come un nero sudario di pioggia e nebbia per tutta l'ambientazione.

A dividere Rion dal suo obiettivo è un percorso lastricato di muri divelti e lamiere, un'architettura urbana distorta ove si concentrano gli enigmi ambientali che costituiscono il loop di gameplay del titolo. Non ci troviamo, tuttavia, dinanzi ad un platform 2D con salti complessi ed input precisi.

Goodbye Seoul, infatti, è un puzzle game, reminiscente, per fare un esempio, di un Planet of Lana. A Colonia abbiamo avuto modo di giocare una porzione limitatissima dell'avventura e non ci siamo trovati davanti a enigmi particolarmente complessi o stratificati, ma abbiamo notato un graduale aumento della difficoltà che, seguito ulteriormente, avrebbe generato rompicapi meno immediati.

Per superare gli edifici cadenti e le strade interrotte abbiamo dovuto eseguire una serie di compiti, necessari per sorpassare delle voragini oppure evitare di essere fulminati dalle linee elettriche tranciate. Questi vengono introdotti senza particolari tutorial ma godono di un'immediatezza talmente marcata da non averne affatto bisogno.

Dopotutto la volontà è quella di creare un'esperienza muta, priva di fronzoli, avvolta da un'atmosfera opprimente ma sottilissima e per questo estremamente fragile. La sensazione di abbandono provata dal giocatore deve essere totale e l'assenza di brusche incursioni, sotto forma di lunghe esposizioni, è per questo impareggiabile.

I puzzle ci sono sembrati, invero, piuttosto consueti ma non è detto che non mutino con il tempo, una volta che si è divenuti più avvezzi al sistema. Ci siamo trovati a dover sospingere carrelli per mantenere portoni aperti, oppure accendere e spegnere generatori per raggiungere l'esterno dei palazzi.

Abbiamo, inoltre, constatato con grande felicità il fatto che Goodbye Seoul rispetti una delle leggi fondanti del genere. Un enigma, infatti, non deve richiedere mai più tempo per la risoluzione attiva di quanto sia necessario per comprenderne la risposta. In poche parole quando si sa cosa è necessario fare, l'interno rompicapo deve concludersi il prima possibile.

Avremmo volentieri continuato a vagare per le melancoliche strade della città, tuttavia, la demo si è interrotta proprio sul più bello, non appena abbiamo trovato quella che apparirebbe essere una compagna. Non sappiamo il ruolo che tali comprimari avranno nel gameplay nè quanto importanti siano, eppure, l'opera potrebbe rivelarsi molto più complessa del previsto.

Conclusione

Goodbye Seoul è una storia che parla di speranza in un mondo che l'ha perduta. È il racconto di una civiltà sola dinanzi all'assurdo, di un'umanità abbrutita che ha perduto il senno dinanzi all'imminente catastrofe e divelto ogni norma e ogni legge. Ma è anche una storia di legami, di corde tese sull'orlo del baratro.

JINO Games ha creato un'atmosfera eccellente, studiata in ogni dettaglio e trasmessa da una brillante pixel art. Ha dimostrato di comprendere gli strumenti narrativi nel proprio arsenale alla perfezione, con una resa talmente acuta dei dialoghi da sembrare capaci di trarre il suono laddove vi è solo silenzio.

Sulla qualità degli enigmi fatichiamo ancora ad esprimerci. Ciò che abbiamo visto è ben congeniato, appare scorrevole ed immediato ma non ancora sufficientemente complesso. Non abbiamo, tuttavia, raggiunto le fasi intermedie dell'avventura dove confidiamo di poter riscontare soluzioni più audaci.

Neowiz, pare aver scovato una vera e propria perla, e si riconferma non solo come un ottimo sviluppatore ma anche come un grande publisher. Ora non resta che aspettare la release del titolo per scoprire, finalmente, quanto lontano ci porterà l'avventura della giovane e sventurata Rion.

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