Il Controllo di Gestione e Controllo Strategico nelle Pubbliche Amministrazioni: pilastri della modernizzazione organizzativa

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Approfondimento su Controllo di Gestione e Controllo Strategico nelle Pubbliche Amministrazioni quali strumenti imprescindibili nel processo di modernizzazione organizzativa della Pubblica Amministrazione.
La trasformazione silenziosa della Pubblica Amministrazione
Negli ultimi due decenni, la Pubblica Amministrazione italiana ha vissuto una trasformazione silenziosa ma profonda. Mentre i cittadini continuano a percepire spesso la macchina pubblica come lenta e inefficiente, dietro le quinte si sta consumando una rivoluzione metodologica che sta ridefinendo i paradigmi della gestione pubblica. Al centro di questa trasformazione troviamo due strumenti che, pur nascendo da obblighi normativi, stanno diventando i veri motori del cambiamento: il controllo di gestione e il controllo strategico.
La sfida è complessa e multidimensionale. Da un lato, le amministrazioni devono rispondere a pressioni crescenti per l’efficientamento della spesa pubblica e la qualità dei servizi. Dall’altro, devono navigare in un panorama normativo in continua evoluzione, che richiede competenze sempre più specialistiche e approcci innovativi. In questo contesto, il controllo di gestione e strategico non rappresentano più semplici adempimenti burocratici, ma diventano strumenti fondamentali per la governance moderna delle amministrazioni pubbliche.
L’evoluzione del sistema organizzativo della PA
Controllo di Gestione e Controllo Strategico nella “Riforma Brunetta”
La storia recente del controllo di gestione nelle pubbliche amministrazioni italiane inizia con una data precisa: il 27 ottobre 2009, quando venne emanato il Decreto Legislativo n. 150, meglio conosciuto come “Riforma Brunetta”. Questo provvedimento ha rappresentato una vera e propria rivoluzione copernicana nell’approccio alla gestione pubblica, introducendo per la prima volta in modo sistematico l’obbligo per tutte le amministrazioni di dotarsi di sistemi di misurazione e valutazione della performance.
La riforma non si limitava a imporre nuovi adempimenti, ma proponeva un cambio di paradigma culturale. L’amministrazione pubblica veniva chiamata a misurarsi con concetti tipicamente aziendali come efficienza, efficacia ed economicità, trasformando la logica del “rispetto delle procedure” nella più ambiziosa logica del “raggiungimento dei risultati”. Il decreto definiva un framework strutturato che comprendeva la definizione di obiettivi strategici e operativi, l’implementazione di sistemi di controllo di gestione, la misurazione sistematica dei risultati e la valutazione delle performance individuali e organizzative.
Dalla “Brunetta” al PIAO
Le successive modifiche introdotte dal Decreto Legislativo 74/2017, parte della più ampia riforma Madia, hanno ulteriormente affinato questi strumenti. Pur semplificando alcuni aspetti procedurali che si erano rivelati eccessivamente burocratici, la riforma ha mantenuto ferma la centralità del controllo di gestione come strumento di governance, riconoscendone il valore strategico per la modernizzazione del settore pubblico.
Parallelamente, il Testo Unico degli Enti Locali aveva già delineato, negli articoli 147 e seguenti, un sistema articolato di controlli interni che abbracciava diverse dimensioni della gestione pubblica. Il controllo di regolarità amministrativa e contabile garantiva la legittimità degli atti, mentre il controllo di gestione verificava l’efficacia, efficienza ed economicità dell’azione amministrativa. Il controllo strategico valutava lo stato di attuazione delle strategie e il grado di raggiungimento degli obiettivi, mentre il controllo sugli equilibri finanziari monitorava la sostenibilità economico-finanziaria dell’ente.
L’evoluzione più recente di questo percorso normativo è rappresentata dall’introduzione del Piano Integrato di Attività e Organizzazione, il PIAO, attraverso il Decreto Legge 80/2021 convertito in Legge 113/2021. Questo strumento rappresenta il tentativo più ambizioso di integrare in un unico documento la pianificazione strategica, la programmazione operativa, gli obiettivi di performance, la prevenzione della corruzione e trasparenza, e l’organizzazione del lavoro agile. Il PIAO rafforza ulteriormente il ruolo del controllo strategico come elemento di raccordo tra pianificazione e attuazione, creando un ponte tra la visione di lungo periodo e l’operatività quotidiana.
Controllo di Gestione e Controllo Strategico: oltre la burocrazia, verso il management
Controllo di Gestione
Quando si parla di controllo di gestione nelle pubbliche amministrazioni, è fondamentale superare l’equivoco terminologico che spesso genera resistenze. Il termine “controllo” evoca infatti immagini di vigilanza e sanzione, mentre nella realtà gestionale si tratta di uno strumento di supporto decisionale e miglioramento continuo. Il controllo di gestione si configura come un sistema informativo finalizzato a supportare i processi decisionali attraverso la rilevazione, misurazione e valutazione sistematica dei risultati conseguiti rispetto agli obiettivi programmati.
L’essenza del controllo di gestione risiede nella sua capacità di trasformare dati grezzi in informazioni utili per la gestione. Attraverso il monitoraggio dell’efficienza, intesa come rapporto tra risorse impiegate e output prodotti, le amministrazioni possono identificare sprechi e ottimizzare l’allocazione delle risorse. La valutazione dell’efficacia, che misura il grado di raggiungimento degli obiettivi prefissati, consente di verificare se le azioni intraprese stanno producendo i risultati desiderati. La verifica dell’economicità assicura l’ottimizzazione nell’uso delle risorse disponibili, mentre il supporto alle decisioni fornisce informazioni tempestive per eventuali correzioni di rotta.
Controllo Strategico
Il controllo strategico rappresenta invece la visione, lo sguardo sulle prospettive e sull’attuazione delle promesse e gli obiettivi di lungo termine dell’Amministrazione. Il collegamento con il tema del Valore Pubblico è evidente. Le misure di impatto/outcome che caratterizzano il Valore Pubblico sono gli oggetti del Controllo Strategico che declina le strategie, appunto, dell’ente in risultati verificabili e misurabili
Un sistema di controllo di gestione efficace e di controllo strategico deve articolarsi su diversi livelli interconnessi. La struttura organizzativa richiede una definizione chiara di ruoli e responsabilità, l’identificazione dei centri di responsabilità e la mappatura dettagliata dei processi organizzativi. Il sistema informativo deve garantire la rilevazione sistematica dei dati, l’elaborazione di indicatori di performance significativi e un reporting periodico e tempestivo. Il processo di controllo deve integrare la pianificazione degli obiettivi, il monitoraggio in corso d’opera, la valutazione ex-post dei risultati e l’implementazione di azioni correttive.
Non è pensabile infatti che lo sforzo richiesto alla misurazione dei risultati non prevede di innescare le necessarie azioni di miglioramento dell’organizzazione che li genera.
Leggi anche: La rivoluzione silenziosa della PA: Il DDL “Merito” di Zangrillo sulla valutazione
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