Il nuovo CEO di Kering è Luca de Meo. Un outsider della moda per il rilancio

Luca de Meo è ufficialmente il nuovo amministratore delegato di Kering. Il cda presieduto da François-Henri Pinault ha approvato la nomina del manager su raccomandazione del comitato nomine e governance.

Nell’ambito di una struttura di governance rinnovata, il ruolo di presidente del cda, ricoperto da François-Henri Pinault, sarà separato da quello di CEO (ricopriva ambo le cariche dal 2005, ndr). “Questa nuova struttura è in linea con le migliori pratiche delle grandi società quotate”, specifica la nota redatta dal colosso francese cui fanno capi i fashion brand Gucci, Saint Laurent, Bottega Veneta, Balenciaga, Brioni e McQueen.

Tali cambiamenti, si specifica, entreranno in vigore dopo la decisione del cda che si terrà in seguito all’assemblea degli azionisti convocata per il 9 settembre 2025. In tale occasione, agli azionisti verrà chiesto in particolare di nominare de Meo come membro del consiglio e di approvare la politica retributiva corrispondente a questa nuova organizzazione. Subordinatamente a tali approvazioni, il manager italiano assumerà ufficialmente l’incarico il 15 settembre 2025.

“L’annuncio di oggi (16 settembre, ndr.) è la conclusione di un lungo processo, avviato all’inizio del 2023 e che ha acquisito poi il definitivo slancio negli ultimi mesi”, ha dichiarato Pinault nel corso della conference call, ricordando inoltre che Pinault continuerà a ricoprire il ruolo di presidente del Consiglio di Amministrazione.

De Meo vanta 30 anni di carriera nel settore automotive iniziata in Renault nel 1992, per poi entrare in Toyota Europe. Successivamente ha lavorato nel Gruppo Fiat, dove ha ricoperto i ruoli di direttore delle divisioni Lancia, Fiat e Alfa Romeo, AD di Abarth e direttore marketing del Gruppo Fiat. Nel 2009 è entrato nel Gruppo Volkswagen come direttore marketing del gruppo e del marchio Volkswagen. Nel 2012 è stato nominato membro del cda di Audi AG. Dal 2015 è stato presidente di Seat e Cupra. Dal 2020 stato è tornato al Gruppo Renault divenendone AD nonché CEO dell’omonimo marchio.

In una nota Barclays ha commentato il nodo della estraneità al settore del lusso di De Meo, specificando che: “É considerato l’artefice principale della ristrutturazione di Renault, grazie a una rigorosa politica di riduzione dei costi e riorganizzazione strategica. Pur essendo esterno al settore del lusso, dunque, la sua nomina è stata intenzionale, per portare una visione nuova, supportata dagli esperti già presenti nel gruppo”.

C’è dunque molta fiducia nelle sue capacità. Soprattutto poiché ad attenderlo vi sono delle sfide: in cima alla lista il rilancio di Gucci, il cui indebolimento negli ultimi anni ha penalizzato l’intero gruppo. Gli investitori mostrano dubbi sulla mancanza di esperienza di De Meo nel lusso, poiché il rilancio richiederà più che semplici tagli ai costi ed è questo, probabilmente, che ha portato il titolo questa mattina in apertura delle borse al -2 per cento. Secondo Barclays, ad ogni modo, la ripresa di Gucci richiederà tempo e il ritorno alla crescita potrebbe avvenire solo nel 2026.

“Dopo vent’anni dedicati a trasformare Kering in un attore globale di primo piano nel settore del lusso, il gruppo è pronto per una nuova fase del suo sviluppo”, ha infatti dichiarato François-Henri Pinault. Quando ho avviato una riflessione sull’evoluzione della governance del gruppo, ho incontrato Luca de Meo. La sua esperienza alla guida di un gruppo internazionale quotato, la sua profonda comprensione dei brand e il suo senso di una cultura aziendale forte e rispettosa mi hanno convinto che è il leader che stavo cercando per portare una nuova visione e guidare questo capitolo della storia del nostro gruppo. Con piena fiducia affido a Luca la guida di Kering e dei nostri team. Ovviamente sarò al suo fianco per accompagnarlo in questa nuova fase, in qualità di presidente del consiglio di amministrazione di Kering”.

La scelta di puntare su un ‘outsider’ della moda è legata proprio alla capacità di De Meo di apportare una visione differente. “Cercavamo – racconta Pinault nel corso della conference call – un dirigente esperto con una profonda esperienza nella gestione del brand e capacità internazionali. La capacità di apportare una nuova visione del settore e del nostro gruppo era un requisito fondamentale. L’esperienza alla guida di una società quotata in borsa a livello globale era un ulteriore requisito. Ma soprattutto, in un contesto economico in rapida evoluzione con notevoli mutamenti nel nostro settore, desideravamo qualcuno che avesse dimostrato agilità e capacità di affrontare il cambiamento”.

“Desidero ringraziare François-Henri Pinault e il consiglio di amministrazione per avermi scelto per guidare Kering in questa nuova fase di sviluppo – ha affermato de Meo -. Affronto questa nuova sfida professionale con entusiasmo, motivazione e fiducia, ispirato dalla forza dei marchi del gruppo e dalla competenza delle sue persone. Sono convinto che insieme continueremo a fare di Kering un protagonista imprescindibile dell’industria del lusso”.

La possibilità dell’arrivo di de Meo, annunciata ieri dal quotidiano Le Figaro, ha fatto lievitare il titolo in borsa di Kering di oltre dieci punti questa mattina. Il media francese Afp pochi giorni fa aveva ipotizzano un passo indietro da parte di Pinault a seguito di un annus horribilis per Kering, le cui azioni sono scese del 45% negli ultimi dodici mesi e che nel 2024 ha totalizzato ricavi in flessione del 12% a 17,1 miliardi e un utile netto di 1,1 miliardi di euro, in calo del 62 per cento.

François-Henri Pinault è stato sia CEO che presidente del colosso francese dal 2005. L’ingresso di de Meo è l’ultimo di una serie di cambi ai vertici nella galassia Kering dopo l’arrivo di Stefano Cantino al timone amministrativo di Gucci e quello di Demna alla direzione creativa, poche settimane fa, inoltre, Pierpaolo Piccioli è stato nominato direttore creativo di Balenciaga.