Inchiesta urbanistica Milano, pm riparte da Cassazione: “Abusivi 12 progetti di Catella”

Agosto 25, 2025 - 17:00
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Inchiesta urbanistica Milano, pm riparte da Cassazione: “Abusivi 12 progetti di Catella”

 Da Porta Nuova a Scalo Farini: 12 progetti immobiliari di Coima e Manfredi Catella sarebbero illegali o abusivi, almeno secondo quello che emerge dalle carte dell‘inchiesta sull’urbanistica a Milano. Approvati senza “piano attuativo” e realizzati o da realizzare in violazione delle leggi nazionali su distanze, altezze, volumetrie degli edifici e standard o servizi pubblici da garantire per le nuove costruzioni nei quartieri. La Procura di Milano non si ferma dopo la revoca degli arresti sancita dal Tribunale del riesame nell’inchiesta sull’urbanistica, tre completamenti annullati in attesa delle motivazioni fra un mese e tre sostituiti da una interdittiva per corruzione, fra cui l’ex assessore alla Rigenerazione urbana, Giancarlo Tancredi.

I progetti ritenuti illegittimi

L’elenco completo dei cantieri ritenuti illegittimi, sotto diversi profili urbanistici e non, emerge dalle memorie depositate dai pm Petruzzella-Filippini-Clerici-Siciliano che ora stanno valutando se presentare ricorso per Cassazione: di certo si rivolgeranno ai giudici della Suprema Corte, che hanno già dato loro ragione sugli abusi edilizi in fase cautelare, nel caso in cui gli arresti siano stati annullati per assenza dei “gravi indizi”. Sono invece in corso valutazioni per decidere se impugnare nel caso in cui le scarcerazioni fossero dipese solo dalle esigenze cautelari.

Inchiesta urbanistica Milano, pm riparte da Cassazione: “Abusivi 12 progetti di Catella”
Cantiere del grattacielo Pirellino di via Melchiorre Gioia – Milano, 16 Luglio 2025 (Foto Claudio Furlan/Lapresse)

Per i pm i progetti illegali di Coima sono quelli delle “aree Porta Nuova Gioia” fra cui P39 ex Pirellino, che vede indagati per induzione indebita anche il sindaco Giuseppe Sala e il dg del Comune, Christian Malangone, P30 e P32 per due “torri gemelle di 13 piani”, l’ex Palazzo Telecom di via Pirelli 35 trasformato con aumenti di “altezza” e “cubatura” ed edificato all’interno di un “cortile”. Ci sono poi i cosiddetti ‘Portali’ di Gioia 20 est e Gioia 20 ovest, rispettivamente di 98 e 64 metri di altezza; il grattacielo ‘scheggia di vetro’ di Gioia 22; il progetto non ancora realizzato di una torre di 17 piani sull’ex area di proprietà comunale di Largo De Benedetti. L’elenco contiene anche gli sviluppi per le aree messe a bando dal Comune in via Cenisio 2/via Messina 50 e Largo De Benedetti 1/via Messina 53, oggetto peraltro dell’accusa di corruzione di cui Catella risponde per aver commissionato incarichi all’ex componente della commissione paesaggio, Alessandro Scandurra.

Inchiesta urbanistica Milano, pm riparte da Cassazione: “Abusivi 12 progetti di Catella”
Cantieri dei grattacieli Portali di via Melchiorre Gioia 20 – Milano, 16 Luglio 2025 (Foto Claudio Furlan/LaPresse)

Dalle chat analizzate dalla guardia di finanza emerge come nelle due aree pubbliche da dismettere in zona Cenisio fosse spuntato il problema della totale “inedificabilità”, scrive Catella, dopo che Palazzo Marino aveva pubblicato il bando di vendita informando mesi prima della gara l’immobiliarista che guida la sgr con 10 miliardi di immobili in gestione. Inedificabilità a causa del vincolo per il Cimitero Monumentale, che vieta le costruzioni in un’area di “prossimità” fino a 200 metri di distanza dai cimiteri. Una norma (nazionale) nata sia per ragioni igienico-sanitarie, che per la sacralità dei luoghi, quanto per permettere il futuro ampliamento delle zone adibite a sepolcri. Nei messaggi con Tancredi e Malangone, Catella chiedeva una “deroga” sul “lotto” sulla base di un presunto “interesse pubblico”. In caso contrario l’amministrazione avrebbe corso il rischio di “non vendere” le aree, scriveva. Coima partecipa come unico concorrente a una delle due aste.

Infine la Procura inserisce fra i cantieri illegittimi del ‘re del mattone’ che dopo essere stato liberato dai domiciliari ha annunciato la pubblicazione di un libro originato dalle indagini urbanistiche e le parole dell’arcivescovo di Milano, Delpini, anche lo Scalo Romana dove sorge il villaggio olimpico di Milano-Cortina 2026, in futuro da convertire in studentato. E’ stato comprato nel 2020 dalla società in cordata con Covivio e Prada Holding per 180 milioni di euro, offerti a FS Sistemi Urbani, e fu l’unica offerta. Per i pm al privato sarebbe stata riconosciuta una “massiccia volumetria” con lo strumento dell’Accordo di Programma del 2017, non compensata da un “giusto contrappeso” e con una “pianificazione priva di interesse pubblico”. Sullo Scalo inoltre i neoproprietari avrebbero utilizzato un “bando privato” con “giuria privata” per “selezionare il miglior progetto di urbanizzazione”. Per gli inquirenti ciò sarebbe avvenuto con una “espropriazione della funzione pianificatoria pubblica attribuita inderogabilmente al Consiglio comunale” e violando la legge regionale lombarda sul consumo di suolo.

Infine i 60mila metri quadrati dell’area Valtellina, confinante con un altro degli scali ferroviari dismessi, quello di Farini, sarebbe oggetto di “massiccia edificazione” senza un “piano attuativo”. Proprio dalle leggi sul piano attuativo la Procura riparte sul presupposto che l’impianto accusatorio è stato più volte confermato dalla Cassazione negli ultimi 3 anni. In particolare il 23 luglio 2025, nella più recente sentenza relativa al sequestro delle torri ‘Residenze Lac’ di via Cancano, gli ermellini hanno scritto che a Milano si sono verificati “guasti urbanistici” a causa dello “sfruttamento intensivo del territorio”. Per i supremi giudici la pianificazione urbanistica pubblica, e quindi i piani attuativi come strumenti di dettaglio sui quartieri, servono a garantire la “normativa antisismica”, la “prevalenza statale nella gestione del territorio”, le “infrastrutture” e la “migliore crescita” sia in termini “economici” che “sociali”, prevedendo “centri funzionali di aggregazione, studio, crescita, cura, e formazione della persona”. Diritti collettivi che non sono in “contrapposizione” con quelli “personali”, come quello alla “abitazione (per giunta nella struttura abusiva)”, hanno concluso. Così come la Suprema Corte ha stabilito, citando la Corte Costituzionale, che i limiti inderogabili di altezza, distanza e densità edilizia delle nuove costruzioni “hanno efficacia vincolante anche verso il legislatore regionale” perché esistono a “tutela del ‘primario interesse generale all’ordinato sviluppo urbano'”.

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Redazione Redazione Eventi e News