Inquinamento atmosferico e salute mentale: c’è correlazione tra NO2 e benessere cognitivo

Agosto 27, 2025 - 00:30
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Inquinamento atmosferico e salute mentale: c’è correlazione tra NO2 e benessere cognitivo
salute mentale e inquinamento

Un’indagine condotta a Milano nel 2024 rileva possibili effetti dell’esposizione a biossido di azoto sui tempi di reazione e sugli errori cognitivi. I risultati, seppur interlocutori, aprono nuove prospettive sul legame tra qualità dell’aria e benessere mentale

L’aria che si respira in ambito urbano non influisce solo sui polmoni: potrebbe avere un impatto misurabile anche sulle funzioni cognitive e sul benessere psicologico.

È questa l’ipotesi da cui ha preso avvio lo studio Benessere mentale e inquinamento, promosso dall’Università degli Studi di Milano, in collaborazione con l’Università di Padova, l’associazione Cittadini per l’aria e la cooperativa sociale Epidemiologia e Prevenzione.

La ricerca, svoltasi tra il 16 gennaio e il 10 marzo 2024, ha avuto come obiettivo la valutazione dell’associazione tra esposizione personale al biossido di azoto (NO2) e parametri di benessere mentale in un campione urbano.

Il disegno sperimentale ha coinvolto 329 volontari, selezionati su base volontaria attraverso canali di comunicazione istituzionali e sociali.

Ai partecipanti è stato chiesto di indossare per una settimana un campionatore personale di NO2, di compilare un questionario giornaliero sul benessere percepito (stress, qualità del sonno, energia, umore) e di svolgere quotidianamente un test cognitivo digitale – Stroop Test – finalizzato a valutare attenzione selettiva e tempi di reazione.

La raccolta dati è avvenuta in modalità digitale, con oltre 2.000 rilevazioni giornaliere complessivamente acquisite. L’età media dei partecipanti era di 51 anni, con una prevalenza femminile (61,4%) e un livello medio-alto di istruzione (il 70% era in possesso almeno di una laurea triennale).

Esposizione ambientale e dati rilevati

L’esposizione settimanale media al NO2, misurata dai campionatori personali, si è attestata su 17,5 μg/m3, con valori oscillanti tra 3,5 e 45,6 μg/m3. Questi valori, pur inferiori alla soglia guida giornaliera dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (25 μg/m3), hanno mostrato picchi superiori nel 20% dei casi.

Le centraline Arpa, nello stesso periodo, hanno rilevato concentrazioni più elevate, comprese tra 42,1 μg/m3 (stazioni di background) e 54,8 μg/m3 (stazioni di traffico), evidenziando la differenza tra esposizione ambientale generale e personale.

Le analisi statistiche – basate su modelli di regressione a effetti misti e modelli di durata di tipo Cox – hanno inizialmente escluso una correlazione generalizzata tra esposizione a NO2 e peggioramento del benessere mentale.

Tuttavia, restringendo l’analisi al mese di gennaio, caratterizzato da livelli particolarmente elevati di inquinamento atmosferico, sono emersi dati di interesse:

  • +4,4% nei tempi di reazione tra i soggetti esposti a oltre 60 μg/m3 di NO2 nelle 12 ore precedenti al test
  • +76% di errori cognitivi tra coloro che avevano registrato esposizioni elevate nelle 24 ore precedenti

Non sono invece emerse associazioni statisticamente significative per quanto riguarda stress percepito, qualità del sonno o energia soggettiva.

Il confronto con Barcellona e il ruolo della salute urbana

I risultati milanesi sono stati messi in relazione con un precedente studio condotto a Barcellona dall’Instituto de Salud Global (2022), che aveva applicato un protocollo simile.

Le differenze riscontrate sono rilevanti: i partecipanti milanesi hanno mostrato livelli maggiori di stress (+12%), peggior qualità del sonno (-22%) e minore energia (-14-18%). Le funzioni cognitive – tempi di risposta ed errori – sono risultate peggiori in misura significativa.

Queste discrepanze non possono essere spiegate unicamente da differenze socio-demografiche (età media più elevata a Milano: 51 contro 38 anni), ma riflettono anche la diversa qualità dell’ambiente urbano.

Secondo un’analisi comparativa pubblicata dal centro di ricerca IsGlobal (luglio 2025), Barcellona offre una maggiore accessibilità al trasporto pubblico (78,7% dei cittadini entro 300 metri da una fermata), una rete ciclabile più sviluppata (5,56% contro il 3,04% di Milano) e migliori opportunità di mobilità attiva, tutti fattori che incidono sul benessere psicofisico.

Milano, pur dotata di un tessuto economico avanzato, appare ancora in ritardo nella promozione di una urbanistica salutare in grado di restituire lo spazio pubblico ai cittadini, riducendo al contempo l’esposizione a inquinanti atmosferici.

Lo studio milanese, pur non giungendo a conclusioni definitive, fornisce evidenze preliminari circa il possibile impatto dell’esposizione a NO2 sul funzionamento cognitivo nel breve periodo, in particolare nei mesi ad alto inquinamento.

Il tempo di reazione si configura come indicatore sensibile e potenzialmente utile in ulteriori indagini longitudinali.

In un’epoca in cui l’inquinamento atmosferico viene ancora troppo spesso relegato alla dimensione respiratoria, il presente studio apre una nuova prospettiva – scientificamente fondata – sul suo impatto neurologico e cognitivo.

Una ragione in più per accelerare le politiche di transizione ecologica nelle città italiane.

L'articolo Inquinamento atmosferico e salute mentale: c’è correlazione tra NO2 e benessere cognitivo è stato pubblicato su GreenPlanner Magazine.

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