Italia, è boom di ragazzi che studiano a casa: crescita del 200%

Agosto 19, 2025 - 18:30
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Italia, è boom di ragazzi che studiano a casa: crescita del 200%

lentepubblica.it

Tra pochi giorni ripartirà il ‘tormentone’ dedicato alle scuole che ricominciano, libri, materie, classi, ma anche mezzi pubblici, scuolabus e decoro delle aule.


C’è però una fetta sempre più ampia di studenti Italiani per nulla interessati a queste dinamiche, perché le loro famiglie hanno scelto la strada dell’homeschooling, vale a dire dello studio domestico, a casa.

Dati che fino al pre-Covid ponevano il nostro Paese agli ultimi posti rispetto a questo tipo di scelta, ma che hanno fatto registrare una poderosa impennata negli anni scorsi, un trend sempre in crescita, che ha visto nell’anno scolastico 2024/2025 triplicarsi il numero dei ragazzi che studiano a casa.

I numeri dell’homeschooling sono sempre più importanti

I numeri del fenomeno homeschooling sono sufficienti a definire un fenomeno che, anno dopo anno, esce dagli schemi di nicchia diviene una realtà con la quale il sistema scolastico Italiano deve sempre di più fare i conti.  Gli studenti in istruzione parentale sono passati da essere 5.126 del 2018-2019 a contare 15.361 discenti nel 2020-2021, con un incremento del 200% che ha interessato soprattutto la scuola primaria. Se l’emergenza Covid-19 ha fatto da acceleratore, spingendo molte famiglie a decidere, come avvenuto un po’ in tutto il mondo, ad esempio negli States dove il dato vede circa 4 milioni di ragazzi in Homeschooling, un dato che rappresenta il 10% della popolazione in età scolare, contro un 3% del periodo pre-pandemico.

A fornire un ritratto multidimensionale, puntuale e completo di questa realtà è la LAIF in una indagine condotta a maggio 2024 attraverso la somministrazione, raccolta ed elaborazione di un questionario online.

La ricerca LAIF

La LAIF è un’Associazione di Promozione Sociale nata 2017 per volontà ed opera di alcune famiglie che si propone di sostenere i principi, i valori, la cultura e la pratica dell’istruzione parentale in tutta Italia. L’impegno principale dell’APS, si legge dalle pagine del sito web, è quello di diffondere informazioni e occasioni di studio e soprattutto creare occasioni di condivisione di esperienze, documenti e testimonianze.

Il dialogo con le istituzioni scolastiche e civiche, con il mondo accademico, con i media sono la motivazione principale della costituzione della LAIF il cui obiettivo principale è fare rete e dare supporto normativo e pedagogico-didattico alle famiglie che praticano l’istruzione parentale in Italia.

Tantissime e differenti le modalità educative

La fotografia che emerge dallo studio ridefinisce il concetto stesso di ‘scuola a casa’ in una modalità tutta italiana, dalla quale emergono te livelli di commistione con tecnologie e approcci che si avvicinano a quelli più estremi del ‘non scuola’, in termini tecnici  l’unschooling, l’approccio più radicale.

Secondo la LAIF “Un quinto delle famiglie si riconosce pienamente nell’unschooling, una modalità che punta sull’autodirezione dell’apprendimento“. Anche coloro che diversamente scelgono metodi più formali, mantengono alta una valorizzazione dell’apprendimento informale, creando percorsi educativi personalizzati per ogni bambino.

Scuola a casa, si. Isolamento, no!

Sorprende anche il dato che vede una non corrispondenza tra homeschooling e isolamento sociale, visto quanto ancora dichiarato che “I bambini educati in famiglia hanno una vita sociale intensa e variegata”. I questionari mostrano come non solo i ragazzi e le ragazze frequentano altri homeschooler, ma intrecciano regolarmente rapporti anche con coetanei dentro i percorsi scolastici tradizionali.

Al centro dell’equazione così costruita, al centro del sistema di valori e di sviluppo delle competenze sociali e cognitive vi è la pratica del gioco libero. Oltre l’80% del campione dichiara di dedicare almeno sette ore alla settimana a questa possibilità.

Un sistema basato su tecnologie ibride e approcci multidisciplinari

L’homeschooling non è semplicemente “fare scuola a casa”. Le famiglie italiane hanno sviluppato un ventaglio sorprendentemente ampio di metodologie educative, spesso ibride, che spaziano da approcci più strutturati.

Fondamento del modello educativo che emerge dalla ricerca è il valore centrale dell’esperienza. Un insegnamento che si basa sulla partecipazione attiva dei bambini alla gestione domestica che si alternano con il gioco libero, la lettura, l’arte e la musica non come pezzi di sapere che devono essere appresi, ma come esperienze che vanno condivise. Oltre il 90% delle famiglie dichiara poi di viaggiare regolarmente, spesso all’estero, integrando anche questa esperienza all’interno di momenti di crescita culturale e linguistica, in un vero percorso formativo.

La struttura dell’insegnamento rimane gestita dai genitori-educatori, soprattutto nella primaria, molto limitato il ricorso a strumenti didattici esterni che viene sostituito da un approccio fortemente personalizzato e modulato sulle esigenze del singolo ragazzo e del nucleo familiare. Le risposte al sondaggio dichiarano un minimo ricorso ai corsi online, circa il 70% non si avvale di scuole parentali.

La distribuzione geografica degli studenti a casa

Un ultimo sguardo è quello alla distribuzione geografica degli studenti a domicilio Made in Italy. Il Nord Italia è il territorio più densamente abitato da homeschooler, il fenomeno infatti si concentra prevalentemente nelle regioni settentrionali. Le famiglie che operano questa scelta hanno tipicamente uno o due figli in età scolastica. La fascia più presente è quella del primo ciclo d’istruzione, in particolare la scuola primaria, dove il boom post-pandemico è stato più rilevante con il balzo da 2.243 ad oltre 10.000 studenti a casa.

La ricerca ha però evidenziato come la pandemia sia stato solo una piccola spinta a quanto già in essere, visto che un quinto degli intervistati aveva già fatto questa scelta indipendentemente dalla pandemia. Ciò suggerisce che l’homeschooling di fatto abbia risposto ad esigenze educative più profonde, legate alla ricerca di un modello formativo alternativo.

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