Kering, per Bernstein rischio indebitamento. Ipotesi nuovi soci e operazioni real estate

Giugno 12, 2025 - 21:00
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Kering, per Bernstein rischio indebitamento. Ipotesi nuovi soci e operazioni real estate
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I colossi francesi del lusso alle prese con le vicende delle famiglie fondatrici. È questo il tema del report di Bernstein ‘Global Luxury Goods: A Review of Controlling Shareholders’, incentrata sulle vicissitudini di Hermès, Lvmh e Kering. Se tutti e tre mantengono un assetto di controllo familiare molto forte, è quest’ultimo a stare attraversando una fase costellata di criticità.

Il numero due del lusso mondiale, guidato dai Pinault, appare ad oggi esposto dal punto di vista finanziario e strategico. La holding di famiglia Artémis detiene il 42,3% del capitale e il 59,3% dei diritti di voto di Kering, mentre il flottante ammonta al 56,8% in termini di capitale e solo al 40,4% in termini di voti. Negli ultimi anni Artémis si è distinta anche per il suo livello di indebitamento, con un debito netto di gruppo passato da circa 3,5 miliardi di euro nel 2022 a oltre 6 miliardi nel 2023, anche per finanziare l’acquisizione della Creative Artists Agency, stimata attorno ai 7 miliardi di dollari al momento della transazione.

Intanto, anche la stessa Kering ha incrementato il proprio debito, in seguito a investimenti immobiliari, fusioni e acquisizioni – passati dai 2,8 miliardi nel 2019 ha raggiunto i 10,5 miliardi nel 2024 – proprio mentre le sue performance finanziarie attraversano una fase calante, ricorda Bernstein.

In particolare è la maison ammiraglia Gucci ad arrancare: si pensi all’ultimo trimestre, il primo del 2025, in cui ha registrato un calo del 24 per cento. Intanto, l’attesa è rivolta al debutto del nuovo direttore creativo Demna la cui prima prova – secondo indiscrezioni di stampa – sarà a settembre con una collezione see now-buy now. Ad ogni modo sarà il suo andamento, secondo la società, ad aprire “nuovi scenari relativi al funzionamento e controllo di Kering”.

Tra questi, il possibile coinvolgimento di creditori come Mayhoola nel capitale di Kering, ulteriori dismissioni oltre alle operazioni immobiliari in corso a New York (il player sarebbe infatti in trattative per vendere una quota del suo prestigioso immobile sulla Fifth Avenue acquisito a gennaio 2024). “Fusioni e acquisizioni trasformative – si legge nel report – che coinvolgono altri importanti attori del lusso sembrano fuori questione, almeno per il momento”.

A dare da pensare sono soprattutto le prossime scadenze all’orizzonte: Kering dovrà saldare un debito di 3,5 miliardi di euro nel periodo 2025-2028, oltre al massimo di 4 miliardi di euro necessari per pagare l’acquisizione di Valentino, dando seguito all’acquisizione del 30% avvenuta due anni fa e che prevedeva la possibilità di salire al pieno controllo entro cinque anni (il 70% è ad oggi ancora posseduto da Mayhoola, ndr). E proprio alla luce di questa scarsa liquidità, il gruppo potrebbe valutare di salire al 100% di Valentino mettendo sul piatto azioni anziché cash.

Intanto, la famiglia fondatrice di Hermès è riuscita a blindare il proprio controllo sulla società dopo il tentativo, sventato, di acquisizione da parte di Lvmh avvenuto nel 2010, ricorda il report, attraverso la creazione della holding H51, che oggi detiene la maggioranza dei diritti di voto. Inoltre, la holding gode di un diritto di prelazione sull’acquisto di un’ulteriore quota del 12,3% detenuta da altri membri della famiglia, il che elimina di fatto la possibilità di ulteriori tentativi di acquisizione ostile.

Lvmh, dal canto suo, è controllata dagli Arnault attraverso Financière Agache e Christian Dior, che insieme possiedono il 49% del capitale.

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Redazione Redazione Eventi e News