La Corte dei conti promuove il bilancio della Regione, dubbi sulla nomina di Nannini

Lug 17, 2025 - 18:00
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La Corte dei conti promuove il bilancio della Regione, dubbi sulla nomina di Nannini
Generico luglio 2025

Genova. La Corte dei conti ha parificato il rendiconto generale della Regione Liguria nonostante i rilievi del procuratore Roberto Leoni sulle alcune nomine di Bucci: il capo di gabinetto Massimiliano Nannini e i commissari per la realizzazione dei nuovi ospedali. Escluso dalla parifica, come ormai di consueto, solo il debito di 66 milioni derivante dall’operazione di cartolarizzazione voluta nel 2011 dalla giunta Burlando, con annesso allarme sulla situazione finanziaria di Arte Genova.

Il procuratore, nella sua requisitoria, aveva chiesto di non parificare le poste di bilancio con cui è stata erogata la retribuzione di Nannini. Secondo questa tesi, la delibera con cui è stato istituito il capo di gabinetto “non ha copertura normativa“, perché la legge in materia “non prevede che il presidente della giunta regionale possa avvalersi della collaborazione” di questa figura, né tantomeno “che possa affidare a tale figura anche funzioni d’ordine gestionale, attribuendogli una remunerazione comparata a quella del segretario generale”, fissata a 209mila euro all’anno. Ma la sezione non ha accolto la richiesta “in quanto nessun impegno spesa o pagamento risultano imputati al rendiconto consuntivo”.

Nannini, contrammiraglio della Marina militare ed ex direttore dell’Istituto idrografico, è stato scelto da Bucci per affiancare il segretario generale Pier Paolo Giampellegrini. La sua funzione è quella di “raccordo tra apparato amministrativo e apparato politico, posta al di fuori della dotazione organica dell’ente“. L’incarico è stato definito “temporaneo e di natura strettamente fiduciaria”, perciò è stato scelto direttamente dal governatore, che per la prima volta ha istituito formalmente la figura rappresentata fino a quel momento da Matteo Cozzani, travolto dall’inchiesta giudiziaria che aveva portato alle dimissioni di Giovanni Toti.

Giudizio analogo da parte di Leoni per quanto riguarda i commissari per la realizzazione dei nuovi ospedali, come aveva rivelato pochi giorni fa il Pd. Gli incarichi commissariali per la sanità sono stati dati “in assenza di qualsivoglia procedura comparativa“. La Regione ha eccepito che si tratta di “incarichi di collaborazione affidati a esperti esterni”, ma – è l’accusa – risulterebbe comunque necessaria una procedura pubblica per il loro conferimento, anche se le consulenze restano sotto la soglia dei 100mila euro. Contestate anche le delibere che prevedono di pagare i project manager con le risorse del payback farmaceutico, anche se Bucci ha ribadito che le risorse si troveranno nei budget dei rispettivi interventi.

Sotto la lente soprattutto la situazione finanziaria di Arte Genova, definita “preoccupante”. L’azienda ha acquisito dalle Asl una serie di immobili da rivendere sul mercato per salvare la sanità regionale, ma è riuscita a liberarsi solo di una minima parte. Il debito di 73,6 milioni di parte capitale più 55 milioni di interessi (dopo la rinegoziazione dei mutui a dicembre 2023) rappresentano “un fardello insostenibile ad oggi e in proiezione futura”. Il valore di vendita degli immobili da alienare si è ridotto a 24,7 milioni ed è ulteriormente stimato in 17,1 milioni, “misura del tutto insufficiente a fornire un’adeguata protezione finanziaria al soggetto obbligato”. Tutto questo si ripercuote – osserva la magistratura contabile – nell‘incapacità di rimborsare alla Regione l’anticipazione di 5 milioni per pagare l’Iva relativa agli interventi del  Superbonus.

Timori anche per il disavanzo sanitario che si è attestato formalmente a 112,4 milioni nel 2024, anche se quello “reale” secondo Bucci supera di poco i 19 milioni. “La presa d’atto dello sforzo dispiegato da Regione Liguria per pervenire alla copertura del disavanzo – scrive il procuratore Leoni – non elide la preoccupazione che deve suscitare questa persistente condizione nell’ambito sanitario, attestante una difficoltà/impossibilità di pervenire ad un equilibrio finanziario attraverso l’ordinaria programmazione del ciclo di bilancio. Il disavanzo tende a consolidarsi e costituisce obbiettivo impedimento ad una piena espansione del diritto alla salute della comunità di riferimento. Le misure da adottare non si ritiene siano limitabili ad ordinarie manovre fiscali.

Nella relazione di Donato Centrone si pone l’accento anche sui fondi Pnrr: nel 2024 “solo il 41% degli impegni di spesa è stato oggetto di pagamento”. Inoltre, “a fronte di procedure di spesa avviate nel periodo 2021-2024, concluse con le erogazioni a favore dei soggetti aventi titolo per un totale di 81 milioni, alla fine dell’esercizio 2024 risultano accumulati residui passivi per oltre 249 milioni di euro, nonché accantonamenti a fondo pluriennale vincolato per 12 milioni di euro”. La sezione di controllo, parlando di ritardi, “non può esimersi dal constatare la necessità che la Regione potenzi tempestivamente l’attività di monitoraggio e verifica, affinché sia garantito un efficace controllo in itinere sull’avanzamento di ciascun progetto, con specifica attenzione al rispetto dei cronoprogrammi e alle eventuali azioni da intraprendere per rientrare nelle tempistiche prestabilite”.

Piana: “Gestione oculata e virtuosa, confermato il trend di miglioramento”

Il giudizio espresso oggi dalla Corte dei Conti sulla gestione della Regione Liguria conferma il percorso di miglioramento e responsabilità portato avanti in questi anni: il rendiconto 2024 mostra dati positivi su più fronti, dalla capacità di riscossione e pagamento al contenimento dell’indebitamento, fino all’ottimo andamento dei fondi europei e agli investimenti nella sanità”, ha dichiarato il vicepresidente della Regione Liguria Alessandro Piana.

“Il risultato di amministrazione – ha spiegato Piana – è passato da un disavanzo di oltre 252 milioni nel 2017 a un più 7 milioni nel 2024. Anche la gestione dei fondi europei Fesr e Fse 2014-2020 si colloca al di sopra della media delle Regioni più sviluppate, mentre sul fronte sanitario emerge un rafforzamento degli investimenti e un’efficiente centralizzazione degli acquisti grazie all’attività della Suar. La sostenibilità del debito e i giudizi positivi espressi anche da Standard & Poor’s sono un ulteriore segnale della solidità raggiunta”.

Il buon andamento della gestione amministrativa, secondo il vicepresidente, si riflette anche nella dinamica economica complessiva: “Nel 2024 in Liguria l’occupazione ha raggiunto le 634mila unità, con un tasso del 67,3%, superiore di oltre cinque punti alla media nazionale. Il Pil regionale, nel 2023, ha superato i 56 miliardi, crescendo in termini reali più del doppio rispetto alla media nazionale. La Liguria mantiene una posizione di leadership nei settori della Blue Economy e del turismo, elementi chiave per la crescita del territorio”.

Romeo: “Ritardi sul Pnrr, la Regione ha detto no alla riattivazione della commissione speciale”

Alla luce dei dati forniti dalla sezione di controllo, “diventa ancora più rilevante e necessaria la nostra richiesta di riattivazione della Commissione speciale sul Pnrr – sottolinea Federico Romeo, consigliere regionale del Pd -. È la stessa Corte dei Conti che, a fronte di questi ritardi, ritiene necessario il potenziamento dell’attività di monitoraggio e verifica sull’avanzamento di ciascun progetto. Bisogna rispettare i cronoprogrammi e le tempistiche per non andare oltre i tempi di scadenza: la Regione non può rischiare di perdere fondi preziosi. Ancora una volta questa maggioranza, però, abdica al principio di trasparenza e condivisione”.

“Sarebbe stato importante la riattivazione della commissione per monitorare gli investimenti in campo, i progetti in corso o ancora da avviare, e dare ai cittadini un quadro più chiaro di quanto si sta portando avanti. Invece sembra che questa destra voglia gestire i fondi del Pnrr come una proprietà privata – prosegue Romeo -. Noi, però, non accetteremo mai questa visione, continueremo a chiedere trasparenza, condivisione su come la giunta sta investendo queste risorse che sono fondamentali per rilanciare alcuni ambiti e progetti della nostra Regione, a partire dalla sanità con la costruzione delle case e degli ospedali di comunità. La Regione ha perso così l’occasione di avere un organismo in grado di sollecitare buone pratiche, coinvolgendo tutto il consiglio. Maggioranza e opposizione insieme avrebbero potuto dare un ulteriore slancio nell’uso ottimale dei fondi del Pnrr garantendo tempi certi e un’analisi puntuale dei progetti”.

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Redazione Redazione Eventi e News